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la Sardegna va in fumo continuano le polemiche a causa.....


OLBIA - Il nostro patrimonio boschivo va in fumo e con lui anche un potenziale economico straordinario. Il bosco,
 oltre ad essere uno degli elementi fondamentali del nostro paesaggio, costituisce anche un valore sia dal punto di
vista turistico che culturale. Dal benessere di un bosco dipende anche l'equilibrio idrogeologico del suolo e la stabilità
dei versanti su cui poggia. E un monitoraggio efficace permette anche di prevenire, almeno in parte, tutti quei fattori

che ne minacciano l'esistenza. Primi fra tutti gli indendi, che solo nel 2012 hanno generato un "bollettino" di danni
 pesantissimo: 8.304 totali tra dolosi, colposi e generici registrati nel nostro Paese (+4,6% rispetto al 2011). Nella
classifica delle prime quattro regioni "in fumo" troviamo: Campania, Calabria, Sicilia e Lazio. Come trend di crescita,
 però, i dati più preoccupanti arrivano dalla Sicilia, che ha visto passare il numero di incendi dagli 814 del 2011
ai 1.028 del 2012 (+26,3%). Sale al quinto posto la Toscana (sesta nel 2011), scavalcando la Puglia. Cresce il numero
 degli incendi sia in Basilicata (settima con 465 incendi) sia in Liguria, all'ottavo posto, prima regione del nord
(a quota 416) e un incremento del 33,3% rispetto al 2011. Salerno è la provincia d'Italia con il maggior numero
di incendi, seguita da Cosenza (che nel 2011 era in testa alla classifica), ma a colpire è soprattutto il terzo posto
di Palermo, con 299 infrazioni, visto che nel precedente rapporto non figurava neppure tra le prime dieci. Entrano in
questa classifica anche Catanzaro (al nono posto) e Matera, in decima posizione, che va a raggiungere l'altro
 capoluogo provinciale della Basilicata, Potenza, già presente nella "top ten" del 2011 e salita nel 2012 dal quinto
al quarto posto.

CAPO FIGARI VA A FUOCO - A volte mancano persino i Canadair per spegnere gli incendi. Succede in Sardegna,
 dove l’ultima vittima delle fiamme è Capo Figari, dopo il terribile rogo che nei giorni scorsi, lunedì 24 giugno, ha
distrutto in 22 ore tra i 500 e i 600 ettari di territorio coperto da macchia mediterranea. Situato tra Monte Ruiu e
Cala Moresca, Capo Figari è un'area di grande importanza naturalistica, di interesse comunitario, abitata peraltro dai
 mufloni e che ha costretto ad evacuare circa 50 turisti dalle spiaggette del promontorio. A parte le polemiche per il ritardo
 dei Canadair, c'è anche la rabbia del sindaco e del presidente della Regione, Ugo Cappellacci, che ha lanciato un appello:
“Prima di pensare all’acquisto degli F-35, il governo doti la Sardegna di velivoli per la difesa dagli incendi”.

RACCOMANDAZIONI PER CONTRASTARE GLI INCENDI - "Non ci sono le risorse per gli aerei? E' un anno
che lo vado ripetendo, in completa solitudine. Piuttosto mi chiedo, che hanno fatto le Regioni finora?". Sono le parole
 del capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che a seguito delle polemiche dopo l'incendio in Sardegna,
non ci sta a fare da capro espiatorio, ribadendo che, almeno per quest'anno, non sarà possibile allo Stato supplire
alle mancanze delle Regioni. Parole che, tra l'altro, sono arrivate a distanza di pochi giorni dalla circolare che il
presidente del Consiglio Enrico Letta ha inviato ai presidenti delle Regioni e delle Province autonome. Un documento
contenente una serie di "Raccomandazioni" per un più efficace contrasto agli incendi, con le quali il premier
invita tutti ad uno "sforzo comune e sinergico" per ottimizzare l'impiego dei mezzi e conferma che la flotta aerea ha
subito una "forte riduzione rispetto agli anni passati, a causa della mancanza di risorse". Dunque, il numero di velivoli
sarà "più che dimezzato", passando dai 31 tra aerei ed elicotteri dell'anno scorso ai 15 Canadair (più altri quattro
 che ruotano per la necessaria manutenzione) a disposizione quest'anno. Per ovviare al problema, il presidente del
 Consiglio sollecita gli enti locali a siglare accordi e gemellaggi. "Risulta del tutto evidente l'opportunità che le Regioni
 - scrive - nella propria programmazione delle attività, provvedano ad implementare ed innovare le strategie d'impiego
delle proprie risorse, anche mettendo a fattor comune, in particolare con le regioni limitrofe tramite intese e accordi,
 i mezzi disponibili e integrando la composizione delle flotte con velivoli che abbiano caratteristiche di impiego
 differenziate". Senza dimenticare che, nell'azione di contrasto, le "squadre di terra rimangono indispensabili e
determinanti nella lotta attiva" mentre i mezzi aerei, "evidentemente, devono essere considerati una misura
 complementare, da utilizzare nelle situazioni piu' gravi". 

FAR CAPIRE LE REALI RESPONSABILITA' - Auspico, ha detto Letta che il "sistema paese, a tutti i livelli, affronti
con la dovuta attenzione il problema" per garantire "un efficace e tempestivo intervento di spegnimento" e "una puntuale
 attività di prevenzione e di pianificazione". Parole chiare su ruoli e competenze, che il capo della Protezione Civile
 rilancia dopo gli incendi in Sardegna. "Ritardi dei Canadair? Rispetto a che cosa? Anche in questa vicenda, come in altre,
 si cerca di spostare l'attenzione su questioni che tutto fanno fuorché far capire le reali responsabilità". E a chi ha fatto
solo "critiche sulle presunte inefficienze" della flotta aerea, Gabrielli ricorda che questa agisce "in concorso" con le
Regioni "perché l'antincendio boschivo é una materia di competenza regionale". Ma non solo: "a nessuno é invece
venuto in mente di stigmatizzare l'azione di chi appicca il fuoco né di chiedersi se sul fronte della prevenzione sia stato
fatto tutto il dovuto per tempo". E allora, attacca il numero uno di via Ulpiano, "lo chiedo io: i terreni sono stati puliti?
Sono state preparate le vie di fuoco? Le Regioni hanno adeguatamente supportato, nella fase preventiva, i
volontari specializzati nell'antincendio boschivo?". Al Dipartimento fanno inoltre notare che le risorse a disposizione
vengono individuate con la legge di stabilità che viene discussa e approvata a novembre: dunque chi alza la voce oggi
 avrebbe dovuto farlo allora. "E' un anno che, in completa solitudine, sto sollevando la questione in ogni occasione
utile, all'interno delle sedi parlamentari e in manifestazioni pubbliche - ripete non a caso Gabrielli - Se fossi stato
supportato a tempo debito anche da chi oggi lancia accuse di inesistenti ritardi, forse a quest'ora avremmo qualche
 risorsa in più da destinare al territorio".

I PROVVEDIMENTI DELLA REGIONE SARDEGNA -  Ma dopo l'episodio di Capo Figari, la Regione Sardegna si è
mobilitata, destinando oltre 770 mila euro alle compagnie barracellari, alle Province e alle organizzazioni di volontariato
e di protezione civile, che svolgono attività operativa antincendio in conformità al piano regionale antincendio.
 Le somme sono riservate per il rimborso delle spese sostenute per le visite sanitarie e gli accertamenti obbligatori
di idoneità. I fondi sono stati trasferiti dal Fondo sanitario regionale agli uffici degli assessorati degli enti locali e della
 Protezione civile regionale, che mantengono i rapporti con le istituzioni interessate alla lotta agli incendi e che si
 occuperanno di trasferirli. In particolare, per i volontari da impegnare direttamente sul fronte del fuoco costituisce
 requisito minimo la certificazione di idoneità alla mansione, secondo un protocollo sanitario che prevede, tra le altre:
visita medica generale con esame anamnestico e la cartella clinica individuale, esame di vista e udito, visite
cardiache e ematochimiche, vaccinazione antitetanica. "Il provvedimento approvato oggi - spiega l'assessore
della Sanita' Simona De Francisci - si e' reso necessario per supportare il sistema del volontariato, le istituzioni e
gli enti che operano giornalmente a contrastare il grave fenomeno degli incendi boschivi, vera e propria piaga
 della nostra regione e che ogni anno, soprattutto d'estate, devasta l'ambiente, provoca ingenti danni al patrimonio
naturale e crea gravi rischi per la popolazione



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