La Sicilia dei siciliani: una regione competitiva
Un rebus il dopo Lombardo, a detta di molti, in quanto sembra che le possibili alleanze siano una fotocopia di quelle del governo Monti: Pdl, Pd Udc.
Solo sembra, dalle statistiche, che . a votare andrebbe il 61 per cento degli elettori (resterebbero a casa quattro su dieci), e il 28 per cento non saprebbe chi votare. Del resto non c'è da stupirsene, visto che, in sei anni, l'indice di fiducia dei siciliani nei partiti è crollato dal 22 al 4 %.
Solo sembra, dalle statistiche, che . a votare andrebbe il 61 per cento degli elettori (resterebbero a casa quattro su dieci), e il 28 per cento non saprebbe chi votare. Del resto non c'è da stupirsene, visto che, in sei anni, l'indice di fiducia dei siciliani nei partiti è crollato dal 22 al 4 %.
Francesco Cascio, Gianfranco Micciché, Gianpiero D'Alia, Rosario Crocetta, Claudio Fava, Fabio Granata, Vladimiro Crisafulli, Massimo Russo, Nello Musumeci, Gaspare Sturzo, Cateno De Luca, Innocenzo Leontini. sono i nomi dei possibili presidenti.. Ci chiediamo,però, se ancora è tempo di alleanze, oppure si debba guardare al nuovo, alle associazioni, a chi ha qualcosa da dire alla Regione. Neanche una donna fra i papabili. L’età media va dai cinquant’anni in su, e i giovani, dove sono?
La rigenerazione dei partiti è solo nelle parole, ma non nei fatti:questa è la verità. Non ci sono forse donne in grado di governare la Sicilia? Siamo dell’idea che la rigenerazione dei partiti parta dalle donne e dai giovani, ma i partiti persistono nelle loro idea di proporre il consueto, senza rendersi conto che la gente è stanca di parole, di consueti programmi che vengono disattesi, del tutto cambi perché tutto rimanga inesorabilmente com’è.
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Il sistema partiti è desueto e contestato, l’antipolitica si fa avanti, non esistono formule vincenti, e il problema sarà di invogliare la gente ad andare a votare, dopo l’esperienza disastrosa per la Regione Sicilia del governo Lombardo, che ci ha visto annegare nell’ autoritarismo.
L’’Ars avrebbe dovuto votare la sfiducia a Lombardo, senza aspettare le sue dimissioni, almeno un anno fa, quando alcune zone della Sicilia, vedi il territorio ibleo, sono state calpestato e volutamente penalizzate rispetto al resto dell’isola. Pensiamo alle volute prese di posizione contro il fotovoltaico, le energie alternative, che porterebbero ricchezza al territorio, per fare solo un esempio.
Non dimentichiamo le risorse comunitarie rimandate indietro per disorganizzazione e ignavia , che avrebbero dato respiro all’economia e alla società siciliana, gli ultimi colpi di coda che hanno visto addirittura le assunzioni dei “camminatori”, per spostare le pratiche da un ufficio ad un altro, le proposte delle auto blu per i dirigenti Ausl, e le assunzioni senza criteri, se non quelli dell’assistenzialismo e dei favori personali.
La Sicilia non è una palla al piede della nazione, è laboriosa e creativa: diamole respiro e fiducia, ma con proposte competitive e alternative.
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Il sistema partiti è desueto e contestato, l’antipolitica si fa avanti, non esistono formule vincenti, e il problema sarà di invogliare la gente ad andare a votare, dopo l’esperienza disastrosa per la Regione Sicilia del governo Lombardo, che ci ha visto annegare nell’ autoritarismo.
L’’Ars avrebbe dovuto votare la sfiducia a Lombardo, senza aspettare le sue dimissioni, almeno un anno fa, quando alcune zone della Sicilia, vedi il territorio ibleo, sono state calpestato e volutamente penalizzate rispetto al resto dell’isola. Pensiamo alle volute prese di posizione contro il fotovoltaico, le energie alternative, che porterebbero ricchezza al territorio, per fare solo un esempio.
Non dimentichiamo le risorse comunitarie rimandate indietro per disorganizzazione e ignavia , che avrebbero dato respiro all’economia e alla società siciliana, gli ultimi colpi di coda che hanno visto addirittura le assunzioni dei “camminatori”, per spostare le pratiche da un ufficio ad un altro, le proposte delle auto blu per i dirigenti Ausl, e le assunzioni senza criteri, se non quelli dell’assistenzialismo e dei favori personali.
La Sicilia non è una palla al piede della nazione, è laboriosa e creativa: diamole respiro e fiducia, ma con proposte competitive e alternative.
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