Raffaele Lombardo arbitro fra Francesco Cascio e Gianfranco Miccichè. Il presidente dell’Assemblea regionale concorda e s’incontra con lui, gli anticipa la sua volontà, ineluttabile, di candidarsi e annuncia che il tempo delle divisioni, dei veti, della guerriglia è terminato: il governatore dimissionario, peraltro, ha fatto un passo “di fianco”. In più ha dato un taglio al passato, non c’è in campo il Movimento per l’Autonomia, ma il partito dei siciliani. Quindi, l’intesa con Lombardo è possibile, anzi necessaria per mettere in piedi una coalizione in grado di raggiungere il successo alle regionali di autunno.

Gianfranco Miccichè, dal canto suo, ha dismesso i panni del rottamatore e dopo un sequel di bordate critiche nei confronti del governo regionale e del suo presidente, ha messo il silenziatore ed ha ripreso a dialogare con il vecchio alleato. Del resto è con lui che promosse la scissione dal Pdl, mandando all’opposizione il suo stesso partito. Una scelta che fece epoca: Raffaele Lombardo l’aveva costretto a rinunciare alla candidatura.
Fra Miccichè e Lombardo c’è stata un’alternanza di pace e guerra. Ed oggi è tempo di pace, seppure armata. Il leader di Grande Sud parla con Lombardo. Anche lui, come Cascio, dà un taglio al passato e propone una coalizione elettorale per le regionali.
Ma è Cascio o Miccichè a rappresentare il Pdl? Per Lombardo è indispensabile saperlo, perché un’alleanza politica non può riguardare solo le regionali, deve “allargarsi” alle politiche della prossima primavera, altrimenti sarebbe un boomerang, il partito dei siciliani “aiuterebbe” Miccichè o Cascio ad arrivare a Palazzo d’Orleans e rimarrebbe “spiazzato” alle politiche con il rischio di rimanere fuori a causa della soglia di “ingresso” in Parlamento, che potrebbe essere alta, anzi altissima (dal 5 all’8 per cento).
Poiché l’investitura a Miccichè è arrivata dal leader del Pdl, Silvio Berlusconi, la rappresentanza politica del partito spetterebbe al leader di Grande Sud. Incredibile, ma vero.
Paradossale, ma semplice, sulla carta. Invece è molto più complicato. Castiglione, Nania, Cascio e Leontini, i big del Pdl siciliano, hanno alzato un muro contro Gianfranco Miccichè. Noi siamo il partito, dicono, e siamo contrari alla candidatura di Miccichè. Lombardo rischia, perciò, di sottoscrivere un patto con un contenitore vuoto, il Pdl di Berlusconi-Miccichè, e andare verso una possibile sconfitta elettorale sia alle regionali quanto alle politiche.
La partita, perciò, è difficilissima. Non solo per Lombardo.