“Il momento che attraversiamo è molto difficile, probabilmente il più difficile dall’ultimo dopoguerra ad oggi”, ha esordito d’Aula il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, prima di dare inizio ai lavori. “Siamo in un tunnel di cui a tutt’oggi è difficile intravedere la fine”.
Con queste preoccupate considerazioni, Ardizzone ha ricordato gli adempimenti che l’Assemblea dovrà affrontare nei prossimi giorni (l’approvazione degli strumenti finanziari della nostra Regione per il 2013, “fondamentale dal punto di vista politico ed economico, imprescindibile dal punto di vista giuridico”).
Il Presidente dell’Ars ha descritto il contesto economico, sociale e politico in cui si trova la Sicilia ed il Paese, riferito sugli adempimenti assunti dal Consiglio di presidenza con particolare riferimento al taglio dei costi e proposto la necessità di dare un nuovo Statuto  della Regione siciliana al passo con i tempi e con i nuovi bisogni.
Ardizzone ha anche ringraziato il governo – Crocetta e l’assessore all’economia Bianchi in particolare-  per il lavoro fin qui svolto, e giudicato con favore la riforma degli enti intermedi.
“Molte barriere sono cadute altre cadranno a breve”,
“Molte barriere sono cadute altre cadranno a breve”, ha affermato il Presidente dell’Ars, “La circolazione di beni, servizi e informazione è frenetica. La competizione è globale…Siamo di fronte a cambiamenti epocali. Che cosa ci riserverà il futuro non lo sappiamo. Dobbiamo costruire nuove certezze, perché le vecchie sono svanite. Un nuovo modello di sviluppo economico.
 “I recenti risultati elettorali nazionali sono a modo loro un indice di tutto questo, c’è una domanda di partecipazione popolare che va dalla Sicilia alle Alpi. C’è denuncia per tanti, troppi mali a cui non si è rimediato per tempo, e c’è l’entusiasmo di una nuova generazione che si affaccia alla politica.Non è detto che gli entusiasmi bastino a rendere le idee realizzabili e concrete.
“Questa ultima considerazione non vuole essere uno scudo per difendere vecchi modelli della  politica, dell’ amministrazione o dell’ impresa. Vuole invece essere uno sprone per  tutti noi, a cominciare da me stesso, per un rinnovato impegno, per cercare tutti assieme come rilanciare l’economia regionale, riformare un’ amministrazione non più al passo con i tempi e che, talvolta, è  con i suoi bizantinismi ostile al cittadino e all’impresa; di dare insomma una speranza a chi non l’ha più e a chi rischia di perderla.
 “Non ci sono più santuari, tutti siamo in gioco…”
Non ci sono più santuari, tutti siamo in gioco per costruire una nuova Sicilia, non solo affrancata dal giogo perverso dei poteri criminali di ogni tipo, ma che soprattutto giochi la sua partita con coraggio e franchezza, entrando in competizione, contando sulle sue forze, sulle sue risorse e chiedendo poi l’aiuto di Roma e Bruxelles. Ad ognuno il suo compito, all’Assemblea, al Governo, agli assessori, ai dirigenti”.
Il Presidente dell’Ars ha quindi riferito sui provvedimenti assunti dal Consiglio di Presidenza  dell’Ars “senza clamori e con senso del dovere”.
“Il bilancio dell’Assemblea è 10 milioni inferiore…”
“Il bilancio di questa Assemblea è già di 10 milioni di euro inferiore al precedente (- 7% circa)”, ha ricordato Ardizzone, un milione di euro di tagli al personale in servizio. Il personale assunto dal 1° gennaio 2013 ha un livello di stipendio inferiore del 20% rispetto ai loro pari grado più anziani; sono state ridotte le posizioni apicali e il numero degli uffici interni; tagliate 3 auto blu”.
“La prossima settimana il consiglio di presidenza dovrà decidere sulla soppressione del call center; verranno rivisti al ribasso la maggior parte dei contratti di fornitura di servizi in essere e posta in discussione la contrazione della pianta organica”.
Il Presidente dell’Ars ha poi annunciato il reperimento di risorse finanziarie da fonti diverse da quelle del bilancio regionale e “un contenimento delle spese tale che comporti la razionalizzazione di esse e non una diminuzione del livello dei servizi”.
“Siamo stati i primi nel 1945-1947, dobbiamo oggi, con rinnovato orgoglio e forza,  rivendicare un nuovo regionalismo, scevro da velleità, da vittimismi, ma anche convinto che vada riscritta la pagina dei rapporti fra centro e periferia. Questo deve passare attraverso l’approvazione di un nuovo Statuto.
Riscrivere ed attualizzare lo Statuto
“Ciò vorrà anche dire esaltare i territori: dare loro capacità decisionale vera e permettere l’esercizio effettivo del controllo popolare. Tutte le componenti di quest’Aula sono chiamate a riscrivere ed attualizzare lo Statuto; a tal proposito, ha annunciato Ardizzone,  ho già avviato una interlocuzione informale con le Università siciliane per un loro significativo ed autorevole contributo.  E, nella stessa direzione, ben venga una seria riforma dell’ente intermedio”.
Il Preside nte dell’Ars ha auspicato “una nuova Sicilia, fatta di conti in ordine e concretezza” ed ha ringraziato “quanto già fatto dal presidente Crocetta e dall’assessore Bianchi il cui impegno, serietà e professionalità stanno rendendo alla nostra Isola un grande servizio”.
“Dico allora all’assessore Bianchi, ha concluso Ardizzone, che bisognerà adoperarsi affinché la finanziaria sia snella nella struttura, rappresenti finalmente di riordino dei conti. Ma anche uno strumento di sviluppo. Senza una economia vera non c’è lavoro vero e senza lavoro non c’è dignità. Ed è di lavoro vero, di moralità, di dignità, di serietà e trasparenza che la nostra terra ha disperato bisogno”.