discarica Bellolampo
Non si vede ancora la fine dell’emergenza rifiuti in Sicilia.Mentre la tassa sull’immondizia, che oggi si chiama Tares, aumenta in media del 10% nell’Isola, la situazione si fa sempre più drammatica. Lo testimoniano le crisi societarie della maggior parte degli Ato siciliani (prorogati dal governo regionale fino a settembre) e delle partecipate comunali che gestiscono il servizio di raccolta.
L’assessore regionale all’Energia, Nicolò Marino, ha annunciato la creazione di un osservatorio sul ciclo dei rifiuti. Intanto il commissario liquidatore della Coinres stabilito ieri licenziamento di 190 lavoratori della Coinres, società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti in 21 comuni della provincia di Palermo, e il contestuale avvio delle procedure di mobilità per gli altri 320 dipendenti.
Ma il mirino del governo è puntato in particolare su Palermo: “Ieri il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, è stato chiaro: “La nuova emergenza rifiuti in Italia ora è quella di Palermo, che sara’ sul tavolo del Consiglio dei ministri venerdì (domani, ndr)”.
Clini ha pronunciato queste parole da Bruxelles. “Il problema più serio – ha detto il ministro – ora è a Palermo. Finalmente la discarica di Bellolampo è stata sequestrata dai magistrati: non si può uscire dall’emergenza aprendo nuove discariche, ma con un nuovo sistema di gestione dei rifiuti”.
Dichiarazioni con le quali si trova d’accorso il vice sindaco di Palermo, Cesare Lapiana: “Non possiamo che concordare con il ministro dell’Ambiente e non possiamo che rallegrarci del fatto chefinalmente si è compreso quanto sia necessario ed urgente affrontare in modo serio il problema dei rifiuti a Palermo, liberando la città e i suoi cittadini dalla gestione commissariale dell’azienda per l’igiene ambientale”.
“Finalmente ci si rende conto – prosegue Lapiana – del fatto che la gestione Commissariale dell’Azienda, sull’orlo del fallimento dal 2010 e gestita da una terna di Commissari nominati dal ministero dello Sviluppo Economico, è una gestione disastrosa sotto il profilo
finanziario, sotto il profilo organizzativo e sotto il profilo della gestione del sistema dei rifiuti. Le ordinanze di protezione civile o i provvedimenti della magistratura sono ormai gli strumenti per fronteggiare quotidianamente la situazione disastrosa in cui versa l’azienda e per evitare il collasso del sistema”.
“Non appena il Tribunale si pronuncerà sul fallimento dell’Amia, – spiega Lapiana – il Comune sarà pronto ad assumersi le necessarie responsabilità per rimettere in moto un’azienda sana con servizi efficienti, pur avendo chiara la gravità della situazione; ma speriamo che nell’affontare il tema, il Consiglio dei ministri parta da una valutazione attenta della situazione attuale e dalla necessità di ricondurre a normalità la gestione del sistema, primo passo perché l’amministrazione locale ed i cittadini possano esercitare il necessario controllo sui servizi e sulla loro qualità”.