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Art. 62 sui pagamenti nel settore agroalimentare: la Sicilia risponde bene, prevale l’ottimismo tra i produttori


Si tratta di una svolta importante nelle relazioni commerciali all’interno della filiera alimentare. Il provvedimento si applica a tutti i contratti B2B (Business to Business) che hanno per oggetto la cessione di prodotti agricoli e alimentari con consegna in Italia e al complesso delle relazioni commerciali che gravitano attorno. Nella norma rientrano gli acquisti da parte della GDO e della distribuzione tradizionale, hotel ristoranti e pubblici esercizi. I tre pilastri sono: l’obbligo di formalizzare per iscritto gli elementi essenziali del contratto, i termini legali di pagamento (30 giorni per i prodotti deperibili che diventano 60 per i non deperibili), e le pratiche commerciali sleali. I controlli sono affidati in primis all’Autorità garante per la concorrenza che si avvale del supporto della Guardia di finanza.
L’IRVOS è molto attento, oggi, alle dinamiche del mercato interno e alla capacità delle aziende di presidiare al meglio il mercato nostrano, soprattutto in una fase di contrazione dei consumi  e di rallentamento dell’economia. Lucio Monte, capo dell’area tecnico-scientifica dell’Ente regionale, tiene a sottolineare il valore strategico, soprattutto nel medio e lungo periodo, che l’introduzione della norma comporta: “gli esercenti saranno più attenti a fare gli ordini e chiederanno alle aziende una migliore organizzazione nel servizio di approvvigionamento di ristoranti, bar ed enoteche. Piccoli ordini ripetuti nel tempo, maggiore fidelizzazione e trasparenza tra azienda vitivinicola, esercente e consumatore finale ed una gestione oculata dei pagamenti, sono elementi che caratterizzeranno lo scenario futuro, soprattutto nelle grandi aree metropolitane”.
La norma nasce per risolvere il problema del ritardo nei pagamenti, una delle questioni più annose nel mondo del vino. Nonostante lo spirito positivo apprezzato da molti produttori, rimangono alcune  preoccupazioni e rimane da chiarire il rapporto con la disposizione precedente in materia.“Ad oltre due mesi dall’entrata in vigore – afferma Antonio Rallo, Presidente Assovini Sicilia e contitolare di Donnafugata – il mondo del vino continua a domandarsi se deve rispettare l’art.62 oppure quanto previsto dall’art.22 della legge 28 del febbraio 1999che già fissava i termini di pagamento per vino e alcolici in 60 giorni, ma a decorrere dalla consegna o dal ritiro del prodotto e non dall’ultimo mese di ricevimento della fattura, e fissava, per i ritardi di pagamento, interessi più bassi dell’articolo 62”. Tra le certezze, il fatto che, scaduti i termini, i creditori hanno l’obbligo di far rispettare i termini di pagamento con solleciti e vie legali, e di calcolare gli interessi una volta scaduti i termini. Le sanzioni, per chi non rispetta i termini di pagamento, sono potenzialmente altissime: si può arrivare a 500.000 euro per il debitore.
Molti imprenditori preferiscono assumere la massima cautela al riguardo come Francesco Ferreri di Valle dell’Acate il quale ammette di essere in attesa di aspettare come muterà il mercato, “l’impatto iniziale è stato quello di una riduzione delle vendite , non ci saranno più i grandi ordini per quanto riguarda il canale HoReCa”. Sulla stessa lunghezza d’ondaFrancesco Cambria, responsabile di produzione dell’azienda Cottanerasull’Etna, che evidenzia comunque anche un primo dato positivo: “l’effetto della nuova norma ha prodotto anche dei risvolti positivi, i pagamenti infatti non solo sono diventati più regolari ma si riesce anche a recuperare con molta facilità il pregresso.”
Sicuramente uno dei commenti più positivi  quello di Giuseppe Milazzo, titolare di Milazzo Vini: “siamo orgogliosi di questa nuova leggeCi voleva finalmente un po’ di ordine nel mercato del vino. Per quanto riguarda la nostra azienda la norma non ci ha creato alcun tipo di disagio, anzi la ritengo un beneficio per tutto il comparto. Abbiamo una clientela fidelizzata e selezionata, sempre puntuale nei pagamenti”. Ottimista anche Giuseppe Formisano, direttore commerciale di Tasca D’Almerita: “una norma molto utile in quanto sta cambiando le dinamiche di mercato. I clienti sono molto più coscienti, acquistano con responsabilità sapendo di dovere pagare nei termini di legge. Gli ordini diventano più frequenti e più piccoli”. Sulla stessa scia il commento di Alberto Buratto, amministratore delegato di Baglio di Pianetto, che grazie a una selezione della clientela non sta subendo contraccolpi e si stupisce invece di “come gli attori diretti e indiretti stiano continuando a dedicarsi a questo tema, che in fin dei conti riporta la normalità nel commercio, e tralasciano invece argomenti ben più pesanti che affliggono le nostre aziende e soprattutto il sistema giovani italiano”.
Non ci sono stati grandi sconvolgimenti legati all’entrata in vigore della norma per le Cantine Settesoli come ci riporta Samatha Di Laura, direttore commerciale per la  grande distribuzione: “in generale la GDO si è attrezzata per tempo adeguando, già in sede di rinnovo contrattuale 2012, i termini di pagamento a quanto dettato dalla nuova legge”. Discorso ben diverso per wine bar, enoteche e ristoranti, “posso senz’altro dire  – dichiara Giuseppe Natoli di Fatascià – che un problema enorme la disposizione lo ha creato alle piccole aziende, con la conseguente contrazione degli ordini. Se prima il porto franco (quindi senza addebito delle spese di trasporto al cliente) era attestato alle 12 casse che venivano pagate comodamente a 120/180 giorni, adesso un ristorante di Milano dovendo pagare a 60 giorni ordinerà quantità notevolmente minori. Cosa succede con le spese di trasporto? Se si addebitano al cliente si diventa meno appetibili e si rischia di restare fuori.”
Per Emilio Ridolfi, direttore commerciale delle Cantine Pellegrino, la nuova norma porterà a una selezione delle strutture operanti nel settore: “dal 24 ottobre le cose sono sicuramente cambiate e la politica adottata è stata quella di esaurire il magazzino prima di fare nuovi ordini. Sarà pertanto interessante vedere cosa succederà tra qualche mese, quando i magazzini esauriranno le scorte, e mi riferisco più ai ristoratori perché le enoteche, tranne qualche eccezione, sono abbastanza sane. Stesso discorso per la grande distribuzione, le strutture sane rimarranno sul mercato con una conseguente selezione di quelle che non riescono a stare a galla e purtroppo in Italia si possono fare tanti esempi.” L’aziendaPlaneta pone l’accento sulla correttezza dell’informazione e sul rispetto dei termini contrattuali tra le parti. “C’è molta incertezza e ignoranza in materia – dichiara Sergio Ardito del commerciale Italia -  legata a una informazione non omogenea. Per quanto riguarda il limite dei 60 giorni,  sarebbe bastato fare rispettare i termini già esistenti tra le parti”.
L’azienda Principe di Corleone vede favorevolmente la piena attuazione dell’art.62, “senza dubbio -  dichiara Vincenzo Pollara – la regolamentazione dei pagamenti in un settore cui le aziende sono fortemente micro frammentate sta generando un impatto positivo. I clienti Ho.Re.Ca che storicamente pagavano con tempi di pagamento molto lunghi stanno rispettando la norma in pieno ma, in cambio, chiedono maggiore servizio che si traduce in ordini più piccoli e frequenti e inoltre richiedono la possibilità di ottenere adeguate condizioni commerciali. I clienti GDO hanno quasi sempre pagato entro i termini contrattuali pertanto l’effetto positivo è stato di minore impatto”.
Insomma, una riforma importante, ma piena di dubbi e rischi, almeno nel breve termine. Una riforma epocale, nei fatti, che vuole, nelle intenzioni, eliminare parte delle distorsioni dei rapporti di forza, per esempio, tra produttori e grande distribuzione (che a detta di molti, però, è oggi tra i pochi canali a pagare in tempi accettabili, visto che spesso, con la ristorazione, si arriva anche a 360 giorni). Ma che, allo stesso tempo, vista anche la mancanza di liquidità di tante piccole aziende della ristorazione, per esempio, potrebbe rappresentare un ulteriore freno all’acquisto e al consumo di vino in Italia.

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