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Polemica sui cantieri lavoro 'Uno strumento assistenziale'

cantieri, crocetta, edilizia, polemica, PoliticaPALERMO - Nella Sicilia in cui i cantieri chiudono per non riaprire mai più, c'è un'eccezione. Ed è quella del nuovo capitolo dell'eterna storia del precariato alla siciliana. Che stavolta si chiama “cantiere lavoro” e permetterà l'infornata di 20 mila persone chiamate dai Comuni, chissà come, per tre mesi di lavoro. Costo per la collettività: 50 milioni. Una trovata mica male,benedetta con notevole tempismo nella settimana delle elezioni amministrative. “Questa prima misura di
intervento straordinario per la lotta contro la povertà in Sicilia, che sarà estesa con le variazioni di bilancio, darà un po' di respiro alla crisi occupazionale”, hanno fatto sapere il presidente Crocetta e l'assessore Bonafede. Ma, e forse c'è poco da stupirsi, non hanno convinto tutti.

I sindacati oggi sono partiti all'attacco. Come di consueto, i toni più duri sono quelli di Maurizio Bernava, assurto quasi a nemesi del governo. “Ma quale piano straordinario per il lavoro”, commenta il segretario della Cisl, che bolla i cantieri lavoro come “uno strumento assistenziale e clientelare che risale agli anni della peggiore politica”.

“Per il mondo produttivo siciliano in sofferenza, inascoltato, impegnato in continue lotte e privato di una strategia di sviluppo, dal governo regionale, suona come offesa e provocazione – sottolinea il segretario – il recupero dello strumento assistenzialistico dei cantieri di lavoro, impiegato finora per raccogliere voti e che nulla ha a che spartire con lo sviluppo di un’economia reale e produttiva”. Questo strumento, ricorda Bernava, lo abbiamo contestato pesantemente nel 2010 al governo Lombardo, “non ci saremmo mai aspettati che il governo della discontinuità, pressato dalle organizzazioni dei lavoratori e degli imprenditori, lo resuscitasse ora, a due giorni dal voto per le elezioni amministrative”.

E sì, perché l'operazione ha indiscutibilmente un sapore antico e suscita un'inquietante deja vu. Tanto più in una Regione a secco dove per le imprese, per il mondo produttivo, le risorse non si trovano. “Si tratta di misure già sperimentate che, se danno un minimo e temporaneo ristoro ai disoccupati, non producono nulla di duraturo", incalza Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil siciliana. E anche la Filca Cisl, sindacato dei lavoratori edili, sottolinea che "l'attivismo mediatico - dice Santino Barbera - con cui Crocetta spaccia i 50 milioni di euro come piano straordinario relativo ai cantieri lavoro, offende i lavoratori e le imprese delle costruzioni,che nei giorni scorsi hanno manifestato a Palermo, chiedendo interventi concreti per il settore. E' un'offesa ancora più grave di quella subita, quando il governatore non ha ricevuto né ascoltato le proposte delle sigle sindacali e datoriali degli edili, preferendo strombazzare il sistema ripetuto dai vari governi, dell'assistenzialismo preelettorale dei cantieri lavoro". Secondo Franco Tarantino, segretario generale della Fillea Sicilia, "Se si tratta di una misura assistenziale non deve essere spacciata per qualcosa di diverso. Ma se viene presentata come misura per realizzare opere edili - specifica - allora si deve attingere dal bacino dei disoccupati edili, altrimenti si avranno opere non di qualità".

Durissimo anche il commento delle associazioni di categoria dell'edilizia che attaccano a testa bassa il governo. "In Sicilia restano bloccati 3,7 miliardi di euro pronti per avviare la realizzazione di nuove infrastrutture e sono senza futuro 80mila lavoratori che hanno perso il posto dal 2008 ad oggi - si legge in una nota di Ance, Aniem, Cna costruzioni, Anaepa Confartigianato, Legacoop -. Ogni mese che passa senza alcuna iniziativa concreta da parte della Regione altri 1.500 addetti allungano la lista dei disoccupati veri, ignorati da un governo che pensa solo ad assegnare risorse ai precari".

"Le decisione di ieri della Giunta Crocetta – aggiungono le organizzazioni imprenditoriali nel comunicato unitario - , assunta alla vigilia del voto per le Amministrative, di 'bruciare' 50 milioni di euro per finanziare effimeri cantieri di servizio nei Comuni, al solo scopo di impegnare per appena tre mesi 20mila giovani e disoccupati in attività di cui sono da dimostrare l’utilità e il vantaggio, è una mossa che si commenta da sola".

Gli imprenditori edili ricordano di non essere stati ricevuti dalla giunta dopo la manifestazione unitaria del 31 maggio e concludono: "Alla luce di questi fatti si può solo concludere che il governo Crocetta, ove vi fossero ancora dei dubbi, si conferma nemico del settore delle costruzioni in Sicilia".

Se il sindacato è critico anche dalla politica si leva qualche voce di dissenso. "Cinquanta milioni di euro per dare lavoro a ventimila giovani per 3 mesi? Questa è la nostra rivoluzione ? Ancora una volta, mi sembra, siamo di fronte a finanziamenti a pioggia, che servono per tamponare l’emergenza, piuttosto che porre le basi per lo sviluppo futuro", commenta Davide Faraone, deputato palermitano del Pd, che propone al governatore siciliano, Rosario Crocetta, di rivedere alcuni provvedimenti varati ieri dalla Giunta. "Al posto dei cantieri scuola, rinominati 'di servizio' (la sostanza non cambia), perché la Regione non pensa a un piano per creare lavoro duraturo?”.cantieri, crocetta, edilizia, polemica, Politica


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