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Corpo Forestale impegnato nell'hinterland catanese !

L'attività del Corpo forestale si intensifica durante il periodo estivo. Incendi, reati ambientali e l'immensa mole di lavoro che, con l'arrivo della stagione calda, flagellano l'immenso patrimonio naturalistico della nostra isola, non sono sempre "coperti" dagli interventi del Corpo forestale. A Catania, il distaccamento, sito in via San Giuseppe La Rena (insieme all'ispettorato), è composto infatti da due unità, rispetto alle circa 20 previste. Sei sono i comuni sotto la sua giurisdizione: Catania, Misterbianco, Aci Catena, Aci Castello, Motta S. Anastasia e Paternò, più una porzione di territorio a Belpasso sud, da Etnapolis a Sigonella. Le competenze del corpo forestale sono legate ai reati ambientali, al vincolo idrogeologico, alla tutela
ambientale di flora e fauna e non ultimo l'abusivismo edilizio e il controllo delle cave. Il distaccamento è retto da un anno dal comandante Andrea Munzone. L'Ispettore Munzone, catanese, da 23 anni in servizio, amante dell'ambiente e della natura, in precedenza nei distaccamenti di Linguaglossa, Nicolosi e Lipari, si è distinto, qualche anno fa, in occasione di un grave incendio che interessò una palazzina del vecchio centro storico di Catania, dove con coraggio e tempestività, mettendo a repentaglio la propria vita, riuscì a far evacuare in tempo lo stabile, salvando la vita ai tanti inquilini di quel condominio, rimanendone gravemente ferito e per tale atto ebbe un Attestato di Benemerenza. L'ispettore racconta la situazione in cui si trova costretto a lavorare ogni giorno: «Il nostro distaccamento dipende da Palermo, nella provincia di Catania sono in tutto una decina questi distaccamenti e circa ottanta in tutta la Sicilia; crescono e muoiono di continuo, soprattutto per mancanza di personale. La polemica che scoppiò diceva che siamo in 25mila, ma si riferivano agli operai: e noi siamo guardie, non è da confondere». «Per quanto riguarda gli operai - precisa il comandante - nel mio distaccamento sono 30, tra vedette e operai distaccamento. Grazie a loro sono possibili le bonifiche o lo spegnimento degli incendi». La carenza di organico lo preoccupa: «L'amarezza di non poter far fronte alle tante richieste dei cittadini - sottolinea l'ispettore - desta in me un senso di scoramento, ma non d'abbattimento, nella speranza che si possa rinforzare il Corpo forestale che rischia esso di diventare specie protetta, aldilà dei numeri che sciorinano i malinformati, quelli in divisa siamo davvero pochi e non ci occupiamo solo di alberi e boschi. Vorrei anche rivolgere un appello ai cittadini che hanno a cuore l'ambiente, basterebbe poco, il semplice rispetto delle norme».
Questo personale combatte una vera «guerra al fuoco», come la chiama il comandante Munzone, che negli anni ha avuto i propri caduti in servizio: «Un ricordo va agli amici di Linguaglossa, che nel 1993, perirono nel territorio impervio territorio di Castiglione di Sicilia, come il caro collega Franco Manitta e il sig. Zumbo, insieme ad altre due valorose persone, caddero nel tentativo di salvare qualche albero; molta è l'amarezza per questi uomini e donne che rischiano la loro vita per salvare anche un solo albero, lo scorso anno altre vittime si sono aggiunte alla triste conta». «Nello spirito di collaborazione a volte chiamiamo altri enti per aiutarci, come il personale della Protezione Civile di Catania, la Direzione Ambiente dello stesso Comune e non ultimi gli Addetti alla sorveglianza dell'Oasi del Simeto e i vigili urbani settore Oasi. Un plauso va a Luigi Lino, del Centro Recupero Fauna selvatica che dà enorme assistenza per la salvaguardia della fauna selvatica in difficoltà; oggi il suo Centro rischia di chiudere, togliendo un riferimento a tutti noi che operiamo per la tutela e protezione degli animali».



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