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Crocetta, sono belle parole: 'Ma non si quaglia !'

Palermo. E' un bilancio positivo quello che il presidente della Regione, Crocetta, fa dei suoi primi nove mesi di governo. Ma non nasconde neanche l'amarezza per gli attacchi, al limite del dileggio, che quasi quotidianamente gli arrivano da ogni parte politica. Avverte che lui non ha alcuna intenzione di lasciarsi intimorire; che andrà avanti per la sua strada, anche perché ha tanti progetti, grandi e piccoli, da realizzare. L'ultima idea che gli frulla per la testa: un numero verde contro lostalking. «Ci penserò su in questi pochi giorni di vacanza che mi concedo», dice mentre sta per imbarcarsi per Lampedusa.

Presidente, davvero crede che la Regione abbia cominciato a cambiare marcia rispetto al passato?
«Appena insediato a palazzo d'Orléans ho dovuto lottare con una grave questione incombente. La Regione era a rischio di default e di commissariamento. Oggi tutti gli osservatori sottolineano che la situazione è cambiata. Malgrado 2,5 miliardi di tagli dei trasferimenti statali, siamo riusciti a non incidere sulla spesa sociale».
Ma c'è chi sostiene che si sarebbe potuto fare di più e meglio.
«Dimentica che, senza una maggioranza parlamentare, sono passare all'Ars leggi importantissime, come l'abolizione delle Province. In giunta abbiamo già varato il ddl sull'istituzione dei Liberi consorzi di Comuni. La prossima settimana esamineremo quello sulle Città metropolitane».
Ma quanti saranno i Liberi consorzi?
«Lo Statuto non fa riferimento al numero. Certo, dovrà esserci un minimo e un massimo di abitanti: penso da 150 a 500 mila. Poi, non bisogna dimenticare le isole minori che i costituenti hanno voluto distinguere dalla Sicilia. Penso che per i loro specifici problemi si debbano costituire due Liberi consorzi: uno del Nord e l'altro del Sud. Queste, grosso modo, le nostre proposte che poi l'Ars potrà modificare, arricchire. Occorre aggregare le forze locali e dare maggiore autonomia ai Comuni. La Regione, come centro di spesa, ha prodotto risultati nefasti».
Sono decenni che si teorizza una Regione meno elefantiaca, ma senza risultati concreti.
«Noi, però, abbiamo già fatto qualcosa: i rifiuti da ottobre potranno essere gestiti direttamente dai Comuni che così possono liberarsi dall'oppressione degli Ato. Sull'acqua pubblica ci sono state divergenze tra assessore e commissione, ma una soluzione si troverà. Siamo stati i primi in Italia a ridurre gli stipendi dei dirigenti. Ora, lo ha fatto anche il governo nazionale. Siamo la Regione che, più di ogni altra, ha fatto ruotare il personale scardinando posizioni cristallizzate. Siamo intervenuti sul default di Messina, ma anche sui rifiuti e i precari di Palermo. A Catania, Librino è una delle diciassette zone franche urbane. Catania, dopo l'elezione di Bianco a sincaco, è il Comune capofila del Patto dei sindaci a cui hanno aderito anche Messina e Siracusa».
Sono certamente atti importanti quelli compiuti dal suo governo. Però, la gente si chiede quando arriverà il lavoro, lo sviluppo.
«Oltre a rimettere in moto la spesa dei fondi europei, abbiamo avviato il bando di gara per la costruzione della nuova Catania-Ragusa. Partiranno tre lotti della Siracusa-Gela, da Rosolini a Modica, e si procede verso Modica. Entro la fine dell'anno partiranno i lavori sulla Gela-Comiso-Ragusa per rendere più agevoli i collegamenti con l'aeroporto. Per esempio, sarebbe bastato accelerare su questi lavori e oggi non avremmo alcune criticità per raggiungere lo scalo di Comiso. Inoltre, bisogna avviare un dialogo con le Ferrovie dello Stato per una linea metropolitana intercity. Abbiamo già sottoscritto un accordo con le compagnie di bus per effettuare fermate a Comiso. Mi sono battuto contro i governi nazionali che avrebbero voluto riprendersi i fondi europei, come avevano fatto con i Fas. Per quest'anno dobbiamo certificare solo 350 milioni di spesa entro dicembre. Con l'abolizione della tabella H abbiamo messo la parola fine alla discrezionalità della politica. D'ora in avanti, bisognerà redicontare le spese, ma soprattutto presentare progetti validi. La legge sulle incompatibilità è stata votata pure dalle opposizioni, mentre con il doppio voto di genere abbiamo cambiato il volto dei consigli comunali».
D'accordo, ma la Regione i pochi soldi che ha li deve spendere per pagare la pletora dei suoi dipendenti. Senza contare un vero e proprio esercito di precari...
«Grazie alla nostra lotta serrata contro l'illegalità, gli investitori stranieri e nazionali sono pronti a venire in Sicilia. Lukoil ed Eni hanno annunciato investimenti per diverse centinaia di milioni di euro. A Gela è stato realizzato il parco fotovoltaico su serra più importante d'Europa che darà 250 posti di lavoro fissi. Radiomarelli è pronta a investire nell'area industriale di Termini Imerese. Abbiamo contatti con un'impresa per la produzione di biocarburanti: abbiamo indicato l'area per l'insediamento industriale, ma anche i terreni di proprietà della Regione che potranno essere utilizzati per la produzione della materia prima, non alimentare, per il biocarburante. In questi terreni potrebbero essere impiegati parte dei lavoratori della forestale, diminuendo così la pressione sul Bilancio regionale. Ai precari degli enti locali può essere offerta la possibilità di lavorare nelle società che produrranno energia elettrica nei Comuni, mentre le aziende private potrebbero assumerli, prevedendo benifici per cinque anni. Lo stesso vale per il 118: se ci sono lavoratori in più, perché il trasporto degli emodializzati deve essere effettuato dai privati? Dobbiamo fare in modo che gli sprechi diventino risorse utili per la Sicilia».
I casi di femminicidio cominciano a essere numerosi anche in Sicilia.
«Siamo la terra che giustificava il delitto d'onore. Contro lo stalking bisogna fare qualcosa: penso a un numero verde a cui può rivolgersi chi subisce violenza, preludio al femminicidio. Penso a una struttura con avvocati, assistenti sociali, psicologi con cui potere parlare. Ma anche luoghi fisici in cui incontrarsi. A volte le donne che denunciano non vengono credute. Non solo le donne, ma anche diversamente abili e omosessuali».
E' così difficile coniugare legatità e sviluppo in Sicilia?
«Sono un binomio inscindibile. Chi li vuole separare compie un errore storico».
La contestata nomina di Ingroia a commissario di "Sicilia eServizi", però, incontra parecchi ostacoli.
«Sulla nomina di Ingroia si apre uno scontro inaudito. E' la difesa d'interessi molto forti, finti appalti in house, irregolarità che possono coincidere con l'illiceità. Un confine molto sottile».
Lei ha parlato di femminicidio anche in occasione della morte della gestante di Nicosia.
«Nicosia è la cronaca di una morte annunciata. Un decreto ha stabilito che i punti nascita con meno di 500 parti sono a rischio. Il problema non si risolve chiudendoli, ma superando il gap con il potenziamento. Sono stati chiusi punti nascita con 365 parti. Significa che ogni giorno una puerpera rischia di morire. Il potenziamenti di Nicosia lo avevamo deliberato a marzo».
Soddisfatto di questi primi nove mesi di governo?
«Con estrema sincerità devo dire che sono stati mesi di sofferenza. Ho ricevuto querele, attacchi, anche sfottò. In alcune circostanze mi sono sentito umiliato persino come uomo. A volte non sono stato combattuto apertamente, sono state fatte provocazioni pretestuose. Ma ho la corazza dura. Ho imparato a dominare le mie emozioni, a disciplinarle. Ciò che ho provato supera la più fervida fantasia. Non mi chiedano di chiedere scusa: non lo farò. Se siamo arrivati a questo punto è perché la mediazione della mafia in Regione è stata pervasiva. Una parte della politica siciliana dovrà ravvedersi operosamente».





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