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«Schiavi del pomodoro» 10 ore per 20€, anche minore e donne incinte

FOGGIA - I carabinieri della Compagnia di Cerignola, in provincia di Foggia, nell’ambito del contrasto al fenomeno del cosiddetto caporalato, hanno arrestato in flagrante i fratelli di nazionalità rumena Cristinel Stoican, 32 anni, e Irinel Stoican, 36, entrambi braccianti agricoli, ritenuti responsabili di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro in concorso e di sequestro di persona e riduzione in schiavitù.


Grazie a una serie controlli e pedinamenti, i militari hanno bloccato in Via Don Minzoni, in pieno centro cittadino, un furgone con targa bulgara nel quale venivano trasportate 14 persone (oltre all’autista), tutte di nazionalità rumena, in condizioni igienico-sanitarie davvero precarie. A causa della mancanza di spazio molti di loro viaggiavano seduti o distesi a terra. Tra questi vi erano addirittura un minorenne di 12 anni e due donne incinte.

Dalle indagini è emerso che l’autista del furgone, Cristinel Stoican, stava trasportando i lavoratori nei terreni agricoli dove avrebbero raccolto pomodori per 8-10 ore 'in nerò per una misera paga giornaliera di 20 euro, sotto la stretta sorveglianza del loro autista/sfruttatore.

L’indagine ha dimostrato che, alla fine della giornata lavorativa, così come accadeva da circa 10 giorni, tutti i lavoratori venivano riaccompagnati a bordo del furgone e nelle stesse precarie condizioni in un’abitazione abitata dal fratello Irinel, nel comune di Cerignola dove, in pochissimi metri quadrati ed in condizioni igieniche altrettanto precarie, risiedevano tutti i braccianti. 

Questi ultimi, insieme ad altri connazionali presenti e dimoranti nella stessa abitazione, erano costretti a versare mensilmente 30 euro ciascuno per le spese d’affitto. Lo sfruttamento e la riduzione in schiavitù era tale che i lavoratori erano costretti ad abitare in quelle condizioni ed era loro vietato, sotto continue minacce e uno stato di assoggettamento completo agli aguzzini, di trovare un altro lavoro, un’altra abitazione e, persino, un altro 'caporalè.

Lo stato di bisogno, le continue minacce e la strettissima sorveglianza non permettevano agli immigrati di vivere nemmeno una normale vita da bracciante agricolo. Le indagini, ancora in corso, sono tese all’identificazione di ulteriori eventuali complici dei fratelli Stoican nello sfruttamento e nella riduzione in schiavitù dei loro connazionali.

Il veicolo a bordo del quale venivano effettuati i viaggi verso i campi di lavoro è stato sequestrato. “In questi giorni - dichiara il colonnello Antonio Basilicata, comandante provinciale - i carabinieri del Comando Provinciale di Foggia sono costantemente impegnati anche nel settore del lavoro nero per la tutele dei diritti umani e per far in modo che questo fenomeno particolarmente sentito in Capitanata possa essere fermato o meglio ancora debellato”.



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