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Prima giunta con 11 assessori


I centristi, che non hanno gradito l'epilogo del caso Valenti, non hanno ancora deciso il nuovo nome, che potrebbe arrivare fra qualche giorno. Trattative in corso nei partiti per la scelta dei capigruppo e dei vicepresidenti dell'Assemblea: ecco i nomi in corsa.
Live Sicilia

PALERMO - Saranno dodici a tavola per la prima giunta. Il presidente domattina avrà attorno a sé undici assessori, dopo la defezione traumatica di Patrizia Valenti. L'Udc dovrà proporre a Rosario Crocetta un nuovo nome, dopo aver preso atto con disappunto dell'epilogo del caso Valenti. I centristi non hanno condiviso la linea del governatore che ha portato al passo indietro dell'ex presidente del Cas, accusata di slealtà dal governatore per non aver gli comunicato della sua situazione giudiziaria. Ma il partito di Casini guarda avanti e adesso dovrà proporre un nuovo nome al presidente, probabilmente un'altra donna, per mantenere la quota rosa del 50 per cento fortemente voluta da Crocetta. Oggi però non ci sono stati incontri tra governatore e Udc. Bisognerà attendere, quindi, per conoscere il dodicesimo nome della giunta, sulla quale oggi si è abbattuta una nuova polemica, stavolta relativa al figlio di Antonino Zichichi. È possibile che per rimpiazzare la Valenti si debba aspettare l'inizio della prossima settimana, a meno che, si apprende dalle parti dell'Udc, Crocetta non voglia accelerare chiedendo un incontro nelle prossime ore".

La vicenda Valenti, però, avrebbe reso più tesi i rapporti tra Pd, dove la ex capo della segreteria di Cuffaro non avrebbe incontrato entusiastici consensi, e l'Udc. Sullo sfondo c'è anche la sfida delle primarie tra Bersani e Renzi, che ieri, nel seguitissimo confronto tv, hanno più volte evocato la vicenda siciliana. Bersani lo ha fatto per sottolineare la bontà dell'alleanza con l'Udc, vincente nell'Isola. Renzi invece si è detto contrario a patti con l'Udc, "soprattutto con quella siciliana". Parole che il leader dei centristi siciliani Gianpiero D'Alia ha commentato su Twitter senza ricorrere al politically correct, dando del "cialtrone" a Renzi".

Intanto, nei partiti sono in corso conciliaboli e trattative in vista della scelta dei capigruppo. Grande Sud, Pds e Territorio si sono già portati avanti, puntando su Michele Cimino, Roberto Di Mauro e Nello Dipasquale. Nel Pd si parla ancora di Baldo Gucciardi, della corrente Innovazioni. Ma i democratici dovranno indicare probabilmente anche il vicepresidente vicario dell'Assemblea. Circola il nome di Antonello Cracolici, che però avrebbe preferito la poltrona di presidente (che dovrebbe andare all'Udc Giovanni Ardizzone) e guida una pattuglia di malpancisti. L'altra vicepresidenza dell'Ars dovrebbe andare al Pdl.

I berluscones, spiazzati dal caos che impera nella Capitale a proposito del futuro del partito, hanno un paio di nomi in pole, un ex forzista come Francesco Scoma e un ex An come Salvo Pogliese. I due potrebbero dividersi i ruoli di vicepresidente dell'Ars e di capogruppo, ammesso che il gruppo berlusconiano rimanga unito. Se, infatti, come scrivono i giornali nazionali, gli ex An saluteranno e fonderanno il proprio partito, anche all'Ars si concretizzerà la scissione. In casa Pid-Cantiere popolare invece, il capogruppo dovrebbe essere salvo sorprese Toto Cordaro, mentre nell'Udc il candidato naturale è Lino Leanza, ma resta da capire se il deputato catanese sia interessato alla pratica.

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