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Albert sul maxitrasferimento: “Scelta politica. Io ho fatto tutte le denunce”


Ludovico Albert è stato il chiodo fisso del candidato Rosario Crocetta e poi del presidente che sin dalla campagna elettorale minacciava di togliergli l’incarico di direttore generale del Dipartimento Formazione professionale. Detto fatto, Crocetta lo ha fatto fuori. E oggi, quando è in atto la sua revolution sulla Formazione professionale, Albert ritorna subito in mente.
Possibile che non si fosse mai accorto di un così alto livello di corruzione che ha spinto il presidente Crocetta a questo maxitrasferimento di dipendenti?
Io ho presentato le denunce alla Procura e nei luoghi deputati a questo. Quanto al presidente non capisco come faccia a sostenere – come ha fatto in un’intervista – che io non lo abbia messo a conoscenza in tempo delle cose. Mentre nel giorno del suo insediamento alla Presidenza della Regione gli ho consegnato una raccomandata a mano in cui evidenziavo le denunce che avevo comunque già presentato.
Ma quindi la Procura sta procedendo sul contenuto delle sue denunce. E che tipo di rilievi ha comunicato ai magistrati?

Siamo soggetti a segreto istruttorio, quindi di più non dico. Ma sono certo che le inchieste stiano andando avanti. Ho comunicazioni in tal senso.
La riforma che avete fatto con il presidente Lombardo e con l’assessore Centorrino secondo lei è suscettibile di miglioramenti oppure sarebbe meglio, come sostiene provocatoriamente qualcuno, abolirla del tutto?
Dire che si debba abolire la Formazione professionale è una iperbole come dire che vadano chiuse le scuole. Di certo c’è che l’assemblea regionale siciliana non ha inteso realizzare una riforma in via legislativa e io ho dovuto lavorare in via amministrativa. Ho fatto un bando, una lex specialis, che vale come legge dopo l’approvazione. Il fatto è che in Sicilia c’è tuttora vigente la legge 24 che certamente fa fatica ad essere utilizzata secondo le regole dei fondi europei che sono le uniche risorse spendibili in Sicilia.
Il fatto che l’assemblea regionale siciliana non abbia mai voluto affrontare la riforma della formazione non è una conferma implicita degli interessi dei singoli, di un gran numero, politici nel settore?
Questo non tocca a me dirlo certo la scelta di non fare una riforma per via legislativa è una scelta. Non prevedendo forme a evidenza pubblica, prevedendo che si pagano gli stipendi indipendentemente dalle attività svolte come prevede la legge 24, si impedisce una vera modifica del comparto.
Lei ha diretto il Dipartimento della Formazione. Un provvedimento come quello avviato da Crocetta che ha trasferito 60 dipendenti su 120 – a dimostrazione che non possano essere tutti “corrotti” – come segno simbolico di una riorganizzazione interna, lo avrebbe mai adottato?
Quando mi insediai alla Formazione professionale, depositai una richiesta di trasformazione di quel dipartimento prevedendo una modifica dell’organizzazione di quel dipartimento. Proposte che lo snelliva e che aveva anche l’obiettivo di produrre cambiamenti rispetto ad una situazione ingessata. Tutte le volte in cui ho avuto elementi chiari nei confronti di una persona, io ho agito di conseguenza trasferendolo e destinandolo ad altri incarico. Il genere di provvedimento attuato da Crocetta, spostare un numero così alto di persone, è una scelta politica non tecnica.

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