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Polizzi, il Comune sciolto per infiltrazioni mafiose


DOPO L’INDAGINE DEGLI ISPETTORI

Polizzi, il Comune sciolto
per infiltrazioni mafiose

Sciolto per mafia il Comune di Polizzi Generosa. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri al culmine di un’indagine svolta da una commissione di ispettori cominciata nell’ottobre dell’anno scorso e culminata con le dimissioni del sindaco Patrizio David. Con Polizzi sono stati sciolti altri cinque comuni tra cui Mascali, in provincia di Catania.
La decisione del Consiglio dei ministri è l’epilogo di una crisi esplosa dopo l'arrivo degli ispettori incaricati di indagare su infiltrazioni mafiose al Comune. Gli accertamenti disposti dal prefetto di Palermo, primo atto di una procedura che si conclude adesso con lo scioglimento, riguardano vari atti amministrativi, la concessione di contributi e soprattutto l'attività dell'ufficio tecnico comunale, considerato lo snodo cruciale dell'inquinamento malavitoso. Proprio l'ufficio cioè preso di mira dagli ispettori sin dal loro insediamento.
Polizzi è stata al centro di episodi criminali legati soprattutto alla gestione del feudo di Verbumcaudo confiscato alla mafia. Vincenzo Liarda, il sindacalista della Cgil che si era battuto per l'assegnazione delle terre alle cooperative di produzione, ha ricevuto numerose intimidazioni. In alcuni casi le lettere con minacce di morte sono state accompagnate da proiettili di arma da fuoco e dal danneggiamento della casa di campagna. Il paese ha reagito con manifestazioni antimafia molto partecipate.
Prima che il sindaco decidesse di farsi da parte il quadro politico era stato attraversato da tensioni, polemiche, cambi di schieramento. Tanto che in consiglio Daavid poteva contare, nell’ultima fase della sua gestione, sul sostegno di appena quattro consiglieri su 15. Gli altri erano tutti all'opposizione. La situazione è precipitata con l'arrivo degli ispettori. Il Pd ha subito chiesto un chiarimento sui fatti al centro dell'indagine e ha annunciato le dimissioni dei propri consiglieri Charles Di Fiore e Giusy Taravella. Il loro esempio è stato subito seguito da due consiglieri dell'ex maggioranza, Tania Di Fina e Maurizio Picciuca, che fino all'ultimo erano rimasti a fianco del sindaco.
La precaria situazione dell'amministrazione è dimostrata da un altro episodio: per allinearsi alle norme sulle quote rosa, il sindaco aveva dovuto chiedere l'ingresso in giunta di una donna. Ma il rimpasto era diventato un affare di famiglia: Tiziana Cascio avrebbe dovuto prendere il posto del fratello Vincenzo. Alla fine è stata lei stessa a rinunciare. Era il segno di quanto la situazione fosse ormai sfuggita di mano al sindaco David che a metà ottobre dell’anno scorso ha deciso di farsi da parte per neutralizzare l'atto di sfiducia che intanto l'opposizione aveva presentato.

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