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L'auto di servizio per gli spostamenti


Palermo. Risultava al lavoro nei cantieri della forestale ma in realtà lavorava per una ditta intestata a moglie e figlio spostandosi con l'auto di servizio. E aveva fatto destinare due operai alla raccolta di lumache da cucinare per gli amici. E' un "vademecum degli sprechi" quello contenuto nella sentenza con la quale la Sezione giurisdizionale della Corte dei conti ha condannato un funzionario dell'Azienda foreste demaniali a risarcire 13.131 euro. Si tratta di Biagio Fanara, 63 anni, di Calatafimi, in servizio all'ufficio provinciale di Trapani con la qualifica di perito tecnico forestale. Nel 2008 era finito agli arresti domiciliari con l'accusa di peculato, concussione, truffa aggravata e falsità ideologica in atto pubblico. Nel 2010 aveva patteggiato la pena di due anni di reclusione e nel 2011 era stato sospeso dal servizio per sei mesi.
Tra giugno e settembre del 2008 Fanara era stato pedinato dagli investigatori che gli avevano piazzato un localizzatore satellitare nell'auto di servizio. Era stato così accertato che «durante l'orario di lavoro era solito dedicarsi a compiti diversi da quelli istituzionali essendo impegnato, prevalentemente, nell'attività di vendita di prodotti farmaceutici per conto della Farmatek ma anche occupato nel disbrigo di incombenze personali (fare la spese, andare al bar, accompagnare familiari, supervisionare la ristrutturazione dell'abitazione del figlio) utilizzando l'autovettura assegnatagli per ragioni di servizio senza peraltro riconsegnarla all'autoparco alla fine del servizio, nei giorni festivi e in quelli in cui si trovava in congedo ordinario». Tra le altre accuse la falsa attestazione sulla qualifica di due operai, l'aver regalato guanti di proprietà dell'Azienda e «avere indotto il capo operaio presso un cantiere, gerarchicamente a lui sottoposto, a destinare due operai forestali alla raccolta di lumache da consumare nel corso di una cena con amici». Per quest'ultimo episodio a Fanara è stato contestato il danno erariale di 319 euro «pari alla retribuzione inutilmente erogata agli operai distolti dall'attività lavorativa».
La Sicilia

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