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I lavori più richiesti in Italia: dal bracciante allo sceneggiatore !

Braccianti agricoli


Il mercato del lavoro in Italia vive una condizione di dualismo: da un lato ci si lamenta che nessuna azienda assume e che le opportunità sono ridotte al lumicino, dall’altro esistono professioni molto ricercate dai datori di lavoro ma che nessuno sembra più voler intraprendere. Un quadro complesso confermato anche dal Rapporto 2013 sulle comunicazioni obbligatorie, reso noto dal Ministero del Lavoro, che mette in fila i lavori più richiesti in Italia nel corso dell’ultimo anno. Anche se non manca qualche sorpresa, la verità è che oggi molti di questi mestieri stanno sparendo o sono prerogativa degli stranieri. Perché gli italiani non vogliono più farli.

Leggendo il rapporto, comunque, si capisce come l’Italia stia attraversando uno dei periodi più difficili dal dopoguerra, segnato da un alto tasso di disoccupazione e da una forte domanda di lavoratori non specializzati (che sia nel settore agricolo, edilizio o dei servizi). Periodo nero per chi ha speso tempo e soldi per approfondire e rendere più settoriali le proprie competenze, perché la verità è che più specializzato sei e più difficoltà avrai a inserirti. Non solo, perché la tendenza degli ultimi anni è anche quella di reiterare i contratti flessibili, saliti dal 26% al 52% dal 2001 ad oggi, situazione di instabilità che colpisce soprattutto i più giovani. Scarsa specializzazione e precarietà sono le parole chiave per capire i dati del rapporto.
L’Italia non è un Paese per giovani, ma non è neanche il luogo ideale per chi cerca una sistemazione definitiva. Dimenticare il contratto a tempo indeterminato era l’invito dell’ex premier Monti, e pare proprio che la sua profezia si stia avverando visto che, nel 2012, i contratti a tempo determinato o comunque precari hanno raggiunto il 64% del totale dei nuovi contratti avviati. Il tutto in uno scenario in cui il numero di nuovi assunti cala del 2% (206mila unità) rispetto al 2011. Non si assume e, anzi, si licenzia, anche se sussistono le consuete differenze tra Nord e Sud: le regioni sopra Roma incorporano la metà dei contratti per l’industria (50%), per le comunicazioni, attività finanziaria e servizi alle imprese (oltre il 49%); il Mezzogiorno al contrario concentra più del 65% dei nuovi contratti nell’area agricola (solo il 23,7%).
Passiamo infine alle 10 professioni più richieste dal mercato, quelle che nonostante la crisi economica hanno ancora mercato. Peccato, lo ripetiamo, che gli italiani siano spesso poco disposti ad abbandonare vecchi pregiudizi per abbracciare il lavoro di una volta o poco specializzato.
Braccianti agricoli (15,1% dei contratti totali del 2012, 767.405 assunzioni);
Camerieri e professioni assimilate (8,1%, 441.262 assunzioni);
Manovali e personale non qualificato dell’edilizia civile (4,3%, 217.777 assunzioni);
Cuochi in alberghi e ristoranti (3,9%, 196.870 assunzioni);
Addetti allo spostamento delle merci (3,3%, 166.366 assunzioni)
Registi, direttori artistici, attori, sceneggiatori e scenografi (3,1%, 157.191 assunzioni);
Commessi delle vendite al minuto (2,4%, 120.027 assunzioni);
Baristi e professioni assimilate (2%; 102.906 assunzioni);
Muratori in pietra, mattoni e refrattari (1,9%, 97.950);
Autisti di taxi e altri veicoli (1,8%, 89.617).



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