E’ auspicio di questa presidenza che nei prossimi mesi possano emergere valori condivisi di partecipazione, nella comune prospettiva del miglioramento delle condizioni di vita dei siciliani”.
Queste le parole del presidente Francesco Cascio, con le quali si è chiusa l’ultima seduta dell’Assemblea regionale siciliana. Pochi istanti prima Raffaele Lombardo, ormai ex presidente della Regione, ha rassegnato le tanto attese dimissioni alla presenza dei deputati del parlamento siciliano.
Cascio ha ricordato al parlamento siciliano che, per regolamento, l’Ars rimarrà in possesso dei suoi poteri fino all’insediamento della nuova Assemblea regionale, che dovrebbe essere eletta il prossimo 29 ottobre. A conclusione dei lavori, una ringraziamento è andato ai deputati e per il loro impegno, nonostante “le enormi difficoltà  del quadro politico e soprattutto di natura finanziaria”.
                                             

Sala d’Ercole adesso riaprirà soltanto il prossimo 9 agosto alle undici del mattino, per eventuali impegnative del commissario di Stato sulle norme che oggi pomeriggio sono state approvate dall’Assemblea in merito all’assestamento tecnico.
E dopo le dimissioni, c’è molta amarezza e molta indignazione. I disegni di legge non approvati, i “balletti” (così li ha definiti Marianna Caronia del Pid) del governo sulla questione delle coperture, ancora non del tutto chiara. Insomma, non si chiude al meglio questa esperienza di governo.
Alla fine dei lavori, infatti, non sono mancate le dichiarazioni, spesso polemiche, dei deputati e in particolare dei capigruppo.
Ma Nicola d’Agostino, capogruppo dell’Mpa, il partito di cui Lombardo fa parte, ha definito “serene” le dimissioni dell’ex governatore, marcando l’accento sull’azione svolta da questo governo, che per il capogruppo ha “realizzato riforme importanti, ristrutturato il bilancio, evitato emorragie, spese folli e disastri con una pesante eredità che ci siamo purtroppo ritrovati sulle spalle”
Alle critiche riguardo la mancata attuazione di norme importanti come la spending review, D’Agostino ha risposto che il governo, in questi quattro anni, la revisione della spesa l’ha già fatta, e che “i risultati si vedranno nella prossima legislatura”
Per il resto, parole di amarezza da un lato, di speranza e ottimismo per il futuro dall’altro.
Molti coloro che confidano nelle ormai prossime elezioni regionali come momenti di riscatto per la Regione.
“La Sicilia deve scegliere una classe dirigente di uomini liberi perché per troppi anni è stata guidata da chi non era nelle condizioni di governare liberamente” ha detto Antonello Cracolici, capogruppo del Partito democratico, che ha poi rivendicato la scelta fatta dal suo partito in Sicilia di allearsi con il governo Lombardo, scelta che da molti è stata definita “fraintesa”, e che il Pdl definisce una “truffa politica”. Ma Cracolici non si è pentito, anzi ci tiene a sottolineare che “la nostra è stata la prima regione italiana nella quale il centrodestra si è sgretolato, e ciò è avvenuto grazie all’azione determinante del Pd”.
Per i deputati del Pdl, e quelli di molti altri partiti, questo è  stato un “governo incapace” e la sua fine rappresenta “il triste epilogo di una triste esperienza di governo”.
Certo è che la situazione rimane preoccupante: non sono state approvate le manovre che forse avrebbero consentito alle finanze della Regione di prendere una boccata d’aria, e, per quanto sia stato scongiurato fin’ora, il rischio default sembra rimanere. Per questo nel corso dei lavori di oggi lo stesso assessore all’Economia regionale, Gaetano Armao, si è impegnato a cercare di intraprendere, in questi novanta giorni, tutte le misure necessarie al fine di “lasciare una decente eredità al prossimo governo”.
Insomma, adesso è davvero il momento di guardare avanti.