I candidati più autorevoli sono nove, ma Innocenzo Leontini non è  solo uno dei nove, è il capogruppo parlamentare uscente del Pdl dell’Assemblea regionale siciliana, colui che ha rappresentato il partito nell’aula parlamentare per tre anni e mezzo. La sua candidatura non è stata decisa né da Silvio Berlusconi, né da Angelino Alfano, né dagli organi di partito, coordinamento nazionale (La Russa, Verdini, Bondi) e regionale (Castiglione, Nania e Misuraca), quindi è – di fatto- una candidatura “di rottura”, che si aggiunge a quelle, ormai consolidate, di Rosario Crocetta (Pd) e Claudio Fava (Sel).


La comunicazione ufficiale non ha sorpreso alcuno, perché la candidatura è stata preparata da  incontri e note che la preannunciavano, di fatto. Innocenzo Leontini ha riferito più volte della volontà di lanciare una lista civica regionale in occasione del rinnovo dell’Assemblea, precisando che non si trattava di una iniziativa in contrasto con il Pdl. L’ambiguità di questa comunicazione, tuttavia, è stata per così dire accettata, perché Silvio Berlusconi da mesi predica la necessità di frammentare il partito e “combattere” il suo declino con iniziative di supporto: non più una sola lista, quella con il simbolo del partito, ma altre liste di fiancheggiamento.
Leontini si è riparato finché ha potuto all’interno di questa strategia del Cavaliere, ma con il passare dei giorni è parso più che evidente che la sua lista non è stata concertata con il partito.
Nel suo ultimo intervento in Aula, il capogruppo  Pdl all’Ars ha  lanciato alcuni strali verso quei deputati che pur militando nel Pdl avrebbero di fatto fiancheggiato il governatore, Raffaele Lombardo.
Il Pdl siciliano registra quindi l’ennesima scissione, o comunque l’ennesimo strappo, perché Leontini non è il primo a decidere di fare di testa sua. L’hanno preceduto Gianfranco Miccichè e i finiani, che hanno dato vita al gruppo parlamentare del Pdl Sicilia e poi a due partiti, il Grande Sud e il Fli.
Nel Pdl, intanto, ancora non è stato sciolto il nodo delle primarie che sono state sostenute, con scarso successo, da Giuseppe Castiglione, e avversate da Francesco Cascio. Angelino Alfano non si è ancora pronunciato sulla questione, mentre nel partito, ovviamente in vista delle politiche, si sono registrate iniziative a favore delle primarie, con l’esclusione magari della scelta del premier. Situazione complessa, dunque, in Sicilia. E’ qui che le primarie dovrebbero essere tenute a battesimo, dato che si voterà a fine ottobre.
Leontini non parteciperà alle primarie, anche se dovessero celebrarsi, la qualcosa è assai improbabile, e quindi potrebbe accadere che i consensi del centrodestra si debbano distribuire fra il candidato ufficiale del partito (Cascio?),  Leontini e Gianfranco Miccichè, con conseguenze rilevanti ai fini del successo finale.
Leontini, tuttavia, a differenza degli altri, può contare sull’alleanza del Pid di Saverio Romano. Gli ex Udc di Romano e Cuffaro, infatti, hanno preferito il patto con Leontini e la sua lista all’alleanza con il Pdl. Una scelta che fa riflettere sulla tenuta del Pdl in Sicilia.