“Io sto fuori, mi voglio finalmente godere il mio ‘buen retiro’”. Lo dice Raffaele Lombardo in un’intervista a La Stampa all’indomani delle dimissioni da governatore della Sicilia. L’ormai ex governatore isolano giura di non aver fatto assunzioni ingiustificate ed anzi rilancia sostenendo che se non avesse fatto le sue assunzioni avrebbe commesso “il reato di omissione d’atti d’ufficio”. Lombardo, incalzato, aggiunge: “tutti facevano segnalazioni e quando dico tutti dico proprio tutti, deputati, senatori di tutti i partiti, nessuno escluso”.

“Qui adesso – attacca Lombardo – mi vogliono far passare per il diavolo mentre gli altri sono tutti delle verginelle. Ma su, finiamola con i luoghi comuni!” Il rammarico piu’ grande per Lombardo e’ “l’accusa di collusioni mafiose, poi ci sono i tradimenti di alcuni amici”. Uno su tutti Nicola Leanza che “ora e’ tornato fra le braccia di Casini e di un partito che vuole mettere gli artigli sulla Sicilia”. “Casini – aggiunge Lombardo – non vede l’ora di mettere le mani sul malloppo cuffariano in tutti i sensi. Oltre che i voti, lui e i suoi alleati, vogliono scambiare la Sicilia con i petrolieri e i grandi gruppi imprenditoriali. Conosco poche persone che disprezzano la Sicilia come Casini”. Da parte sua Lombardo si prepara alle elezioni di fine ottobre quando il candidato sara’ l’assessore Russo, “un ex magistrato antimafia. Ha qualche chance di vincere se riuscira’ a far conoscere la rivoluzione che ha fatto nella sanita’”.