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Lombardo addio, si ricomincia

                                             
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Lombardo addio, tutto comincia ora. La Sicilia va verso le elezioni d’autunno e i grandi giochi delle alleanze e delle candidature, adesso che il governatore ha salutato e se n’è andato (per modo di dire, si capisce, possono cominciare. Di fronte ai discorsi che hanno chiuso all’Ars l’esperienza del governo Lombardo converrà ricordare a tutti i partiti che, in qualche modo, anche loro hanno fatto la loro parte accanto a Lombardo. Prima, durante, da ex amici, da ex nemici, in qualsiasi forma o modalità passeranno alla storia come coloro che hanno collaborato. 



Questo non solo per raccontare tutta la verità su quel che è stato, ma per cercare di capire come si procederà da oggi al futuro. Lombardo se n’è andato, ma è pronto a rifare per intero la sua parte. Si tratta di stabilire con chi e perché. Delle varie opzioni abbiamo già parlato, ma si fa sul serio da oggi. La palla è nelle mani del Pd, che potrebbe in poche ore sciogliere tutti i suoi dubbi, procedere all’accordo con l’Udc, chiamare a Roma Rosario Crocetta e incoronarlo come il candidato di questa nuova intesa, siciliana e nazionale. Ma il Pd è il partito dell’incertezza, temporeggiatore, delle primarie che si devono fare ma spaventano tutti, delle sperimentazioni a metà, dei veti interni incrociati, dei possibilismi. Così Crocetta va avanti per la sua strada, delle scelte ufficiali del Pd ancora nulla si sa, perché nulla è stato scelto. Lombardo conta di insinuarsi in queste falle, nelle smagliature dei democratici, nell’insofferenza di molti che potrebbe, di fronte all’ipotesi di una candidatura debole, diventare di tanti. Certo, si dice che, alla fine, anche i più riottosi ubbidiranno al partito, sarà, ma bisognerà valutare se il partito saprà scegliere alleati e candidati per vincere, oppure se resterà schiacciato dalla crisi di identità che continua ad attraversarlo. Lombardo sta là, aspetta, lui ha Massimo Russo pronto a candidarsi, con l’opzione del ticket con Crocetta presidente che continua a restare a galla. Alla finestra sta la Sinistra che aspetta a sua volta di capire di che colore è il Pd. Fava si è candidato, intanto, poi si vedrà il resto. La grande incognita, poi, è il Pdl, con i suoi alleati. Il partito di Berlusconi vorrebbe tentare l’Udc, con cui pensa di riaggregare il centrodestra di un tempo, senza Lombardo. Ma l’impresa non è facile, tutt’altro e nel frattempo non si trova nemmeno la formula per indicare il candidato. Primarie? Alfano? Castiglione? Regna l’incertezza anche qui. Per questo chi ha salutato con troppa fretta Lombardo, dandolo per dimesso, dunque fuori, forse non ha fatto tutti i conti sul futuro che sta cominciando.

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