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«La Montagna è la nostra vita da difendere a qualunque costo»

La Sicilia


Le radiotrasmittenti gracchiano in continuazione

Le radiotrasmittenti gracchiano in continuazione. I mezzi, di color verde militare, sono disposti in modo da sgattaiolare senza ostacoli alla "prossima" chiamata d'emergenza.
Gli operai, anzi i "Rambo" del fuoco sammichelesi, con addosso le loro tute arancioni, rivolgono ininterrottamente uno sguardo nervoso e al contempo amorevole verso la Montagna Ganzaria, così come farebbe qualunque genitore premuroso e attento verso un figlio che sta vivendo un momento di difficoltà.

Su quell'altopiano hanno vissuto una settimana di inferno, per fronteggiare due terribili incendi che hanno duramente compromesso il polmone verde della Ganzaria. Sono state per loro lunghissime ore di pura guerriglia, con fronti di fiamme alte pronte a cambiare velocemente direzione e ad inabissarsi pure lungo ripidissimi pendii, e sempre in frontiera per arginare, con ogni mezzo, le scorribande del nemico.
«Abbiamo vissuto - racconta Rosario Masi, da 20 anni in forestale e con bruciature ancora ben visibili su un braccio - giorni veramente drammatici. Per ognuno di noi è stato un flagello vedere il nostro patrimonio boschivo andare in fumo, mentre, per spegnere le fiamme, abbiamo fieramente messo a rischio la nostra vita, senza rifletterci per un solo istante».
Lo stesso pensiero, seppur declinato in modo diverso, lo esprime Girolamo Cristiano, autista da oltre 20 anni nell'«antincendio»: «Quando siamo chiamati a intervenire il nostro pensiero vola immediatamente alla Montagna, che consideriamo parte di noi. Quei momenti li viviamo con grande angoscia ed amarezza, nella consapevolezza di non essere certi di un ritorno nelle nostre famiglie».
Poi, il tono dei "Rambo" del fuoco cambia quando tiriamo in ballo il solito mantra, certamente frutto di pregiudizi sociali che scaturiscono da dichiarazione piuttosto avventate scaraventate in passato, che li vorrebbero responsabili di simili misfatti.
«Pezzi di società - sottolinea Aldo Di Rosa, da 22 anni in forestale e con una bella laurea in Biologia nel cassetto - non percepiscono o meglio non vogliono capire il lavoro svolto dai braccianti e dall'antincendio per i boschi. Spesso siamo giudicati male, ma nelle emergenze siamo i primi a intervenire anche in condizioni estreme e con mezzi inadeguati e competenze professionali che andrebbero riqualificati».
Concetti ripresi anche da Agostino Raia, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza della Flai/Cgil: «Rispediamo al mittente tutte le accuse rivolte ai lavoratori forestali siciliani e chi lo fa sconosce del tutto i rischi a cui vanno incontro giornalmente nella repressione degli incendi. Pertanto, facciamo appello ai dirigenti dei dipartimenti regionali competenti affinchè migliorino le condizioni di sicurezza degli stessi". Sarebbe ipocrita negarlo, ma la Montagna Ganzaria rappresenta un importante ammortizzatore sociale per San Michele di Ganzaria. Lavoro che, considerati i tempi di crisi occupazionale e sociale che viviamo, va difeso, senza sé e senza ma.
«La Montagna Ganzaria - sottolinea Franco Seggio, da due decenni nell'«antincendio »- è per noi e per i braccianti l'unica risorsa di sostentamento per le nostre famiglie». La considera invece la "fabbrica" di San Michele di Ganzaria l'operaio Giuseppe Cantale, che aggiunge: «E' l'unica realtà che ci conferisce dignità come uomini e come lavoratori». Quindi, un patrimonio geo-sociale da tutelare per il bene delle generazioni presenti e future.
«Coloro che stanno devastando i nostri boschi, si facciano un esame di coscienza e capiscano che stanno commettendo un omicidio verso l'ambiente e verso le future generazioni»: è l'accorato appello dell'operaio-assessore Luigi Nativo
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