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Cefop, Cassa integrazione bloccata dal Ministero del Lavoro


Non c’è cosa peggiore che aggiungere confusione al caos in cui è precipitata da troppi mesi la formazione professionale siciliana. Uno stato di “interdizione” che ha inasprito il disagio sociale acuitosi con i massicci licenziamenti di personale. Oltre mille quelli già raggiunti da lettere di revoca del posto di lavoro e si stima che almeno altrettante saranno destinatari di eguale provvedimento entro il 2013. E allora cosa fare in questi casi?Il nostro impegno quotidiano si è concentrato, nelle scorse settimane, sull’analisi del settore, nel tentativo di rispondere alle tante segnalazioni dei lavoratori che, a vario titolo, hanno dichiarato il loro disappunto sull’andazzo del sistema formativo. In altri casi, e riteniamo di averlo fatto responsabilmente, abbiamo affrontato le criticità e le tante incongruenze che hanno pregiudicato la qualità dell’erogazione dell’offerta formativa. Ma sui licenziamenti l’approccio redazionale è stato volutamente diverso: abbiamo più volte sottolineato come, in Sicilia, si stia licenziando il personale assunto da Enti formativi, nati come Enti strumentali della Regione secondo quanto previsto dalla legge regionale 24 del 6 marzo 1976, in difformità di procedura e di previsione normativa regionale.

Abbiamo poi cercato di affrontare la delicata vicenda attraverso la voce dei diretti interessati: Enti, lavoratori e sindacati. Almeno quelli che hanno sentito la necessità di metterci la faccia con alto senso di responsabilità e consapevoli di ricevere feroci critiche.
Sulla vicenda del Cefop, Ente in amministrazione straordinaria, e del licenziamento di circa 350 lavoratori ci siamo sforzati di fornire un’informazione trasparente, chiara e la più veritiera possibile, sgombrando il campo da ogni possibile rischio di congetture o prese di posizione che non servono a nessuno in questa delicatissima fase sociale.
Abbiamo contattato, pertanto, il responsabile regionale del settore della formazione professionale di Uil scuola, Giuseppe Raimondi, che non si è sottratto al confronto e, diversamente da altri colleghi rimasti comodamente nel “silenzio tombale”, ha risposto alle nostre domande fornendo il quadro di quanto accaduto nell’ultimo mese al Cefop. Raimondi ci fa sapere che il 7 dicembre 2012 si è esaurita la procedura di mobilità di cui alla legge 223 del 23 luglio 1991. I 347 lavoratori raggiunti, entro il 31 dicembre 2012, dalla lettera di recesso saranno assoggettati alla normativa previgente la legge 28 giugno 2012, n. 92 cosiddetta “legge Fornero”, dal nome del ministro Elsa Fornero.
Approfondiamo con il sindacalista il significato di questa affermazione. La normativa previgente contempla, per i lavoratori che hanno perduto il lavoro, il pagamento dell’indennità di mobilità in deroga pari all’80% della retribuzione teorica lorda. Indennità spettante solo dopo che gli interessati si sono avvalsi di tutti gli strumenti e degli istituti di sostegno al reddito. Per i lavoratori della formazione professionale questo si traduce nell’avere fruito dell’indennità di disoccupazione.
Veniamo al chiarimento sulla Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd): ci sarà o non ci sarà? Proprio di ieri la polemica a distanza tra chi sostiene che non si applica l’ammortizzatore sociale in deroga al personale licenziato del Cefop e coloro che, diversamente, affermano che il diritto permane in capo ai licenziati. Abbiamo chiesto a Raimondi spiegazioni in merito. Lo stesso ha voluto sottolineare che, per quanto attiene alla Cassa integrazione in deroga concessa a tutto il 31/12/2012, è utile dire come stanno realmente le cose per evitare che si formino convincimenti definitivi, soprattutto tra i lavoratori.
Tutto parte da un articolo apparso sul nostro giornale dal titolo “Niente ammortizzatori sociali per i lavoratori licenziati”; veniamo così al tema centrale della vicenda che Raimondi ha così rappresentato. Dice il sindacalista: “Premetto che l’intesa istituzionale, ovvero l’accordo/decreto che autorizza l’accesso ai benefici dell’ammortizzatore, è stato sottoscritto il 19 dicembre 2012 e che in pari data è stata inoltrata all’Inps la domanda di integrazione salariale (Modello IG15/deroga). Il 20 dicembre 2012 l’Ente, avendo avuto riscontro dall’Inps della ricezione della domanda, ha trasmesso all’Ufficio del Lavoro, come da procedura, L’IG15/deroga debitamente protocollato per ‘agganciare’ il decreto n. 201202611 del 19/12/12 all’istituto previdenziale. L’agganciamento del decreto del Cefop si è realizzato solamente il 4 gennaio 2013 con protocollo Inps n.0000090 .. L’agganciamento del decreto del Cefop si è realizzato solamente il 4 gennaio 2013. Preciso inoltre, che l’Ente ha già telematicamente trasmesso all’Inps gli SR41(il modello mensile che consente all’Inps di predisporre l’indennità) sino al mese di novembre 2012.
Il 21 dicembre 2012 la Direzione generale dell’Inps di Roma, in attuazione agli indirizzi forniti dal Ministero del Lavoro circa gli ammortizzatori 2012 e 2013, ha diramato alle sedi regionali Inps il messaggio n. 21164 del 21/12/201”.
Precisiamo che, attraverso tale informativa, la sede centrale dell’Istituto di previdenza ha ordinato alle strutture territoriali di attenersi puntualmente ai cinque indirizzi interpretativi resisi necessari dalle novità introdotte dalla legge 28 giugno 2012 n. 92.
Cerchiamo di chiarire gli effetti del messaggio sulla procedura adottata dal Cefop. Il messaggio, basandosi su una circolare del Ministero del Lavoro, ha bloccato i pagamenti della Cassa integrazione in deroga autorizzata dopo il 31/12/2012. Recita il messaggio al punto 1. “i pagamenti di mobilità in deroga e le autorizzazioni di concessione di Cig in deroga per il 2012 potranno essere emessi solo per prestazioni relative a provvedimenti di concessioni regionali pervenuti all’Istituto entro il 31/12/2012. A tal proposito, anche in relazione all’urgenza degli adempimenti ed in prossimità delle chiusure di fine anno le sedi potranno accettare inserimenti sul sistema Sip dei provvedimenti di concessione regionale anche successivi al 31 dicembre 2012 purché preceduti da invio della decretazione con protocollazione inps entro la data del 31 dicembre 2012.”
“A nostro giudizio – sottolinea Raimondi – a prescindere dalla gravità della circolare del Ministero del Lavoro, le date contenute nella procedura operata dal Cefop sanciscono il diritto al pagamento, poiché l’Inps ha protocollato la domanda dei Commissari straordinari dell’Ente in data 20 dicembre 2012, ancorché l’agganciamento del decreto sia avvenuto il 4 gennaio 2013”.
La surreale situazione che coinvolge centinai e centinaia di pratiche, che interessano tutte le regioni del nostro Paese, ha già provocato la dura presa di posizione delle organizzazioni sindacali confederali e dei vertici della Conferenza delle Regioni. Il presidente della Conferenza Stato-Regione, Vasco Errani, in data 11 gennaio 2013 ha preso, sulla delicatissima vicenda, una chiara posizione. Riportiamo un passo del presidente:
“L’Inps ha bloccato il pagamento della Cassa integrazione in deroga del 2012 autorizzata dopo il 31 dicembre, basandosi su una circolare del Ministero del Lavoro. Tutto ciò desta forte preoccupazione e le Regioni lanciano un appello affinché si eviti di danneggiare lavoratori che vivono già un momento particolarmente difficile. Tra l’altro la circolare crea sperequazioni e differenze di trattamento fra i lavoratori che vanno evitate”.
Spinto da forte preoccupazione per i possibili risvolti, Vasco Errani ha precisato: “Occorre fare di tutto per non aggiungere ulteriori tasselli alla ‘questione sociale’ che sta caratterizzando diverse aree del Paese, come autorevolmente sottolineato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo intervento di fine anno”. Riportiamo anche la testimonianza del coordinatore della materia Lavoro nell’ambito della commissione Istruzione, Lavoro, Innovazione e Ricerca della Conferenza delle Regioni, Gianfranco Simoncini (Assessore della Regione Toscana). Dopo la dichiarazione di Errani, lo stesso ha scritto al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e alle Parti sociali.
“Nella circolare del Ministero del Lavoro – ha spiegato il coordinatore – ci sono aspetti tecnici non attuabili anche dalle Regioni più virtuose i cui tempi di autorizzazione alla Cig in deroga non superano i 10-15 giorni. Bloccare le autorizzazioni al 31 dicembre 2012 è quindi incomprensibile e fra l’altro produce una sperequazione di trattamento fra chi dovrebbe fruire, e non può, della Cigd e chi invece fruisce, perché non c’è blocco dei pagamenti, della cassa ordinaria. Esiste, quindi, una inconfutabile generale impossibilità tecnica per le Regioni di ottemperare a quanto richiesto dal Ministero. Abbiamo chiesto – ha precisato Simoncini – al Ministro un intervento urgente al fine di consentire all’Inps di procedere al pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga relativi al 2012 e inoltrati dalle Regioni all’Inps a partire dal 2 gennaio 2013 in poi”.
La questione, evidentemente, è a carattere nazionale e domani, martedì 15 gennaio 2013, si terrà una riunione presso il Ministero del Lavoro alla quale, per la Sicilia, parteciperà il dirigente generale, Anna Rosa Corsello, per trovare una soluzione che passa dalla inevitabile revoca della circolare ministeriale.
Resta in piedi la proposta lanciata da LinkSicilia nell’articolo del 13 gennaio scorso e indirizzata al Governo regionale, che riportiamo. Il Governo regionale potrebbe disporre in favore del personale licenziato dal Cefop l’anticipazione del pagamento delle somme secondo quanto previsto dall’articolo 1, comma 2 della legge regionale n.10 del 7 giugno 2011. Previsione normativa rafforzata da quanto previsto nel quarto comma della legge regionale citata. La norma introduce un criterio di priorità per gli interventi a carico del fondo di garanzia previsto dall’art.132 della legge regionale n.4 del 16 aprile 2003. Misura destinata prioritariamente in favore dei soggetti con anzianità di servizio di almeno trenta mesi alla data di entrata in vigore della legge regionale 10/2011, dipendenti degli enti di formazione professionale con contratto a tempo indeterminato, instaurato per le finalità di cui alla legge regionale 6 marzo 1976, n. 24.Significa, in buona sostanza, che i lavoratori licenziati dal Cefop in amministrazione straordinaria, che vantano il possesso dei requisiti per ottenere l’indennità di sostegno al reddito, potrebbero beneficiare della anticipazione dalla Regione, in attesa che si superi la vicenda interpretativa legata all’applicazione delle nuove disposizioni normative a partire dal 2013 al sistema delle tutele in costanza di rapporto di lavoro. Resta il fatto che l’esercizio provvisorio non consentirebbe, ad oggi, di riconoscere per intero le indennità al personale licenziato.
Pur tuttavia, il Governo potrebbe appostare la somma necessaria nell’apposito capitolo di bilancio dedicato al funzionamento del Fondo di garanzia e procedere a pagare in dodicesimi.
Il silenzio del presidente della Regione, Rosario Crocetta, non fa presagire nulla di buono sulla formazione professionale. Ma anche l’assessore Nelli Scilabra risulta assente ad oggi: nessuna posizione sul “Piano Barca”, sulla legge regionale 24/76, sull’albo degli operatori della formazione professionale, sui licenziamenti.
Dai proclami elettorali agli incontri con i lavoratori, la giovane universitaria sembra essersi distinta per fornire qualche risposta a parlamentari con figli incappati in licenziamenti e poi il nulla. Un silenzio interrotto solamente da visite al palazzo di Giustizia. Troppo poco per considerarlo l’inizio di un nuovo approccio riformatore. E i lavoratori ancora attendono, mentre i licenziati sono già entrati nel vortice della disperazione.

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