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Cartabellotta: 'forestali, costano meno e stanno lavorando di più sul territorio'

Catania. «Scusate, vorrei chiedere se qualcuno di voi pensa che il presidente della Regione sia Nembo Kid. Perché se è così, allora è comprensibile che si chieda tutto e subito, come per miracolo. In caso contrario, non essendo Rosario Crocetta, appunto, Nembo Kid, bisogna pur concedere un tempo ragionevole per affrontare problematiche che in Sicilia sono incancrenite da decenni».
L'assessore regionale all'Agricoltura e Foreste, Dario Cartabellotta, senza fare polemica più di tanto, si fa una domanda e ci offre la
risposta. La questione in discussione è il decreto attuativo alla Legge 25 della Finanziaria, con cui si sbloccherebbe l'occupazione cosiddetta alternativa o integrativa per i lavoratori forestali della Regione. Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato l'appello del segretario della Uila catanese, Nino Marino, che sollecitava al governo regionale il varo di quel decreto, proprio per superare l'annoso problema del lavoro e delle competenze dei forestali. Per l'assessore Cartabellotta l'appello va bene, per carità, ma conviene anche fare il punto per dire quel che si è fatto, quel che si sta facendo e quel che, a brevissima scadenza, si farà.
«Voglio ricordare subito che i forestali
 in carico all'Azienda Forestale sono circa 18 mila, mentre 7 mila sono quelli dei servizi antincendio che dipendono dal Territorio e Ambiente. La divisione in questi due tronconi è, evidentemente, irragionevole e su questo siamo pronti ad intervenire. Ma stiamo agendo già concretamente anche sul fronte dei costi e per questa stagione i costi previsti sono di 150 milioni per la tutela del patrimonio e 50 per i servizi contro gli incendi. Partivamo dai 350 milioni spesi nel 2012, quindi c'è già una forte spinta ad ottimizzare e risparmiare».
L'assessore tra le pieghe della spiegazione, non nasconde una profonda amarezza per la fonte di queste risorse: «Sono attinte dal Fas, il fondo che dovrebbe servire ad opere infrastrutturali, dunque è un peccato e una privazione per la Sicilia di risorse altrimenti utilizzabili per investimenti. E altra parte dei quattrini vengono dal Fondo si sviluppo rurale. Però per il momento non è possibile reperire altrove le somme».
Torniamo alla Legge 25, quella che, finalmente, ha abbattuto gli steccati, aperto i cancelli e spalancato i confini: i forestali possono lavorare anche fuori dal demanio. E' già un bel risultato.
«Certo, un ottimo risultato, perché la limitazione passata circoscriveva il raggio d'azione dei forestali e rendeva impossibile la loro utilizzazione sul territorio. Ora ci siamo, il decreto, di cui parla il sindacalista, è in fase di completamento e quando sarà operativo ci consentirà di far operare gli operai anche fuori dal demanio, nei siti archeologici, nei parchi. Intanto non siamo stati fermi, comunque e per prima cosa abbiamo attivato tutti gli interventi tagliafuoco per prevenire gli incendi estivi, attività che stanno impegnando massicciamente i forestali, naturalmente. Ma c'è dell'altro, a proposito di occupazioni alternative: giorno 24 inaugureremo il Parco della Neapolis di Siracusa, in cui anche la Forestale ha lavorato per rendere più fruibile ai turisti i 20 ettari che sono stati ripuliti, consentendo anche di individuare piante di origano che gli esperti stanno esaminando per verificare se la piantumazione risale al periodo della dominazione greca o romana».
Ma i forestali
, pur in attesa del decreto, la Regione li sta già sparpagliando nel territorio: sono a Morgantina, a Segesta, a Selinunte, a Tindari, nella Villa del Tellaro.
«E stiamo lavorando anche nel feudo di Polizzi Generosa, il Verbumcaudo - aggiunge l'assessore Cartabellotta - un'attività di cui per tanti motivi, come è facile intuire, andiamo molto fieri. Tutto ciò, però, ha bisogno anche di una attenta e seria crono-programmazione, perché stiamo parlando dell'impiego di migliaia di persone, risorse umane su cui, naturalmente, va anche posta un'attenzione quando la si deve destinare ad un nuovo impiego, essendo certi anche del fatto che le scelte siano giuste, perché non ci si può muovere soltanto sull'onda delle emozioni o delle emergenze, soprattutto quando si parla di risorse umane».
Insomma, fa capire l'assessore Cartabellotta, evitare di far finta che si trovano occupazioni alternative per centinaia o migliaia di lavoratori, come è accaduto nel caso di una grande impresa pubblica palermitana abbondantemente collassata, per poi far scoprire alle persone trasferite che per loro non c'è da fare nessun tipo di lavoro. La gestione dell'occupazione alternativa o integrativa per i forestali deve essere gestita con raziocinio e logica.

«Stiamo anche lavorando per chiudere una convenzione con gli allevatori, affinché siano anch'essi parte attiva nella tutela e nella cura del territorio, prevedendo anche particolari tariffe scontate per chi chiuderà queste intese con la Regione».
Attuato il decreto della Legge 25, poi, l'assessore punta, di fatto, a far uscire là dove possibile e utile, i forestali dal demanio e farci entrare cooperative di giovani, enti, volontari, chi, per esempio, accanto alla cura del verde e alla prevenzione può anche utilizzare con progetti quelle aree a fini turistici.«Sarebbe la soluzione migliore e anche la più costruttiva. Penso a zone come Vindicari, la riserva dello Zingaro, l'Etna, a quanto turismo ambientale sarebbe possibile fare. Bisogna fare scelte chiare, e ci stiamo lavorando, passando dalla logica di occupazioni da welfare, logica errata, a quella di lavori e contributi davvero in grado di produrre ricchezza».
La Sicilia

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