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C'è l'origano di Dioniso tra le sterpaglie della Neapolis

Diciamo che il titolo è un po' una forzatura e che tutto, per ora, resta in attesa del parere degli esperti. La storia, però, è vera e per questo va ricordata nel giorno in cui l'assessore della Regione Sicilia all'Agricoltura e Foreste, Dario Cartabellotta, sottolinea il ruolo che l'esercito dei 28 mila forestali che la Sicilia vanta (ma non è un primato di cui andare fieri, per la verità), può assumere con una utilizzazione alternativa.
A Siracusa, infatti, con un investimento di 250 mila euro e l'impiego di 24 forestali
, per alcuni mesi si è lavorato al recupero del Parco archeologico della Neapolis. Lavoro tra sterpaglie, alberi cresciuti senza criterio e mai curati o potati, viottoli abbandonati, sepolti dal
tempo e dall'incuria. E proprio là dove, dopo un paio di millenni, si pensava non ci fosse più granché da scoprire, ecco che gli operai, i tecnici e gli esperti hanno trovato qualcosa di sorprendente.
Piante. Radici. Foglie. Fin qui nulla di straordinario, vista la vegetazione vasta e selvaggia con cui si è dovuto fare i conti. A sorprendere, però, è stato il fatto che, appunto, per gli esperti quel che è emerso da quell'operazione di recupero e di pulizia a fondo, sarebbe origano, piante di origano che potrebbero risalire al periodo greco o romano. Così, con attenzione, con grande attenzione, sterpaglie, arbusti, gramigna, erbacce da una parte, e piante di origano rigorosamente catalogate e affidate all'analisi degli esperti dall'altra parte.
Quello che non ti aspetti, insomma, qui è perfettamente da aspettarsi e la storia, fosse pure quella del regno vegetale, può riemergere dall'incuria e dall'abbandono. Con l'uomo capace di rimediare ai danni dell'uomo. Basta un po' d'amore e d'attenzione. E di professionalità.


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