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Fuoco nella zona archeologica di Mussomeli

Mussomeli. Incendio al Parco archeologico "Raffe". "Un incendio - lamenta il capo della Protezione civile provinciale, dott. Salvatore Saia - che si verifica puntualmente ogni anno in barba a qualsiasi possibilità di attuare azioni di prevenzione. Fino all'anno scorso un presidio di forestali ha consentito di condurre una stagione relativamente senza incendi, anche se poi alla fine puntuale è arrivato. Evidentemente vi sono degli interessi o motivi di
"risentimento" che portano qualche soggetto a dare corso a quello che in termini specialistici viene definito come "incendio di interfaccia". La definizione di incendio di interfaccia è nata qualche anno fa, quando cominciarono a morire le persone allocate in strutture prospicienti aree arbustive o boschive pericolosamente prossime a strutture o interessanti aree di particolare pregio da salvaguardare. Come i "parchi" ad esempio. Siano essi naturalistici e/o archeologici".
"In merito nel 2007 - continua il dott. Saia - dopo le gravi conseguenze di incendi in strutture ricettive (agriturismo e villaggi turistici), in modo particolare in Sicilia l'incendio a Patti nel quale persero la vita cinque persone, venne emessa l'Ordinanza di Protezione civile n. 3606/2007 che stabiliva di provvedere alla perimetrazione e classificazione delle aree esposte ai rischi derivanti dal manifestarsi di possibili incendi di interfaccia, nonché all'organizzazione dei modelli di intervento. A provvedere le Prefetture, con il coordinamento della Regione, in collaborazione con province, l'ausilio del Corpo forestale della regione Siciliana, e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, nonché delle associazioni di volontariato ai diversi livelli territoriali. Venne redatto un Manuale operativo per la predisposizione di un Piano comunale e intercomunale di Protezione civile che, oltre a definire gli scenari di riferimento, indica quali siano le modalità di definizione e perimetrazione delle fasce e delle aree di interfaccia, di valutazione della pericolosità, di analisi della vulnerabilità e, infine, della valutazione del rischio con la descrizione dei diversi livelli di allerta. Tutti i Comuni della provincia hanno redatto tale piano, ma quasi nessuno riesce ad attivarne le attività di prevenzione. In buona sostanza le procedure di prevenzione e di intervento in caso di incendio, nella scala delle attivazioni, pongono il sindaco alla base del processo. È il sindaco il primo stadio di pronuncia di allerta e di comunicazione con tutte le altre strutture di Protezione civile. Ma i sindaci sono pronti? "
"Cosa fa il livello superiore, in modo particolare l'apparato burocratico della Regione con il Dipartimento di Protezione civile per mettere i sindaci in condizioni di essere realmente operativi in ideale coordinamento con tutte le altre strutture operative? "
Saia conclude: "Finito il presidio scoppiato l'incendio. Una coincidenza? ".



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