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«Roghi allo Zingaro nessuno ci chiamò» «Questo non è vero»

La Sicilia
Trapani. Mentre le fiamme sono spente da giorni nella Riserva dello Zingaro che sorge tra i Comuni trapanesi di San Vito Lo Capo e Castellammare del Golfo e che, a causa del devastante incendio di una settimana fa, è andata quasi completamente distrutta, ora sono le polemiche a farsi roventi.
Ieri a sollevare reazioni piccate sono state le dichiarazioni del capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, il quale ha asserito che il primo giorno in cui si è verificato il rogo (lo scorso 5 agosto, ndr) non è stato chiesto l'intervento di alcun Canadair.
A contraddire Gabrielli, con una nota, è stato il caposquadra dei vigili del fuoco Vincenzo Cuttone, dirigente sindacale di categoria della Uil.
«Lo scorso 5 agosto - scrive Cuttone - le squadre di soccorso di vigili del fuoco, Forestale e volontari civili alle 13,30 erano già sul luogo dello spegnimento dell'incendio nelle località tra Castellammare del Golfo e Salemi. Alle 14 circa la sala operativa dei vigili del fuoco di Trapani, vista la gravità dell'incendio, ha cercato di allertare i Canadair ottenendo una laconica risposta negativa per non precisati guasti meccanici agli stessi. Non ci può essere alcuna smentita perché ci sono le registrazioni».
A Cuttone la dichiarazione del capo della Protezione civile nazionale è perciò apparsa «inopportuna e fuorviante» e, alla luce di ciò, ha sollecitato il prefetto Francesco Paolo Tronca, capo dipartimento dei vigili del fuoco, a intervenire per smentire quanto asserito dal prefetto Franco Gabrielli.
«Questo - aggiunge Cuttone - per evitare che il lavoro svolto ogni giorno con abnegazione e sacrificio dagli operatori dei vigili del fuoco venga delegittimato da sterili polemiche volte a logiche diverse da quelle del contrasto e della lotta agli incendi boschivi. Perché non si dice piuttosto che la flotta aerea antincendio della Protezione civile non è nelle condizioni di soddisfare tutte le richieste perché a causa della spending review sono stati dimezzati i fondi anche al settore? ».
Intanto oggi l'amministratore apostolico della diocesi di Trapani, monsignor Alessandro Plotti, alle 9 celebrerà la messa a Macari, uno dei centri del Comune di San Vito Lo Capo devastati dall'incendio di sette giorni fa sulle cui cause la Procura di Trapani ha aperto una indagine. Non viene escluso che possa esservi stata un'unica regia per i roghi che, oltre che alla Riserva dello Zingaro, hanno provocato serissimi danni anche alla montagna di Pizzolungo, a Erice.
«Con questo gesto semplice e forse inadeguato - ha detto nei giorni scorsi l'arcivescovo Plotti - intendo pregare perché questo flagello che attenta all'equilibro geo-sociale della nostra diocesi sia debellato soprattutto nelle sue conseguenze più deleterie e perché si possano individuare le cause e le intenzioni di chi si serve di questo pericoloso strumento per ottenere qualche profitto. Molti si chiedono chi c'è dietro questi roghi. E non sono mancate forti proteste per l'inadeguatezza degli interventi e per la salvezza di tante case. Mi permetto di invocare da parte delle strutture di Protezione civile maggiore coordinamento e più solerte tempestività affinché si possa assicurare alla nostra gente e ai numerosi turisti una più tranquilla convivenza».
Intanto, anche ieri nel Trapanese si sono verificati numerosi incendi. I più difficili da domare per gli uomini a terra, vigili del fuoco e forestali, sono risultati, ieri pomeriggio, quelli di contrada Scorciagatto e monte Berbaro, a Calatafimi-Segesta per i quali è stato necessario l'intervento di mezzi aerei.

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