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La UE blocca i fondi per l'edilizia in Sicilia

Palermo - I sindacati siciliani esprimono forte preoccupazione per il provvedimento europeo in base al quale vengono bloccati 4,4 miliardi di euro in finanziamenti FERS, espressamente destinati al settore edile che in Sicilia è sull'orlo del collasso. Il governatore Crocetta e l'assessore alle Infrastrutture, Nino Bartolotta, sono stati allertati e sensibilizzati per convocare con la massima urgenza le parti sociali, per un tavolo di discussione sui programmi e i progetti per salvare il comparto edile siciliano.
Santino Barbera, segretario generale della Filca Cisl Sicilia, dichiara: "Attendiamo risposte dal governo regionale, cui il 22 novembre 2012, con un documento condiviso dalle parti sociali, era già stato chiesto formalmente un incontro. Ancora una volta, la politica e la burocrazia siciliana stanno dimostrando poca capacità di rimettere in sesto l'economia dell'Isola. Purtroppo siamo sempre in ritardo: con la progettazione, con la programmazione e, di conseguenza, con lo sviluppo economico-sociale, restando sempre indietro. A pagare le spese di questi ritardi sono sempre i siciliani in termini di mancanza di servizi minimi e di sbocchi occupazionali. Dopo il congelamento dei fondi Fesr destinati alla Sicilia si rischia che le risorse comunitarie non spese in progetti concertati e condivisi non arrivino mai nella nostra terra, ma siano dirottati in altri paesi, molto più capaci
delle amministrazioni locali di pianificare progetti di spesa".
Filea-Cgil, tramite il segretario generale, Franco Tarantino, chiede al governatore Crocetta l'elaborazione di un piano di emergenza "che possa ridare prospettive al settore, in attesa che si sciolga il nodo delle opere finanziate con i Fondi Ue. L’edilizia ha perso 52 mila posti di lavoro negli ultimi tre anni, il 60% circa della manodopera. E’ innegabile che le opere che si attiverebbero con i Fondi Ue darebbero al settore una boccata d’ossigeno, in chiave anche anticiclica. L’incertezza non può dunque adesso che aggravare la crisi. Riteniamo dunque che al governo regionale, visto che c’e’ il rischio che le opere slittino, corra l’obbligo di predisporre un piano alternativo di rilancio del settore, che possa essere autonomo anche complementare ai progetti che si spera vengano finanziati al più presto dall’Ue. Su questo tema- conclude- chiediamo l’apertura immediata del confronto".

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