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Slitta il consiglio, forestali in rivolta


 – Slitta il consiglio regionale, esplode la protesta dei forestali. «Siamo al paradosso. Le istituzioni ci continuano a prendere il giro e la polizia ci carica». Attimi di tensione davanti Palazzo Santa Lucia dove il presidio dei forestali è finito a più riprese nel mirino delle forze dell’ordine, preoccupate dalla pressione degli operai in attesa di risposte e garanzie dal consiglio.
Dopo i numerosi rinvii della seduta, la cui prima convocazione era fissata per le 14,30, i consiglieri di opposizione occupano il banco della presidenza del Consiglio regionale per protestare contro «l’ennesimo rinvio dovuto alla incapacità del centro-destra di elaborare un documento di legge finanziaria per aprire il dibattito e approvare il Bilancio. Questo comportamento è una grande mancanza di rispetto nei confronti di tutti i cittadini della Campania che attendono l’approvazione di uno strumento fondamentale per una economia allo stremo». Il presidente del consiglio regionale Paolo Romano giustica il rinvio ad oggi pomeriggio con l’esigenza «di perfezionare il testo prima del passaggio in aula».
Alla finestra i forestali, ancora in attesa di conoscere il loro destino. Ieri, a Napoli, era presente anche una folta delegazione irpina. Il sindacato chiede il ritiro di tutti gli emendamenti alla legge 11/96, presentati nella Finanziaria 2013 «che destrutturano non solo il rapporto di lavoro del settore forestazione, abolendo di fatto la stabilizzazione dei lavoratori avviata nel 2001, ma anche la possibilità di individuare strumenti d’investimento per restituire efficienza a un settore strategico della Regione e la possibilità di riformare il settore per rilanciarlo verso le grandi sfide legate allo sviluppo, alla prevenzione e difesa del territorio».
Secondo Cgil, Cisl e Uil «la legge11/96, oramai superata e decaduta, va riformata integralmente per renderla idonea e più rispondente alle nuove e reali esigenze di una forestazione moderna. La riforma dovrà mirare all’efficienza del sistema forestazione, garantendo il mantenimento dei livelli occupazionali e contrattuali». La prima partita da risolvere è quella dello sblocco dei primi 18.5 milioni di euro destinati alle comunità montane. «Subito dopo l’approvazione del bilancio chiederemo un confronto con i capigruppo – precisa Raffaele Tangredi della Fai Cisl – per iniziare a pianificare il futuro del settore».


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