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La Giunta ha nominato i commissari all'Irsap e all'Esa



«Speriamo di ottenere una deroga prima del 5 settembre quando è prevista la Conferenza delle Autonomie, altrimenti potremmo disubbidire per evitare il default dei Comuni»

Palermo. Una marcia su Roma per chiedere di ridurre i tagli alla Sicilia o la modifica del Patto di stabilità. Una battuta fatta durante i lavori della giunta regionale che evidenzia le notevoli difficoltà finanziarie in cui si dibatte la Regione. A fronte di un fabbisogno di 2,4 miliardi di euro, entro il 31 dicembre, per rispettare il Patto di stabilità, la Sicilia può spendere solo un miliardo di euro. Troppo poco se si considera che per il versamento della terza trimestralità agli enti locali sono necessari circa 200 milioni di euro. Un trasferimento che al momento è stato accantonato nell'attesa che da Roma arrivino segnali positivi entro il 5 di settembre quando si riunirà la Conferenza delle Autonomie locali, convocata dall'assessore Nicola Vernuccio. Alle spese relative alle prossime elezioni regionali sono stati destinati 12 milioni di euro. Serviranno per la stampa di cartelloni, schede elettorali ed anche per il pagamento dei componenti dei seggi elettorali: presidente, vice presidente e scrutatori.
Il miliardo di euro disponibile, intanto, è stato destinato al pagamento degli stipendi dei dipendenti regionali, degli enti e delle società partecipate e per il cofinanziamento della spesa comunitaria. Solo per l'assessorato alle Infrastrutture e per la Formazione professionale, sono necessari circa 600 milioni di euro. La giunta, presieduta dal vice presidente Massimo Russo, ha approvato i criteri sulla spesa pubblica per garantire il rispetto del Patto di stabilità. La cosiddetta spending review già predisposta dall'assessore all'Economia, Gaetano Armao, che sarà approvata definitivamente martedì prossimo, avendo deciso ulteriori approfondimenti che dovrebbero essere effettuati in giornata.
«Già fin dallo scorso 23 marzo - ha sottolineato l'assessore Armao - abbiamo chiesto al governo nazionale di rivedere i limiti imposti alla Sicilia dal Patto di stabilità. Il riscontro da parte del Ragioniere generale dello Stato lo abbiamo avuto lo scorso 20 luglio. Speriamo di ottenere una deroga prima del 5 settembre quando è prevista la Conferenza delle Autonomie locali e potere dare risposte rassicuranti agli amministratori comunali e provinciali. In caso contrario, potremmo anche decidere di sforare il Patto di stabilità». Un gesto di disubbidienza per evitare il default degli enti locali, ma che farebbe scattare pesanti sanzioni nei confronti della Regione. «Le misure del Patto di stabilità - ha aggiunto Armao - sono state spesso adottate dal governo nazionale con il concorso della gran parte dei parlamentari siciliani e sono state sempre impugnate dalla Regione davanti alla Corte Costituzionale. E' a dir poco paradossale chiedere alla Regione di accelerare il cofinanziamento della spesa comunitaria, mentre si restringe il cappio del Patto di stabilità. E' come chiedere ad un pilota di premere contemporaneamente freno ed acceleratore».
Per Armao, «occorre introdurre, senza più rinvii, meccanismi di esclusione di tipologie di spesa dai vincoli del Patto di stabilità, a partire da quelle per gli investimenti, a quelle per i trasporti ed a quelle per interventi sociali, che consentano di risanare senza condurre all'asfissia l'economia locale e spingere le imprese creditrici della pubblica amministrazione al fallimento. Sia chiaro che senza queste misure di riequilibrio, non solo si paralizza la spesa per gli investimenti e si rende impossibile il risanamento, ma si conduce la società siciliana verso un più grave sviluppo».
Insomma, il rischio concreto è che aumenti sempre di più il divario con il Nord. Francamente, sembra strano che il «governo dei professori» che conoscono benissimo le dinamiche della marco e della micro economia non tenga conto dei problemi delle regioni del Sud, penalizzando ulteriormente quelle a Statuto speciale, come la Sicilia e la Sardegna.
Nella seduta di martedì, la giunta potrebbe occuparsi anche dei manager il cui contratto scade il 31 agosto. I «promossi» saranno nominati commissari straordinari, mentre sei saranno sostituiti con altrettanti commissari straordinari. La nomina dei nuovi manager sarà di competenza del nuovo governo regionale.
Per quanto riguarda le dimissioni del dirigente generale della Formazione professionale, Ludovico Albert, l'assessore Accursio Gallo lo incontrerà lunedì prossimo e la sua eventuale sostituzione sarà presa in esame martedì. Intanto, Luciana Giammanco, dirigente generale delle Autonomie locali, è stata nominata commissario straordinario dell'Irsap, l'istituto che ha sostituito le Asi. Mentre Gaetano Cimò è stato nominato commissario straordinario dell'Esa.

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