L’assessore regionale per l’Economia, Gaetano Armao, ha inviato al presidente della Regione siciliana una lettera contenente lo schema di delibera sulla revisione della spesa regionale. Ecco il testo integrale del documento.
1. Il D.l. n. 95 del 6 luglio 2012, recante “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”, pubblicato sulla GURI n. 156 dello stesso 6 luglio, infatti, si presenta come un complesso di disposizioni espressamente finalizzato alla razionalizzazione della spesa pubblica attraverso la riduzione delle spese per acquisti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione.

Il provvedimento normativo segue anche cronologicamente il primo intervento contenuto nel precedente d.l. n. 52 del maggio di quest’anno recante “Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica”, convertito con modifiche in legge n.96/2012, che ha introdotto modifiche alla normativa in materia di contrattualistica pubblica, apportando integrazioni al Codice dei contratti pubblici ed al Regolamento di esecuzione ed attuazione (in gran parte direttamente applicabile nell’ordinamento regionale).
Giova ricordare che il Governo italiano ha ritenuto di operare la revisione della spesa pubblica attraverso procedure che valutano la spesa non solo dal punto di vista dell’efficienza (performance review) ma anche in termini di efficacia dei programmi e di eventuale riallocazione delle risorse tra voci di spesa diverse. Con particolare riguardo alle procedure di spending review elaborate anche in altri ordinamenti, è noto che generalmente rientrano in questo ambito quelle procedure che analizzano le tendenze della spesa, i meccanismi che la regolano e l’attualità o l’efficacia degli interventi che la compongono.
Scorrendo i Titoli che compongono la legge all’esito della conversione in legge del D.l. 95, si possono pertanto distinguere i diversi ambiti di intervento selezionati dall’Esecutivo, oggetto di precise misure: si prende avvio da disposizioni di carattere generale – che contengono le previsioni dell’articolo 4 direttamente rivolte al vasto e molteplice mondo delle società partecipate pubbliche – e si prosegue con misure atte alla riduzione della spesa delle amministrazioni statali, degli enti non territoriali e territoriali, alla razionalizzazione e riduzione della spesa sanitaria, alla  finalizzazione dei risparmi di spesa ed altre disposizioni di carattere finanziario, all’efficientamento, valorizzazione e dismissione del patrimonio pubblico, oltre a misure di razionalizzazione dell’amministrazione economico-finanziaria, di rafforzamento patrimoniale delle  imprese del settore bancario.
È evidente come, pur in ambiti assai diversi e con misure non sempre coerenti ed armonizzate con quelle previgenti, si è deciso di procedere non con tagli lineari, ma con interventi selettivi di tipo strutturale, rivolti a migliorare la produttività delle diverse articolazioni della pubblica amministrazione, assegnando un capitolo importante alle società pubbliche.
2. In considerazione della condivisione di massima manifestata dalla Giunta regionale sulle misure proposte nelle ultime due sedute (la prima del 10 agosto, nella quale si e’ presentato il testo ed indicate le diverse forme di intervento per garantirne la celere applicazione, la seconda, quella di ieri, che ne ha espresso l’apprezzamento in termini generali con la proposta di alcune modificazioni e limitati chiarimenti), si trasmette il testo per l’approvazione definitiva che, in considerazione di alcuni correttivi formali e delle questioni prospettate dai colleghi Assessori nell’ultima seduta, deve intendersi così modificato:
a) laddove e’ richiamato il d.l. 6 luglio 2012, n.95 esso va inteso nel testo convertito dalla l. 7 agosto 2012, n. 135; a pag. 7, al punto 1.1.6.2 dello schema di delibera l’espressione “alla data di entrata in vigore della presente legge” va soppressa, ed alla parola “erogate” vanno premesse “in atto”; a pag. 9 al punto 2.1.9 dopo le parole “dipartimenti regionali” vanno aggiunte “in atto,” e l’espressione “alla data di entrata in vigore della presente legge” ripetuta anche alla fine del periodo va soppressa; a pag. 10, al punto 2.4.1 dello schema di delibera l’espressione “in corso di conversione in legge” va soppressa;
b) la parte relativa alla dotazione organica (2.1.1., 2,1.2., 2.1.6 del testo presentato il 10 agosto u.s.), su espressa richiesta degli Assessori alle Autonomie locali ed alla Sanita’, va stralciata in quanto ritenuto opportuno sottoporla al confronto con le organizzazioni sindacali. Confronto che invero e’ già stato avviato dall’Assessorato dell’Economia durante la trattazione dell’emendamento in Commissione Bilancio all’Ars e che, giova ricordare, non e’ stato realizzato in sede statale preventivamente rispetto all’approvazione delle misure di contenimento della spesa.
Si rappresenta, tuttavia, la pressante necessita’ che tale confronto si concluda entro e non oltre qualche giorno, al fine evidente di sottoporre gli atti necessari (schemi di regolamento, direttive all’Aran, provvedimenti applicativi) ai conseguenti adempimenti formali in tempo utile per consentire il dispiegarsi degli (imprescindibili) effetti positivi già nell’esercizio finanziario in corso e scongiurando in tal guisa dannosi quanto ingiustificabili differimenti;
c) al punto 2.4.1., come richiesto dall’Assessore al Turismo, dopo la parola “Economia” inserire le parole “previo apprezzamento da parte della Giunta regionale”, al fine ampiamente condivisibile di conseguire una più ampia condivisione delle complesse scelte da assumere in attuazione dell’art. 4 del citato d.l. 6 luglio 2012, n.95 come convertito dalla l. 7 agosto 2012, n. 135.
La norma da ultimo richiamata, come sottolineato in precedenza, anche grazie all’apporto consultivo dell’Ufficio legislativo e legale della Presidenza della Regione, direttamente applicabile nell’ordinamento siciliano contempla una tempistica attuativa che impone l’urgente adozione di atti per conseguire gli obiettivi nei periodi previsti. Anche con riguardo a questa fattispecie si evidenzia l’esigenza di procedere con estrema celerità.
Mi permetto di rinnovare – confidando nella Suo sempre manifestato intendimento di procedere alla più celere approvazione del provvedimento e di cui siamo convinti assertori -, l’esigenza che la Giunta, effettuati gli approfondimenti ritenuti necessari, provveda alla più tempestiva approvazione della proposta di deliberazione. Si consentirebbe, in tal guisa, alle misure proposte di dispiegare   considerevoli effetti nel presente esercizio finanziario.
3. L’esercizio finanziario corrente e’ già gravato dai pesanti effetti del Patto di stabilita’, sino ad oggi unilateralmente determinato dallo Stato e che, privando la Regione delle risorse finanziarie necessarie, comprime senza precedenti la capacita’ dell’Autonomia siciliana di corrispondere alle funzioni che Le sono assegnate dallo Statuto. Oltre a far gravare sullo stesso anche il trasferimenti che lo Stato effettua per la realizzazione di infrastrutture e servizi volti a contrastare il divario economico.
Questa limitazione piega l’Autonomia Siciliana sancita dallo Statuto a regole aritmetiche che – paradossalmente, deve rilevarsi – diventano un ulteriore limite allo sviluppo ed alla crescita che proprio quello straordinario presidio normativo intende garantire.
Queste considerazioni, gia’ da tempo rassegnate al Ministero dell’Economia nel negoziato sulla determinazione dei saldi del Patto, appaiono adesso condivise dalla stessa Corte dei conti per la Sicilia che, soltanto qualche settimana fa’, in occasione del giudizio di parificazione del rendiconto generale 2011, ha evidenziato che gli effetti dei tagli imposti dalle manovre nazionali “hanno ripartito il contributo richiesto alle Regioni sulla base di un mero calcolo aritmetico, senza tenere in adeguato conto le diversità economiche e sociali delle realtà territoriali, con ciò penalizzando fortemente la Sicilia”.
Ebbene per la sola Sicilia, in aggiunta alle previsioni delle precedenti manovre, col decreto sulla revisione della spesa (95/2012), nel triennio 2012-14, il Patto di stabilita’ pesa per oltre 1,4 md nel 2012 (limitando complessivamente per l’anno in corso  a 5,2 md i pagamenti, soltanto lo scorso anno ammontanti a 6,7 md – con un sacrificio di risorse a disposizione del sistema economico regionale – ed a 6,5 md gli impegni, su un bilancio da quasi 27 md), per 1,4 md nel 2013 e per oltre 1,5 md nel 2014.
Se colleghiamo poi queste dinamiche di compressione finanziaria agli effetti che dal 2014 saranno realizzati dalle previsioni della l.cost. n.1/2012 che ha, tra l’altro, riformato gli artt. 81 e 119 della Costituzione, lo scenario diviene insostenibile per la Sicilia.
L’obiettivo della modifica costituzionale è di introdurre un preciso impegno in tema di disciplina di bilancio, collegandolo a un vincolo di sostenibilità del debito di tutte le pubbliche amministrazioni, nel rispetto delle regole in materia economico-finanziaria derivanti dall’ordinamento europeo a partire dalla previsione che limita fortemente la possibilità di realizzare investimenti per le Regioni con bilanci caratterizzati da maggiore rigidità. Ma in questo modo si introducono nelle Regioni del Mezzogiorno vere e proprie gabbie di cittadinanza, relegando i siciliani ad un deficit di servizi e da un divario economico che da insuperato diverrà insuperabile e queste questioni, pur se già rappresentate al Governo nazionale al tavolo già insediato sul federalismo fiscale,  vanno sostenute con determinazione.
Sugli attuali saldi del Patto di stabilita, come precisato in Giunta ieri, contiamo di ottenere un incremento nel negoziato con il MEF di cui e’ imminente la conclusione, tuttavia, anche in tale prospettiva, appare di tutta evidenza la necessita’ che le misure proposte di revisione della spesa possano, al più presto, dispiegare i primi effetti di contenimento della spesa già nei mesi che ci separano dalla fine dell’anno, per poi poter entrare in piena applicazione con il prossimo esercizio finanziario.
La Regione siciliana sarebbe in tal modo la prima Autonomia regionale che, pur in via amministrativa, ma con ciò incidendo sulla parte più consistente delle misure introdotte a livello nazionale, darebbe attuazione alla recisone della spesa. Istituto che, giova ricordarlo, e’ stato normato in Sicilia già con l’art. 1 della l.r. n.. 7 del 2012.