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Salvo Andò: "Regionali? Solo chiacchere e niente programmi"




andò
23 agosto 2012 - “Queste elezioni arrivano in una fase oggettiva di grande emergenza nazionale.In Sicilia non si produce più nulla, c’è una ripresa di flussi migratori da anni ’50 solo che questa volta scappano diplomati e laureati, ovvero capitale umano. Che cosa è la Sicilia oggi nel mediterraneo? Potremmo noi essere in questa area quello che il nord est rappresentò nella ‘mitteleuropa’ negli anni ’80′? La nostra regione rischia di diventare un paese di vecchi e di pensionati. Rispetto a tutto questo quali sono le idee forti che possono invertire questa tendenza? Da quello che sento, non mi pare che questi argomenti siano ancora entrati nella campagna elettorale”. Ne è convinto l’ex Ministro della Difesa Salvo Andò che intervistato da BlogSicilia fotografa dalla ‘sua’ Giarre, il momento che attraversa la nostra Isola.

Il coordinatore dei circoli socialisti sottolinea che ad oggi, la politica siciliana “e’ tutto un ‘chiacchericcio’ di formule, un ‘correre’ a dichiararsi autonomisti e centristi che mi ricorda una canzone degli anni ’80 delle ‘sorelle bandiera’ quando cantavano ‘Fatti più in là’, di posizioni geometriche, di conquistare un centro che sia il più autonomista possibile fatto solo di chiacchere”.

Per Andò “il problema non è di spingere qualcuno altro più in là ma di guadagnare semmai la centralità politica sulla base di idee concrete. Sin ora, ribadisco, tutto sembra andare verso la prosecuzione delle dispute e dei contrasti della passata legislatura. Solo che magari – ammette- quelli che erano attori della guerra solo qualche settimana fa, oggi, sono attori della pace. Credo che sia davvero poco per una situazione di forte crisi come quella che stiamo vivendo”.
Secondo il Presidente della Fondazione ‘Nuovo Mezzogiorno’, “quella che che si chiude è una legislatura in cui tutti, a turno, sono stati al governo e all’opposizione ed oggi vediamo che gli schieramenti si compongono e si ricompongono sulla base di patti fra le persone senza uno straccio di programma su come far risollevare la Sicilia in frangenti terribili come quelli attuali e futuri. La situazione – sentenzia Andò- è pessima e non promette nulla di buono”.
Parlando poi degli schieramenti contrapposti in vista del voto regionale, lo storico esponente socialista riferendosi al probabile ‘rassemblement’ del centrodestra osserva che “nel centrosinistra il preambolo del loro programma dovrebbe essere costituito dalla sfilza di dichiarazioni al veleno, se non di insulti, che sino a ‘ieri’ si sono scambiati i ‘nuovi alleati’. Questa possibile riunificazione del centrodestra può essere nuova – continua lucidamente Andò- ma gli attori politici sono quelli di prima, quelli che si sono fatti una guerra fratricida in questa legislatura. Il rischio, insomma, è che la gente che già crede poco alla politica ci creda ancora meno…”.
Se Atene piange, Sparta non ride. Anche nel centrosinistra non c’è grande chiarezza e questa non è una notizia. Ma per il navigato politico etneo “la divisione c’è ma è più comprensibile. Il Pd e l’Udc sostengono il governo tecnico a livello nazionale e la loro alleanza potrebbe proseguire anche in vista delle politiche. C’è poi una sinistra dura, pura e fortemente identitaria che vorrebbe una alleanza autosufficiente”.
Per Salvo Andò, inoltre, “sarebbe stato comunque opportuno che i partiti che stanno governando insieme il Paese, con riferimento alla Sicilia, si ponessero il seguente interrogativo: a livello nazionale si sono intraprese strade che si svilupperanno anche nella prossima legislatura. Mi riferisco al risanamento economico o a provvedimenti di lungo termine come la spending review. In tal senso -conclude- in che modo e la Sicilia può partecipare ed interloquire a questo processo? In che misura l’operato della politica nazionale può avere una ricaduta, una valorizzazione in Sicilia?”.
“Siamo il vagone di coda della locomotiva Italia ma di tutto questo non si discute. In una fase così difficile – si domanda infine-quali saranno le decisioni straordinarie che si prenderanno? E al di là delle divisioni prodotte dalla campagna elettorale un patto tra i grandi partiti per gestire una situazione straordinaria, o tutto continuerà come prima?…”.

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