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La Regione condanna a morte 1200 cervi del Cansiglio: scoppia la protesta

BELLUNO - I cervi del Cansiglio hanno le ore contate. La Regione, infatti, sarebbe pronta ad approvare l'uccisione di 1200 dei 3 mila esemplari che popolano la foresta tra ilBellunese, il Trevigiano e il Pordenonese. Il piano prevede l'abbattimento di 400 cervi l'anno. 

Ma gli animalisti insorgono: «Sarebbe una strage».E dopo anni di appelli e denunce, stanno preparando una campagna ad hoc per boicottare i ristoranti della zona. Lo scontro in Veneto dura da anni. La battaglia inizia più di tre anni fa quando la Regione, dopo innumerevoli proteste, approva un piano di abbattimento degli ungolati perché «devastano l'ambiente e rubano il cibo a mucche e caprioli che sono ormai quasi scomparsi. Abbiamo provato a recintare i terreni, ma loro, spinti dalla fame, spezzano pali e filo spinato».


Tempi e modalità di abbattimento sono scritti nel Piano di controllo del cervo nel comprensorio del Cansiglio 2011-2013, approvato dalla Regione con il benestare dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale. Domani i sindaci di Tambre, Farra d'Alpago e Fregona incontreranno i vertici della Regione per discutere nuovamente la questione e forse prendere una decisione definitiva. Ad esultare sarebbero i molti allevatori che ogni giorno devono difendere i propri terreni dall'assalto dei cervi. 

D'accordo con il piano di abbattimento anche le guardie forestali: «Ogni anno i cervi aumentano di circa il 35%», dicono. E anche la Regione intende procedere al più presto: «Provocano danni per decine di migliaia di euro. E in ogni caso, se non intervenissimo, sarebbero destinati a morire di fame». Ma, secondo Tamara Panciera, referente della Lega per l'abolizione della caccia di Belluno e anima dei movimenti ambientalisti locali, l'operazione di abbattimento messa in piedi dalla Regione è «illegale»:«È impossibile rispettare le distanze di sicurezza - spiega - perché la caccia al cervo avviene in un prato, non in un bosco e quindi si rischia di andare vicino alle case e di impallinare qualcuno».

I danni provocati dagli animali all'ambiente sono innegabili, ammette il Wwf. «Ma perché abbatterli quando possiamo portarli in altre zone dove possono vivere tranquillamente?». Polemiche anche sui numeri. «Secondo alcuni cacciatori, il numero di cervi sarebbe addirittura in diminuzione», continua Panciera. Gli animalisti hanno diffuso sul web una mail per chiedere di fermare questa "strage" e lanciano un appello a tutte le attività, dai bed and breakfast agli alberghi, «affinché promuovano un turismo non pericoloso, dove l'animale viene osservato e non ammazzato». «Prenderemo di mira i ristoranti che servono la carne di cervo e che si rendono complici di questa mattanza. Pubblicheremo i loro nomi. Inviteremo i nostri amici a non frequentare questi locali e informeremo tutti i turisti che questi animali non sono in esubero e che non sono un problema, anzi sono una risorsa», concludono.



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