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Dove sono i 26mila forestali siciliani?


 
Da oriente ad occidente la Sicilia brucia e non solo per gli incendi divampati in questi giorni. L’Isola arde anche per le fiamme delle polemiche che stanno divampando intorno ad una domanda che, puntualmente, si ripete ogni estate quando i roghi la trasformano in un girone dantesco dell’Inferno: di chi è la responsabilità? Che quasi tutti  gli incendi siano di origine dolosa lo hanno detto le istituzioni e la magistratura.

Certo vedere andare in fumo la Riserva dello Zingaro, un tratto di costa tra Palermo e Trapani, che non ha nulla da invidiare alle più lontane ed esotiche mete d’oltreoceano, per mano di ignobili piromani fa rabbia, molto rabbia.  Ed ecco che un’altra domanda fa capolino dietro la proposta del Codacons di creare delle “foto-ronde” e la richiesta dell’assessore regionale al Territorio  Alessandro Aricò  “dell’ergastolo per questi miserabili individui”.
Ma l’esercito di forestali siciliani, sulla cui storia  e numero in questi anni si è detto tutto e il contrario di tutto, non sono  abbastanza per proteggere i propri boschi? Districarsi nel mondo dei  circa 26 mila uomini impiegati  tra prevenzione del  territorio e attività anti-incendio non è semplice: più di 7000 sono contrattisti addetti al servizio antincendio boschivo, altri 800 sono quelli che appartengono al Corpo forestale, e circa 18 mila sono gli stagionali che lavorano per 78, 101, 150 giorni l’anno alle dipendenze dell’azienda foreste. Un numero di gran lunga superiore rispetto ad altre regioni con una più alta densità boschiva. Sicuramente, prevenire un incendio quando si tratta di dolo è impossibile. Intraprendere una buona politica nel settore forestale  è assolutamente necessario.
La Regione, lo stato,  gli Enti locali potendo disporre di un esercito di 26 mila persone hanno una grande responsabilità a cui non possono sfuggire, perché potrebbero trasformarsi in “complici” involontari di piromani-criminali. Il corpo forestale non può essere solo adibito alla tutela e salvaguardia dei boschi, ma deve diventare un attivo organismo di vigilanza costante, 24 ore su 24. La politica che, con il   clientelismo ha forse creato un corpo di forestali pletorico e non sempre tecnicamente specializzato, lo renda un organismo forte per difendere uno dei patrimoni più validi della nostra terra: gli alberi dei boschi e delle foreste.  Il resto è demagogia estiva che si ripete noiosamente ogni anno. Vi sono state vittime tra i forestali, nel loro ricordo un programma che non sia un retorico  proclama.

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