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Rivoluzione Siciliana, il programma di De Luca: tagli alla politica, più poteri a Comuni e Province




Il leader di Sicilia Vera, Cateno De Luca, ha illustrato stamattina a Palazzo dei Leoni i punti principali del programma di “Rivoluzione Siciliana”. Un De Luca senza freni contro le caste politiche siciliane, il clientelismo, i bilanci "falsati" della Regione ha presentato la sua cura per la regione Sicilia: quindici punti per diminuire i costi della politica e decentrare i poteri regionali su Comuni e Province.
Un De Luca in dialogo con i Forconi di Martino Morsello, Forza nuova, il Partito della rivoluzione di Vittorio Sgarbi) e con il Movimento per la gente (di Maurizio Zamparini e Nello Dipasquale) ha presentato stamattina a Palazzo dei Leoni il programma di "Rivoluzione Siciliana" con cui intende candidarsi alla presidenza di Palazzo d'Orleans.


Nella saletta commissioni della Provincia di Messina il sindaco di Santa Teresa De Luca ha duramente contestato "i governi" dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, colpevoli, di aver aggravato la situazione finanziaria della Regione Siciliana causando l’aumento di oltre il 40% delle spese clientelari. “Le culle del clientelismo – ha denunciato De Luca – sono state formazione professionale, sanità privata, consulenze esterne, forestale e promozione pubblicitaria”. Su tanti, De Luca fa due esempi. "Nel settore della formazione professionale la spesa dal 2008 al 2012 è aumentata di oltre il 40% a seguito dell'accordo sottoscritto il 30 luglio 2009 senza compertura finanziaria finalizzato ad ottenere voti per le elezioni europee del 6 e del giugno 2009. Nel 2008  - continua De Luca - si spendeva circa 292 milioni di euro, nel 2011 sono stati spesi circa 423 milioni di euro". Un altro comparto citato dal sindaco di Santa Teresa è la Forestale, bersagliata, negli ultimi tempi da più parti: "Anche in questo caso la spesa dal 2008 è aumentata di oltre il 40% dal 2008 al 2012, nel 2008 si spendeva circa 290 milioni di euro, mentre nel 2011 sono stati spesi circa 465 milioni di euro".

“Il bilancio della Regione Siciliana è viziato da una falsità sostanziale - ha continuato De Luca -  in quanto la tecnica utilizzata negli ultimi dieci anni da tutti i governi della Regione è stato il trasferimento e l’occultamento della situazione debitoria nel mondo delle società ed enti regionali nei quali sono stati effettuati oltre 5000 assunzioni senza concorso tenendo conto esclusivamente del grado di parentele con il deputato in carica (mogli – figli – stretti congiunti) e di alcuni Organi di Controllo dello Stato in Sicilia, creando un buco nel bilancio regionale di oltre 5 miliardi”. “Lombardo si è dimesso – ha commentato il candidato a Palazzo d’Orleans – non per motivi giudiziari, ma perché è saltato definitivamente il sistema finanziario della Regione Sicilia: la prova di tutto ciò è riscontrabile nel il bilancio 2012 con capitoli di spesa incomprimibili, come la formazione , i forestali  e il trasporto pubblico locale, sottostimati per centinaia di milioni di euro rispetto al 2011”.

Quindici i punti del programma politico su cui De Luca punterà per la corsa alla Regione: Taglio dei costi della politica(50 % delle indennità e delle pensioni dei deputati regionali e dei componenti della Giunta regionale e dei costi di funzionamento dell’Assemblea Regionale Siciliana; Semplificazione e decentramento della struttura amministrativa regionale (con riduzione degli attuali Dipartimenti regionali da 27 a 12); Trasferimento di competenze, funzioni e gestione alle Province ed ai Comuni (Le Province ed i Comuni dovranno diventare lo sportello periferico della Regione Siciliana con l’affidamento della gestione e delle relative risorse in relazione alla rilevanza dell’obiettivo assegnato); Un contratto unico regionale per la ricollocazione e stabilizzazione del personale della PA (con blocco delle assunzioni nei Comuni, Province, Regioni, Enti e società partecipate e in tutti gli Enti privati che usufruiscono di contributi e trasferimenti permanenti a carico dei bilanci del Sistema Pubblico Regionale allargato); Messa in liquidazione di tutte le attuali Società partecipate ed Enti della Regione Siciliana: trasferimento del personale presso i Comuni e le Province, previo Piano di riqualificazione e ricollocazione in relazione alle nuove competenze e dotazioni finanziarie trasferite dalla Regione ai Comuni ed alle Provincie; Abolizione del Corpo e del Dipartimento Forestale (con trasferimento del personale alle Province ed ai Comuni per destinarli, oltre ai compiti di prevenzione incendi, alle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità e del verde pubblico); Riforma del Sistema di Raccolta e smaltimento dei rifiuti(assegnazione del servizio di spazzamento e raccolta ai comuni, mentre il trasporto e lo smaltimento affidato agli Ato provinciali con modello misto finalizzato all’ottimizzazione dei costi e del servizio mediante 9 ambiti provinciali per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e l’assegnazione del servizio di spazzamento e raccolta urbana in capo ai singoli Comuni); Assegnazione ai Comuni del Demanio marittimo e fluviale (La proprietà passa ai Comuni anche quale compensazione della riduzione dei trasferimenti ordinari dello Stato e della Regione agli Enti Locali. I Comuni potranno valorizzare i beni demaniali assegnati mediante un apposito piano finalizzato alla realizzazione di infrastrutture comunali);Assegnazione diretta dei fondi extra regionali (europei e statali) ai Comuni ed alle Province (Ai Comuni ed alle Provincie vengono assegnati, senza bando almeno il 50% delle risorse in relazione a criteri predeterminati quale ad esempio la popolazione e la superficie. La rimanente quota sarà utilizzata direttamente dalla Regione per la realizzazione delle infrastrutture di valenza strategica regionale); Riforma del sistema urbanistico ed ambientale regionale (con l’obiettivo di consentire ai Comuni di sviluppare proprie strategie urbanistiche senza alcuna limitazione, mentre in capo alla Regione l’individuazione dei principi generali e alle Province viene assegnato il compito del controllo); Riforma del sistema della Formazione Professionale (trasferimento del personale alle province ed ai Comuni con l’abolizione dell’intermediazione degli Enti professionali); Modifica della legge 10/2001 (per “colmare” il distacco tra gestione e responsabilità politica; trasferimento presso gli Enti Locali dei funzionari e Dirigenti in esubero) ; Stop Fondi Pubblici alla sanità privata (Potenziamento della sanità pubblica ed eventuale gestione privata di alcuni presidi sanitari periferici già chiusi o destinati alla chiusura con istituzione del Comitato provinciale di controllo paritario formato dal Presidente della Provincia e dei Sindaci dei Comuni superiori a 10 mila abitanti); Salvaguardia delle Province e riduzione del 50% dei costi della politica negli Enti Locali (Con riduzione delle indennità degli Amministratori locali; riduzione dei Dirigenti Comunali e provinciali mediante l’accorpamento e la razionalizzazione delle strutture apicali; potenziamento nelle province con il trasferimento definitivo delle funzioni e competenze non ancora assegnate); Testi unici Regionali: semplificazione ed aggiornamento normativo mediante l’abolizione delle precedenti norme e l’emanazione di testi unici tematici.

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