di Giancarlo Costa -
Giancarlo Cancelleri, 37anni, geometra di Caltanissetta, già fra i promotori dell’iniziativa “Fuori i soldi della politica”, è il candidato alla presidenza della Regione Siciliana del Movimento 5 Stelle. Lavora per l’ufficio tecnico di un impresa che produce serbatoi per carburanti, e lui orgogliosamente definisce “un vero fiore all’occhiello del made in Italy”.
Quando si è avvicinato al Movimento?

“La mia esperienza nel M5S è iniziata nel 2007, quando Grillo lanciò il primo V-Day. Da cittadino schifato dalla cattiva politica, mi piacque il tono di Grillo e l’iniziativa ‘Parlamento Pulito’: nessun condannato in Parlamento, un massimo di due legislature, ripristino della preferenza diretta. 350mila cittadini hanno aderito. Sono passati 5 anni. La richiesta giace ancora in qualche scantinato del Senato. Ho detto tutto”.
Come nasce la sua candidatura?
“La scelta è il frutto di una procedura iniziata il 9 giugno, con la prima assemblea regionale del Movimento. Abbiamo usato la rete e anche i giornali cartacei. Abbiamo fissati i criteri per partecipare alle procedure selettive: casellario giudiziaria pulito, nessun carico pendente, non essere nemmeno indagati, essere attivisti del Movimento o di associazioni che seguono obiettivi in linea al Movimento – come GreenPeace o LegaAmbiente. E poi ovviamente, i curriculum e le autocertificazioni: niente tessere di partito e niente condanne. Quelli idonei sono stati vagliati dalle assemblee provinciali. È stato molto bello. Si sono messe in gioco moltissime persone e tutto si è svolto in maniera molto serena. Ovviamente non possiamo sapere tutto di tutti. Però abbiamo messo i curriculum in rete, tutti i cittadini siciliani hanno potuto valutare i candidati, e non tutti sono passati a questo giudizio: tramite le segnalazioni dei cittadini abbiamo scoperto ed escluso soggetti che non avevamo detto tutta la verità sul loro conto. Infine, un’assemblea di delegati si è espressa su gli oltre 100 selezionati finali, per gli 80 posti della lista del Movimento. Tutti erano anche autocandidati alla presidenza. Fra i tanti, il Movimento 5 Stelle siciliano ha scelto me con una grandissima maggioranza.
Adesso l’aspetta la campagna elettorale.
“Sarà ovviamente una campagna elettorale sobria, com’è giusto che sia. Stiamo lavorando con le donazioni dei cittadini e con l’autotassazione di tutti i movimentisti. La candidatura è impegno sociale a tempo determinato, non un impegno economico. Si presta un servizio alla collettività, poi si torna alla propria occupazione. Il maggior costo sarà rappresentato dal muoverci per la Sicilia. Avremo Beppe Grillo che verrà a sostenerci nei vari impegni in giro per l’ isola. Inoltre ci sono molti artisti che ci sostengono volontariamente. In genere i politici pagano gli artisti per esibirsi ai comizi. Per quello che ci riguarda, invece, questi artisti supportano e si esibiscono gratuitamente. Anche questo è un bel modo di risparmiare e ridurre i costi inutili”.
La Regione che aspira a governare naviga in acque torbide, si parla perfino di un possibile default.
“Ci sono due scuole di pensiero. C’è chi dice che la Sicilia ha un debito di quasi 5 miliardi, c’è chi dice che invece la Sicilia ha un credito consistente nei confronti dello Stato. Bisognerebbe vedere i bilanci. In realtà potrebbero essere vere entrambe le cose, ma il problema che mi preoccupa maggiormente, ancor più del default economico, è il default sociale. Le persone abbandonano la Sicilia per trasferirsi al Nord, vanno a vivere lontano arricchendo altri territori. La Sicilia perde i suoi migliori cervelli, persone con grandi qualità. Ecco il vero default siciliano”.
Vero, ma non si può certo dire che la Regione sia un esempio di perfetta gestione del bilancio.
“Certo, ed è vero che la Sicilia non può vivere di assunzioni nel settore pubblico. 144mila persone si abbeverano, in maniera più o meno diretta, alla fonte della Regione. Questo dato deve farci riflettere. Perché avviene tutto questo? La verità è che spesso dietro i posti di lavoro nel settore pubblico si nascondono i serbatoi di voti gestiti dalla politica. Gli assunti in eccesso vanno certo aiutati: o attraverso una migliore ricollocazione all’interno dell’amministrazione, o attraverso un supporto economico volto al reimpiego nel settore privato. Poi c’è il discorso dei costi della politica. Gli stipendi dei deputati dell’Ars non sono mai stati intaccati. Eserciti di auto blu. Se vengo eletto presidente, le vendo tutto, e  compro le biciclette! Su questo punto, posso dire che i nostri eletti rifiuteranno tutti i privilegi, i vitalizi, le schede telefoniche, le auto blu, tutte quelle porcherie che fanno sì che ogni deputato dell’ Ars costi 20mila euro al mese. Se chi fa politica guadagna certe cifre, perde di vista i problemi reali della gente. Noi crediamo che chi fa politica deve restare vicino, anche economicamente, alla vita reale della persone. Con 2.500 euro netti si può vivere dignitosamente e svolgere serenamente il mandato di deputato. I nostri eletti percepiranno quella cifra, il resto sarà rifiutato e restituito, così  come saranno rifiutati i rimborsi elettorali”.
Affrontiamo il programma.
“Io prevedo che il 2013 sarà un anno ancora più difficile del 2012. In queste condizioni governare sarà difficile per chiunque. La mia idea è quella di un dialogo con tutti aperto sulle idee e sui progetti. Con questo non voglio assolutamente dire che faremo alleanze elettorali con nessuno. Solo dopo, si potrà eventualmente collaborare sui buoni progetti.  Ma se devo essere sincero, in verità credo che subiremo un forte ostracismo dai partiti. Il nostro programma è schematico. I cittadini non possono leggere i tomi. Spiegheremo punto per punto le nostre idee durante la campagna elettorale, faccia a faccia con le persone. Posso dire che siamo assolutamente all’avanguardia su gestione dell’acqua e dei rifiuti e abbiamo ottimi tecnici che collaborano con noi, come la dott.ssa Poli del Centro Rifiuti di Vedelago. Si può fare la raccolta differenziata al 99%. Abbiamo già fatto incontrare la dott.ssa Poli con il Commissario per i Rifiuti della Regione Sicilia: ovviamente, non è successo nulla”.
Servirà anche rilanciare lo sviluppo economico.
“C’è l’industria del turismo. Dovremmo vivere di turismo. A volte dico che dovremmo essere pieni di fabbriche che fanno ombrelloni e sedie a sdraio! Tutti sanno che abbiamo coste meravigliose, con sabbie finissime e mari da valorizzare. Ma anche l’entroterra della Sicilia è unico: d’inverno i paesaggi ricordano l’ Irlanda. Più radicalmente, dobbiamo spostare la percezione del Sud, l’idea che la Sicilia sia il sud di qualcosa. Siamo il centro del Mediterraneo, luogo di interscambio di culture e di mercati. Quelli del Nordafrica, di Francia e Spagna, della Turchia. Questo è il percorso per un cambiamento”.
Qualcuno dirà che la Regione è complessa, e voi mancate di esperienza.
“Siamo prontissimi invece, perché siamo cittadini. Posso dire che il migliore politico che conosco è mia madre? Riesce a far quadrare tutti i conti di casa con lo stipendi di mio padre: non fa mancare mai nulla, dal cibo ai vestiti e il bilancio quadra sempre. La verità è che le famiglie non vanno mai in default, i comuni invece si. Allora io dico: nell’amministrare si deve applicare il criterio del buon padre di famiglia”.
I sondaggi danno il Movimento intorno al 9%.
“Sì. E non chiedo a nessuno di votare per il M5S. A noi non interessa avere il 3, il 9 o il 40%. Il nostro obiettivo è avere il 100%, nel senso che ogni cittadino deve farsi Regione, deve poter seguire e valutare l’operato del deputato che ha eletto, vedere quello che fanno le persone che vengono scelte. Questa è la grande novità del Movimento. Noi siamo sicuri di poter lavorare bene”.