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Lo Snaf Fna lancia delle proposte per l'utilizzo dei forestali

ALTOMONTE - (Comunicato stampa) Da molti anni ci sovviene questo interrogativo : una Regione come la Calabria può sottoutilizzare o non utilizzare affatto una risorsa come quella dei lavoratori idraulici forestali? Perché di risorsa si tratta, di uomini che sono ancora alcune migliaia, di finanziamenti che ammontano a centinaia di migliaia di euro all’anno, di esperienze, professionalità e capacità mortificate dall’assenza di un’idea di governo del territorio e dalla mancanza di progettazione per un utilizzo produttivo. 
Eppure stiamo ragionando in una terra disgregata, che si sbriciola ripetutamente ogni inverno, alluvionata, che è frane, smottamenti, dissesto idrogeologico, ferita gravemente dall’inquinamento provocato dalle poche esperienze industriali invasive e dalla politica del non controllo e dello scambio perpetuo.
Condividiamo il fatto che oggi la più grande opera pubblica di cui ha bisogno la Calabria è il riassetto del suo territorio, la bonifica dei siti compromessi, una grande operazione di prevenzione per garantire la tenuta del territorio di fronte alle calamità naturali, progetti di reinsediamento nelle aree interne per garantire lo stop allo spopolamento e al conseguente abbandono delle terre, delle coltivazioni, delle piantagioni, dei boschi.
Le risorse su cui deve puntare la nostra regione sono il suo territorio e i giovani. Se il territorio si degrada ogni giorno di più e diventa sempre meno appetibile, se i giovani vanno via dal territorio regionale, portandosi passione e competenze, la Calabria non ha futuro, ma è destinata ad un lungo, silenzioso e drammatico impoverimento e declino.
Tornando al punto di partenza, l’utilizzo dei lavoratori forestali per il grande progetto del rilancio del territorio, di un territorio che produce ricchezze e nuove risorse, che viene sanato, attrezzato e reso fruibile, può essere l’avvio di una nuova pratica politica, un’inversione di tendenza rispetto alle logiche clientelari e assistenziali a cui ci siamo assoggettati da decenni.
Questa politica per cui le risorse ci sono, basti pensare a quelle europee che in larghissima parte non vengono spese, produrrebbe a cascata, oltre a stabilizzare e rendere utile quello esistente, nuovo lavoro per i giovani professionalizzati, diplomati e laureati della Calabria.
Molti, e tra questi noi, si chiedono se l’attuale classe dirigente e politica sia in grado di gestire una rivoluzione come quella indicata. Crediamo proprio di no, se solo pensiamo che siamo di fronte ad un’assenza di progettazione, di un programma complessivo di utilizzo degli occupati nel settore e di un’idea delle cose da fare, delle opere da realizzare;  che non si gestisce adeguatamente l’ordinaria amministrazione : ritardi nell’erogazione delle mensilità, acconti sui pagamenti della 13ima mensilità, la non anticipazione delle ore di cassa integrazione, mesi e mesi di ritardo nell’erogazione del Trattamento di fine rapporto per i lavoratori pensionati.
Ma è compito delle parti sociali, per il ruolo di rappresentanza, avviare la discussione, proporre percorsi e soluzioni, indicare vie d’uscita da una situazione sempre più logorata e pericolosa. Così come è compito della politica confrontarsi per rispondere alle esigenze dei lavoratori, dei cittadini calabresi, della Calabria. Noi faremo fino in fondo quello che ci spetta, agli altri soggetti in campo la successiva mossa.

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