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Quante spese inutili !

Il Consiglio di presidenza ha ridotto lo stanziamento per gli abbonamenti alle agenzie di stampa: saranno quattro (Ansa, Agi, Italpress e Adnkronos). Protestano i grillini ("Spreco incomprensibile nell'era di internet") e le escluse come l'Asca: ("Nessuno ci ha spiegato i motivi").

agenzie di stampa, ardizzone, ars, venturino, PoliticaPALERMO - Ai deputati piace tenersi informati. Ma qualcuno non vuole più sborsare quasi mezzo milione di euro l'anno per vedersi recapitare le notizie fin dentro la pancia di Palazzo dei Normanni. In Consiglio di presidenza, infatti, è andata in scena la “guerra delle agenzie”. Le agenzie di stampa, per la precisione. Quelle con le quali l'amministrazione dell'Assemblea regionale decide ogni anno di stipulare un contratto d'abbonamento. Il costo complessivo? Nella prima bozza del bilancio di previsione, quello “lacrime e sangue”, con tagli da undici milioni, il capitolo di spesa per le agenzie di stampa superava i 580 mila euro. Uno dei pochi capitoli a non aver subito, in sede di bilancio di previsione, appunto, una “sforbiciata”. Ma il taglio è arrivato successivamente, con due interventi del collegio dei questori. Col primo, ecco la riduzione del 20% per quello stanziamento. Due giorni fa, infine, altro taglio del 10%. Per una spesa complessiva che adesso è scesa sotto i quattrocentomila euro l'anno.

Ma in seno al Consiglio, le posizioni erano molto diverse. I deputati si sono divisi tra chi voleva tenere in piedi i contratti “vigenti”, chi voleva sostituire qualche agenzia di stampa con un'altra, e chi, addirittura, ha chiesto di rinunciare a tutti gli abbonamenti. È il caso del vicepresidente Antonio Venturino, del Movimento cinque stelle: “Siamo nell'era di internet. E' impensabile – ha detto Venturino - che l'Assemblea regionale siciliana per essere informata su quanto succede abbia bisogno di spendere cifre assolutamente spropositate per foraggiare le agenzie di stampa. In Consiglio di Presidenza – ha aggiunto - sono stato l'unico a chiedere che questa voce di spese venisse completamente azzerata. Non serve spendere tutti questi soldi. La nostra è una posizione coerente, così come siamo contrari al finanziamento pubblico ai giornali, siamo – ha concluso - contro i soldi alle agenzie di stampa".

Ma la posizione di Venturino, per sua stessa ammissione, era in netta minoranza. Alla fine del Consiglio, ecco il nuovo identikit delle agenzie che “informano” Palazzo dei Normanni. Un gruppetto nel quale spicca la “novità” (non assoluta, visto che la testata aveva già sottoscritto in passato un abbonamento simile) dell'Adnkronos. E l'uscita dalla rosa delle agenzie dell'Asca.

Inoltre, rispetto allo stanziamento giunto sul tavolo del Consiglio di presidenza, il questore Paolo Ruggirello ha proposto una riduzione ulteriore del 10%. Proposta che è “passata”. Così, ecco i nuovi costi per gli abbonamenti alle agenzie: Ansa e Agi scendono da 130 mila a 117 mila euro l'anno; la “new entry” Adnkronos da 80 mila a 72 mila euro annui; Italpress da 60 mila a 54 mila euro l'anno. Un tariffario che non va giù ai grillini: “Assurdo, oggi, pagare quelle cifre”. E nemmeno alle agenzie escluse: "Le scelte per l'attribuzione di queste somme - dice Gaetano Mineo, responsabile agenzia Asca per la Sicilia - sono state prese senza rsipettare i principi di trasparenza e democrazia. Se la nostra agenzia era presente l'anno scorso, e quest'anno invece è stata esclusa, andrebbe infatti spiegato il perché dell'esclusione. Anche alla luce - prosegue - delle cifre stanziate, che tutelano solo le agenzie 'grosse'. A ciascuna di loro, infatti, poteva essere 'ridotto' un po' il corposo budget, destinando una parte di quello anche alle agenzie più piccole. L'amministrazione pubblica - conclude - ha il diritto-dovere di assicurare anche il pluralismo dell'informazione".

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