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Al Sig, Albanese (Confindustria Palermo) i forestali non vanno proprio giù !!

Repubblica Palermo


Regione, stop ai pagamenti per i fornitori la rivolta delle imprese: fate solo clientela
Le associazioni imprenditoriali insorgono dopo la decisione di sbloccare i fondi per forestali e formazione a danno di quelli per le aziende. Confartigianato pensa alla class action


ALLE imprese siciliane non è andato giù che il miliardo atteso da un anno per il pagamento dei fornitori sia stato bloccato mentre alla formazione sia stato garantito l'intero budget di 500 milioni. A fare arrabbiare il mondo imprenditoriale  -  tra loro c'è chi è già pronto alla class action  -  è l'ultima "manovrina" della Regione che, per rispettare il patto di stabilità, ha dato priorità ai fondi per la formazione e per i forestali, sacrificando ancora una volta quelli destinati alle imprese.
Il giorno dopo la decisione della giunta di chiudere il rubinetto dei pagamenti ai fornitori, le imprese sono durissime. E parlano di "saccheggio da campagna elettorale per foraggiare le clientele", puntando il dito contro "la solita discriminazione tra chi lavora nel pubblico, ed è garantito, e il lavoratore del settore privato che presta servizi alla pubblica amministrazione ". Confartigianato Sicilia già fa i conti del disastro al quale vanno incontro molte delle 15 mila aziende associate. Mentre Confindustria Palermo rimarca, con il suo leader Alessandro Albanese, l'assenza di interlocutori per le imprese nel governo Lombardo, perché le scelte, malgrado la presenza di due assessori-imprenditori, Vecchio e Venturi, sono saldamente in mano a un "dittatore che, sia pur dimissionario, ancora privilegia gli stipendifici e si ostina a non vedere che la Sicilia corre verso il precipizio". Il giorno del collasso si avvicina. "Da Enna, dal Caltanissetta e anche da Palermo tantissime piccole aziende di impiantistica e delle manutenzioni ci annunciano non solo che sono in sofferenza ma che ormai stanno per chiudere. La situazione è drammatica  -  accusa Filippo Ribisi, presidente regionale di Confartigianato  -  è una manovra azzardata, quella della Regione. Non avendo obiettivi chiari, spostano i fondi in modo distruttivo, sembra il gioco delle tre carte. I crediti le imprese li aspettano non dal mese scorso,
come ritiene il governatore, ma da un anno e più". Nelle sedi provinciali delle associazioni artigiane è partito il conto alla rovescia: le imprese interessate alla class action si stanno coalizzando, anche perché le notizie sul blocco dei pagamenti ai fornitori ha messo in allarme le banche. Un altro sos è in preparazione con appello alla politica, che le sigle promotrici della marcia per lo sviluppo del marzo scorso si apprestano a redigere, con la richiesta di programmi su misura per le imprese. Nei prossimi giorni ci sarà un raduno dei 18 rappresentanti del mondo imprenditoriale e sindacale che hanno già fatto fronte comune per mettere in mora la Regione, chiedendo, il 22 maggio scorso, un intervento a Monti per la Sicilia a rischio default. "Il rischio crac, che secondo Lombardo era una nostra esagerazione, oggi si rivela essere la verità", attacca sempre Ribisi. Il presidente di Assindustria Palermo Albanese chiede di dare lo stop "alla farsa di un governo dimissionario che continua a foraggiare clientele, ad alimentare la subcultura del posto fisso calato dall'alto di una raccomandazione politica". "Perché bisogna pagare solo i forestali e non i lavoratori delle imprese? Le scelte strategiche di Lombardo fanno parte di una mentalità incrostata. Ma per forza: chi per vent'anni ha vissuto grazie a uno stipendio pubblico, governerà con la mentalità dell'impiegato pubblico  -  dice Albanese  -  solo l'impresa, che produce ricchezza, potrà essere la chiave per uscire dal tunnel. Dobbiamo camminare con le nostre gambe. Certamente mai sulle gambe della finta formazione o dei forestali".

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