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Roghi, stagione da dimenticare. In attesa del nuovo sistema

Quotidiano di Sicilia
Il nuovo sistema di videosorveglianza pronto nell’estate 2014, ma non mancano le polemiche. I dati del Corpo forestale: 5mila interventi in un mese, record degli ultimi anni


PALERMO – La Sicilia ha il migliore modello antincendio d’Italia. Efficiente e preciso, potendo contare anche sugli oltre 7mila operai forestali, non potrebbe essere altrimenti per domare i roghi estivi di una regione dove l’evento doloso estivo è quotidiano tanto quanto i bagni a mare. Dal 15 luglio fino a ferragosto nell’Isola si sono resi necessari 5mila interventi. Eppure agire potrebbe essere più semplice e immediato se si procedesse in tempi celeri con il concorso gara per l’ammodernamento tecnologico per un nuovissimo e all’avanguardia sistema di videosorveglianza del territorio. Il periodo resta ipotetico perché ne parla dallo scorso anno, ma la commissione sta ancora valutando i progetti presentati da quattro grosse associazioni temporanee di impresa e una volta finito questo lavoro ci vorranno ancora 15 mesi, quindi, nella migliore delle ipotesi, se ne parlerà per l’autunno del 2013.

I tempi si allungano ancora per l’assegnazione dei lavori del sistema per l’ammodernamento tecnologico e potenziamento operativo del sistema di radio-comunicazione del Corpo forestale della Regione siciliana, che comprende l’installazione di una dorsale digitale pluricanale e la realizzazione di un sistema di videosorveglianza di nuova generazione a tutela del patrimonio boschivo e delle aree naturali protette. I quattro progetti presentati sarebbero – secondo quanto dichiarato al Qds da Pietro Tolomeo, dirigente generale del dipartimento regionale delle Foreste e del Corpo forestale siciliano – al vaglio della commissione, ma i tempi lunghi rischiano di trasformare un sistema potenzialmente all’avanguardia in una roba ordinaria. Una volta definito il progetto aggiudicatario ci vorranno, infatti, altri 15 mesi per la sua definitiva realizzazione.

Sull’operazione si addensano anche ombre inquietanti. Lo scorso 3 luglio il deputato regionale Roberto Corona (Pdl) ha presentato una risposta scritta ad interrogazione chiedendo lumi sull’appalto di forniture per il progetto visto che, tra le altre cose, in Lombardia un progetto similare con 450 siti trasmettitori (in Sicilia previsti solo 56 siti trasmettitori) e migliaia di terminali è costato meno di venti milioni di euro (secondo il bando costerebbe 35 milioni in Sicilia), con una spesa che proporzionalmente si configura come “un decimo dell’investimento previsto dal progetto della Regione siciliana”.

La risposta è stata affidata al dirigente del servizio, Salvatore Marranca, che ha specificato come la Regione Siciliana andrà a spendere complessivamente poco più di 21,5 milioni di euro (al lordo dei ribassi di gara) per la realizzazione di un nuovo impianto di radiocomunicazione digitale (comprensivo di circa 56 ponti radio e 1500 stazioni ricetrasmittenti fisse e mobili) che come previsto nel progetto preliminare avranno il requisito di poter funzionare in dual-mode con l’attuale rete analogica, contro i 20 milioni di euro che la Regione Lombardia ha speso “per la sola implementazione e ottimizzazione degli impianti già esistenti che coprono in ogni caso le sole aree antropizzate e non l’intera superficie territoriale come nel caso della dorsale siciliana”. La solita guerra di cifre, mentre la progettualità stenta a concretizzarsi.
 

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