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Bilancio, rimodulati i tetti di spesa soldi a enti locali, corsisti e forestali


Palermo. Fino a ieri sembrava che per colpa del patto di stabiità e, soprattutto, per mancanza di liquidità, la pubblica amministrazione siciliana, dalla Regione agli enti locali, si dovesse bloccare. Invece ieri, dopo una lunga riunione tra il presidente della Regione, Lombardo, l'assessore all'Economia, Armao, e il ragioniere generale, Bossone, sono stati rimodulati i tetti di spesa attribuendo ai dipartimenti le somme che erano già state previste a inizio 2012.

Sono stati fatti e rifatti conti anche alla luce dei tagli imposti dai governi nazionali, prima quello Berlusconi e poi quello Monti, per dare la certezza della copertura finanziaria alle spese obbligatorie, pur nel rispetto del Patto di stabilità. Sono stati così ripristinati i 680 milioni di trasferimenti per gli enti locali (Comuni e Province potranno così ricevere la terza trimestralità e far fronte anche all'emergenza rifiuti); 500 milioni sono stati destinati alla formazione professionale, consentendo l'avvio del cosiddetto «Avviso 20» che dovrebbe prendere il via nei primi giorni settembre; 420 milioni sono stati impegnati per il pagamento dei salari dei lavoratori della forestale. Inoltre, un miliardo e 600 milioni per garantire il pagamento dei dipendenti della Regione e di enti e aziende collegate; 300 milioni di euro per onorare le rate di mutuo. Sperando con ciò che le agenzie non abbassino ulteriormente il rating della Regione.
«Le scelte fatte dal governo nazionale - ha dichiarato il Bossone - ci hanno indotto a rivedere le previsioni che, a suo tempo, avevamo avanzato. Tuttavia, pur nelle difficoltà in cui siamo costretti a operare, abbiamo rivisto le previsioni e siamo pronti a ulteriori modifiche in relazione a eventuali nuove esigenze che si dovessero prospettare nelle prossime settimane». Ovviamente, nel rispetto del Patto di stabilità. Infatti, garantita la copertura delle spese obbligatorie, tutto il resto sarà messo in pagamento a gennaio 2013.
Il nuovo governo regionale che uscirà dalle urne il 28 di ottobre, non avrà neanche il tempo di insediarsi e dovrà fare i conti con le difficoltà finanziarie della Regione. Intanto, con i 680 milioni di euro destinati a Comuni e Province è stata evitata una clamorosa protesta in occasione della Conferenza delle autonomie locali convocata dall'assessore Vernuccio per il prossimo 5 di settembre. L'assessore all'Economia, Armao, ha chiesto al governo nazionale di non contabilizzare nel Patto di stabilità alcuni rimborsi che eroga per conto dello Stato, come i trasporti marittimi per le isole minori. Difficilmente, però, da Roma arriveranno risposte concrete sia per le difficoltà finanziarie che ha lo Stato, sia perché ormai in Sicilia è cominciata la campagna elettorale e l'attenzione sarà concentrata sulla conquista del consenso.
Rimane, comunque, alto il rischio che per il 2013, a causa delle manovre nazionali, come ha denunciato lo stesso Armao, i pagamenti potrebbero subire una contrazione del 26% e del 28% nel 2014 e 2015. Tagli piuttosto incisivi che obbligatoriamente, come ha detto il presidente dellla commissione Bilancio dell'Ars, Savona, comporteranno «un processo di razionalizzazione della spesa che presenta ancora eccessivi sprechi. Non condivido l'eccesso di rigore di stampo terroristico portato avanti dall'assessore Armao. Possiamo ottimizzare le spese e si può creare sviluppo con un governo che abbia a cuore un progetto per i siciliani».
Nella bozza di bilancio inviata da Armao alla giunta regionale, è prevista per il 2013, un stretta sugli impegni di spesa pari a 1,3 miliardi, pari al 24% al budget del 2011 che rientra nel Patto di stabilità. Previsioni che, tuttavia, si è affrettato a correggere il ragioniere generale, Bossone, potranno cambiare prima della fine dell'anno.
L. M.

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