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«L'erba alta tra i monumenti è come lo sfregio a un quadro»


La lista delle priorità sarà stilata in questi giorni. La dirigente del Parco archeologico di Siracusa e Neapolis, Maria Amalia Mastelloni, è già al lavoro per individuare le emergenze da sottoporre al tavolo tecnico che sarà convocato con la Regione e i vertici della Forestale.
È questo il primo passo che la città aretusea fa nell'ottica del protocollo d'intesa voluto dagli assessorati regionali ai Beni culturali, alle Risorse agricole, all'Energia e al Territorio con la Forestale per l'impiego di circa seimila operai in attività di manutenzione dei siti archeologici.

Da novembre e sino alla fine dell'anno, una volta conclusasi la stagione antincendio, gli uomini della Forestale potranno «aiutare» la Soprintendenza a tenere pulite le aree archeologiche. Il tentativo della Regione è dunque quello di colmare una carenza annosa: il personale. E garantire una migliore fruizione di siti e monumenti.
«Aspettiamo di sederci attorno a un tavolo - commenta la direttrice del Parco della Neapolis, Maria Amalia Mastelloni - per decidere il da farsi. Di certo, fra le priorità che segnaleremo all'assessorato vi è quella della manutenzione del verde all'interno della Neapolis. Qui, a causa del maltempo dei mesi scorsi, sono stati abbattuti alcuni alberi mentre altri secolari, mal piantumati nel banco roccioso, hanno danneggiato la superficie con le loro radici. La sistemazione di questo settore è dunque fra le cose che chiederemo alla Forestale».
D'altronde, un primo esperimento di collaborazione fra Soprintendenza e corpo Forestale era stato avviato un anno fa. «E fu un'esperienza felice - prosegue l'archeologa -, forse la migliore in Sicilia alla luce dei risultati ottenuti. Grazie all'opera di questi operai, siamo riusciti a "ridisegnare" l'Anfiteatro romano che era occultato da sterpaglie di ogni tipo».
E sarà l'Anfiteatro romano uno dei siti che la Forestale dovrà pulire dalle erbacce che ne deturpano i resti, impedendo ai turisti di ammirarne la magnificenza. Lo stesso accade per l'Ara di Ierone che, con l'Orecchio di Dioniso, è parte del tesoro del parco in cui troneggia il Teatro Greco. Nello stesso contesto, si potrebbe auspicare la riapertura della via dei Sepolcri lungo gli agrumeti delle Latomie del Paradiso.
Ma nella lista dei siti da salvare dall'incuria vi sono anche aree fuori dalla Neapolis. Il Foro siracusano, in primis. La zona archeologica che si trova all'interno dei cosiddetti «Villini» di piazzale Marconi è oggi poco valorizzata sempre a causa dell'assenza di adeguato numero di personale.
«Un altro sito che occorre valorizzare - prosegue Maria Amalia Mastelloni - è il cosiddetto Ginnasio romano di via Elorina: anche in questo caso sarebbe opportuno avviare un'opera di bonifica e pulizia per riportare al giusto lustro i resti di questo suggestivo monumento».
A questi siti potrebbero aggiungersene altri, secondo le indicazioni della Soprintendenza e sulla base della disponibilità della Regione. Si resta intanto in attesa del rinnovo della convenzione fra Soprintendenza e Comune aretuseo per la manutenzione delle aree di competenza dell'amministrazione come, per esempio, quella di via Mergulensi e viale XX Settembre oggi nascoste da erbacce e rifiuti.

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