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Forestali, accordo disatteso


Lavoratori sul piede di guerra: martedì presidio di protesta per il numero delle giornate Forestali, accordo disatteso

L'estate rovente che stiamo per lasciarci alle spalle con il ricordo di essere tra le più calde dell'ultimo decennio (seconda solo a quella del 2003) sta lasciando il segno su diversi fronti, compreso quello degli incendi. E, conseguentemente, della manutenzione dei boschi, alla quale a Messina e provincia al momento si fa fronte con il 10% della forza lavoro necessaria.
A lanciare l'allarme sono i segretari provinciali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, Calogero Cipriano, Giovanni Mastroeni e Salvatore Orlando, i quali hanno annunciato per martedì a Messina un presidio di protesta dei lavoratori. All'unisono tuonano che «i boschi messinesi sono abbandonati al loro destino». E aggiungono: «L'estate bollente non è stata sufficiente, sotto il profilo degli incendi nell'isola e in provincia di Messina, a dipanare la matassa dell'avviamento dei lavoratori dell'Azienda foreste».
L'attenzione viene puntata sulla forza lavoro. «Appena 200 persone - puntualizzano Cipriano, Mastroeni e Orlando - per tutto il territorio provinciale che, nel caso messinese, è vastissimo. Ma anche per questi lavoratori il tempo sta per scadere, visto che a fine settembre verranno tutti licenziati».
La mancanza di fondi per la copertura del servizio ha fatto saltare l'accordo che prevedeva 101, 151 e 180 giornate lavorative in base alla fascia di appartenenza dei forestali. Le giornate si sono fermate a 24, 60 e 90. Cipriano, Mastroeni e Orlando spiegano che la manifestazione di Messina si inserisce nel programma di iniziative che le Federazioni regionali di Fai, Flai e Uila stanno avviando in tutta la Sicilia «per riportare al tavolo delle trattative la Regione e garantire l'impegno dello scorso luglio preso con i sindacati e i lavoratori».
Il riferimento è al formale impegno dell'assessore regionale Aiello per la ripartenza del servizio di manutenzione boschiva a partire dal primo settembre. «Ma considerato che nulla è stato predisposto - chiosano i rappresentanti sindacali - abbiamo deciso di convocare il presidio di protesta».
C. Casp.

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