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Raccolto 2013 danneggiato dalla cenere



La cenere dell'Etna ha compromesso buona parte della produzione agricola del 2013. Ma a fare le spese dei danni sono tanto i produttori quanto i lavoratori. Ecco perché occorre modificare le norme di accesso alle procedure di calamità e tutelare un comparto che rappresenta il 35 per cento dell'economia del territorio e possiede ancora enormi potenzialità di produrre sviluppo.
Di come investire sull'agricoltura si è discusso all'esecutivo provinciale della Fai Cisl catanese, che si è svolto oggi a Maletto, alla presenza di Fabrizio Colonna, segretario generale regionale dei lavoratori agroalimentari della Cisl e di Rosaria Rotolo, segretaria generale della Cisl etnea. Ha aperto i lavori Pietro di Paola, segretario generale Fai Cisl Catania.

«Il settore agricolo - ha ribadito Di Paola - offre grandi opportunità di sviluppo del territorio. Ma occorre creare una filiera, cioè riuscire a fare sistema per garantire investimenti, esportare i nostri prodotti apprezzati in tutto il mondo e tutelare i lavoratori impegnati. Serve cioè una cabina di regia che metta insieme tutti gli attori del settore per creare proposte vere e progetti concreti di sviluppo».
Il settore agroalimentare catanese interessa complessivamente circa 45mila lavoratori; 4200 sono i forestali; 10mila nel settore alimentare; 500 nei due consorzi di bonifica; 30mila i braccianti iscritti negli elenchi; ci sono 50mila aziende agricole censite ma solo 15mila i lavoratori che vi sono impegnati.

Il volume medio è di 101 giornate lavorative procapite che sviluppano una mole di lavoro pari a 4milioni 545mila giornate; con una media di 50 euro a giornata si sviluppano 227milioni 25mila euro che rappresenterebbe una vera boccata d'ossigeno per nostra economia.
«La cabina di regia, tra le altre cose - aggiunge Di Paola - deve occuparsi anche di far modificare le normative per l'accesso alle procedure di calamità naturale; garantire agevolazioni alle aziende che emergono dal nero e che si impegnano a rispettare i contratti; valorizzare le aziende che impegnano gli stessi lavoratori in costanza di rapporto nel corso degli anni e che garantiscano loro un minimo di 101 giornate lavorative.
Un progetto che la Fai Cisl, con gli altri sindacati del settore, ha proposto per il settore forestale siciliano, per impiegare i forestali in un rapporto sinergico con l'ambiente e col verde per garantire lavoro.

«Anche qui è necessaria cabina regia - ha continuato Di Paola - che possa programmare tutte le attività che vanno nella direzione di tutela e incremento della superficie boschiva per una maggiore tutela dell'ambiente e del territorio. Così sarà possibile utilizzare meglio le professionalità dei lavoratori. Un discorso che può esser fatto per i lavoratori dei consorzi di bonifica, dove riuscire a sviluppare una vera politica delle acque, fonte principale per l'agricoltura».

L'impegno di tutti per arrivare a una svolta nel territorio è stato invocato da Rotolo. «Un impegno straordinario - ha detto - cercando di coinvolgere la Facoltà di Agraria che può essere utile per sviluppare progetti concreti in un settore che va anche messo in un vero rapporto sinergico anche col settore alimentare per sviluppare filiera, produzione e commercializzazione di qualità dei prodotti locali».

Il segretario regionale Colonna ha sottolineato l'azione di pressione costante del sindacato col governo Crocetta. «Grazie a essa, la forestazione è tornata nelle priorità del bilancio regionale siciliano. Questo per noi rappresenta un buon punto di partenza per realizzare le proposte mirate al buon impiego del personale e allo sviluppo del territorio».


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