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TROPPA CENSURA SIGNOR COMMISSARIO

l prefetto Carmelo Aronica, commissario dello Stato, ha impugnato quasi un terzo della Finanziaria della Regione mettendo in difficoltà il governo Crocetta. Molti non aspettavano altro per mettere lo «tsunami crocettiano» sul banco degli accusati, non solo l'opposizione, ma anche tutti quelli che attendono dalla Giunta dell'ex sindaco di Gela miracoli tipo la moltiplicazione dei pani e dei pesci da dare ai disoccupati, agli ex pip, alle legioni dei forestali, ai quasi duemila dipendenti dell'Amia e via dicendo. Bocciata dal commissario la famigerata tabella H rispuntata durante le ore notturne e che destinava 25 milioni a 137 enti. Crocetta è capace di capovolgere interi assessorati, ma non di resistere a certi assalti concentrici come quelli dei difensori della tabella H e come quelli che hanno portato al raddoppio autolesionistico delle royalties sulle ricerche petrolifere.

Se sulla tabella H il commissario dello Stato ha una qualche ragione, non ne ha alcuna quando ha annullato la comunicazione istituzionale, cioè l'articolo 55 sulle «Norme per la trasparenza e la pubblicità dell'attività amministrativa», che prevedeva la pubblicazione di approfondimenti sull'attività istituzionale sui quotidiani siciliani, o aventi Redazioni in Sicilia, e sui quotidiani on line. Ma soprattutto il commissario dello Stato ha impugnato il sacrosanto obbligo di pubblicazione dei bandi di gara per gli appalti pubblici su un quotidiano nazionale e su due regionali. Questo atto censorio in sostanza vuol dire negare ai siciliani la conoscenza e quindi il controllo della pubblica opinione sugli appalti che interessano la vita della gente. Come vivere alla cieca in quel mondo di marpioni che gira attorno agli appalti.
Così si arriva poi allo scandalo dell'acquisto dei pannoloni per 41 milioni di euro senza che nessuno ne sappia nulla, una montagna di pannoloni come se tutti i siciliani soffrissero di incontinenza senile. Ci permettiamo di suggerire al commissario dello Stato di privilegiare la trasparenza sull'attività della Regione, non di censurarla.
La Sicilia
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