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Fondi Ue, arriva una boccata d’ossigeno per la Sicilia

Felice Bonanno
Occorre mantenere il livello di contribuzione europea anche dopo il 2013. A questo stanno lavorando a Bruxelles anche i funzionari regionali siciliani. Nonostante i pesanti tagli al Bilancio europeo, la Sicilia potrebbe riuscire in questo intento, grazie allo stanziamento di un miliardo e mezzo di euro per le regioni meno sviluppate dell’Italia, tra queste la nostra isola. Lo conferma Felice Bonanno, dirigente del Dipartimento Programmazione della Regione Siciliana, che in queste ore si trova proprio a Bruxelles dove è in corso la maratona dei capi di Stato e di governo dei 27 paesi dell’Unione per realizzare il documento di programmazione economica.
“La somma di circa 1,5 miliardi di euro – spiega Bonanno – proviene dagli stanziamenti speciali aggiuntivi destinati alle regioni dei paesi dell’Eurozona maggiormente colpite dalla crisi. Si tratta di una buona notizia ma dopo che era arrivata quella negativa dei tagli generali. Alla fine la Sicilia dovrebbe mantenere lo status quo, ma è presto per fare previsioni e sapere quale suddivisione di questa somma tra le varie regioni italiane dell’obiettivo 1 di cui fa parte anche la Sicilia”.
Quella di oggi è la seconda buona notizia che arriva dall’Europa in pochi giorni dopo che La Commissione europea ha sbloccato i 900 milioni euro congelati nel luglio scorso alla rimodulazione dei fondi comunitari. Fino a pochi l clima tra il governo regionale e Commissione europea era teso. Da Bruxelles, prima a luglio poi a dicembre, aveva intimato alla Sicilia: “Finché non sistemerete i problemi riguardanti la programmazione non erogheremo un euro del Fesr”. La presa di posizione della Commissione europea aveva mandato su tutte le furie il governatore Crocetta che aveva tuonato: “I soloni di Bruxelles possono pensare quello che vogliono ma noi abbiamo bisogno di strade e autostrade, fondi europei o no queste infrastrutture le vogliamo fare. Non siamo disponibili a rendere subalterne le politiche della regione rispetto agli interessi della Germania”. Un problema che ad oggi sembra essere stato superato anche se la strada per lo sviluppo è lunga e irta di difficoltà.

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