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Il Muos va avanti, la Regione dà lo stop


Il Muos va avanti, la Regione dà lo stop

Polemica aperta sulle emissioni del maxi radar della marina Usa in costruzione a Niscemi. Sit-in davanti all'Ars contro l'impianto, l'assessore Lo Bello annuncia: "Revoco il via libera"  . Crocetta: "Non siamo una colonia"

IN PIAZZA la gente di Niscemi e il comitato "No Muos", a Palazzo dei Normanni esperti e tecnici a snocciolare dati sulla pericolosità per la salute delle potentissime radiazioni delle tre parabole e delle 46 antenne della stazione radar con la quale il governo degli Stati Uniti gestirà dal 2014 tutte le comunicazioni dell'intelligence in ogni parte del mondo. Grandi assenti, oltre al rappresentante americano, il presidente della Regione e gli assessori accusati in modo esplicito, non solo dai manifestanti, ma anche dal presidente della commissione, il grillino Giampiero Trizzino, di "timidezza " nei confronti della questione sulla quale il mese scorso Crocetta aveva assicurato un deciso intervento con la revoca delle autorizzazioni concesse dal governo Lombardo.



La risposta arriva da Catania, dove Crocetta aveva convocato la giunta di governo. "Ho fatto tutto quello che era necessario. Non possiamo mica intervenire con le armi. Ci siamo rivolti pure al tribunale ". E l'assessore all'Ambiente, Mariella Lo Bello, annuncia: "Sto per firmare la revoca dell'autorizzazione, visto che, dalla richiesta di sospensione dei lavori già avanzata al governo americano, sono passati trenta giorni e non abbiamo avuto alcuna risposta".



Un annuncio che risponde alle pesanti critiche dei presidenti delle due commissioni. "L'unica strada percorribile è quella dell'annullamento con effetto retroattivo delle autorizzazioni. I motivi di annullamento sono talmente gravi che non ci sono dubbi. Basta la firma di Crocetta. Non dobbiamo chiedere nulla neppure a Roma", dice Trizzino, mentre Giuseppe Digiacomo, del Pd, presidente della commissione Sanità, solleva il problema delle interferenze con l'aeroporto di Comiso. "Ci sono state gravissime omissioni. L'Arpa ci ha detto che non aveva neanche gli strumenti per misurare le emissioni, ed è chiaro che le autorizzazioni concesse sono illegittime. E poi è scioccante che, dopo un investimento di oltre 40 milioni di euro per costruire l'aeroporto di Comiso, non sia stata data alcuna rassicurazione sul rischio di interferenze tra il Muos e la strumentazione dell'aviazione civile".



Ad acuire la polemica l'intervento di Patrizia Livreri, la docente dell'Università di Palermo, che  -  su richiesta degli americani  - aveva dato un parere positivo all'installazione del Muos. Ieri, dopo le relazioni dei colleghi dell'Università di Torino, Massimo Coraddu e Massimo Zucchi, i quali avevano confermato che le 46 antenne esistenti superano già i limiti di radiazioni e che c'è una relazione tra le emissioni e alcuni tipi di tumore, la Livreri ha corretto il tiro: "Era stato firmato un accordo che prevedeva lo spegnimento delle 46 antenne esistenti, e questo non sta avvenendo. Io ho firmato un parere che non poteva valutare gli effetti cumulativi legati alla sussistenza delle antenne. Ho chiamato un mese fa il presidente della Regione e due mesi fa il ministro dell'Interno spiegando che avevo qualcosa da dire sul Muos, ma sono stata ignorata ".



Davanti a Palazzo dei Normanni, a protestare, ci sono anche mamme con i passeggini. "Non è più il tempo di scherzare  -  dice una di loro  -  noi stiamo morendo. Gli americani continuano i lavori, e se vanno a rilento è solo grazie ai nostri ragazzi che da due mesi dormono in strada bloccando i mezzi che vanno alla base".

Oggi sulla questione Muos è intervenuto il governatore Crocetta: "Il parere sanitario sul Muos non puo' essere espresso da uno studio di ingegneria - ha detto il presidente della Regione - vogliamo uno studio dell'Istituto superiore della Sanita' e dell'Organizzazione mondiale della Sanita'. Gli Stati Uniti sono un paese amico ma gli americani su questo devono rispondere. Non siamo una colonia". "Noi - ha aggiunto - non siamo contro a prescindere, e' giusto ragionare sulla difesa strategica del territorio italiano, europeo, occidentale. Ma diritto fondamentale, che non puo' essere assorbito da qualsiasi altro diritto, e' quello alla salute".

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