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Tariffe sanitarie, stangata sugli ambulatori l'assessorato rivuole i soldi di cinque anni


Decreto dell'assessore Borsellino: il Cga dà definitivamente torto agli specialisti, azzerati gli aumenti dal 2007. Torna in vigore la tabella dell'ex assessore Lagalla, decine di milioni di euro dovranno essere restituiti alla Regione da 400 strutture ambulatoriali di tutto il territorio


NUOVA tegola sulla sanità privata: mentre si attende che l'assessorato regionale alla Salute recepisca i nuovi tariffari che tagliano i rimborsi per le prestazioni ambulatoriali e per i ricoveri, ieri in Gazzetta ufficiale è stato pubblicato a sorpresa un decreto che riporta le lancette dell'orologio a 5 anni fa. Il provvedimento firmato dal neo-assessore Lucia Borsellino prevede il "ripristino con effetto retroattivo dei valori tariffari di cui al decreto assessoriale 1977 del 28 settembre 2007". In sostanza la Regione chiede indietro ai privati decine di milioni di euro, indebitamente ricevuti. 

La vicenda risale al 2007, quando, nell'ottica del piano di rientro, l'allora assessore Roberto Lagalla recepisce un decreto ministeriale e rivede le tariffe massime per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. Una rimodulazione che avrebbe fortemente penalizzato i titolari delle strutture private, costretti a recepire rimborsi decurtati fino al 50 per cento rispetto a quelli percepiti fino a quel momento. E così i sindacati e i titolari di studi specialistici privati fanno un ricorso al Tar. Riescono a ottenere un decreto di sospensiva ma la pronuncia sul merito viene rimandata. Passano gli anni e nel frattempo i giudici amministrativi danno torto ai ricorrenti. Lo farà anche il Consiglio di giustizia amministrativa, al quale i titolari delle strutture private si appellano. L'ultima strada è quella del ricorso in Cassazione ma i privati non riusciranno a proporlo entro i 90 giorni stabiliti. E così la sentenza diviene esecutiva.

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Ora l'assessorato, recependo quelle sentenze, ha deciso di ripristinare lo status anteriore al 2007: le tariffe sulle quali basare i rimborsi delle prestazioni sono quelle determinate dal decreto di Lagalla. Le somme in più percepite attraverso la vecchia tariffazione vanno restituite. La somma che tornerà nelle casse di piazza Ottavio Ziino è alta: si tratta di decine e decine di milioni di euro che l'assessorato ha chiesto alle nove Asp regionali, che erogano i rimborsi alle strutture private, di quantificare il più presto possibile. Si tratta di circa 400 strutture ambulatoriali sparse per tutto il territorio regionale che dovranno restituire introiti percepiti nell'arco temporale di oltre cinque anni. Le strutture potrebbero essere costrette a restituire oltre il 50 per cento delle prestazioni fornite dal 2007 ad oggi.

Un terremoto che rischia di mettere in ginocchio il settore, già in stato di agitazione. Una settimana fa, infatti, il ministero ha rideterminato le nuove tariffe massime che le Regioni devono applicare. L'assessorato varerà breve il nuovo provvedimento, che prevede decurtazioni fino al 70 per cento per alcune prestazioni. Ma nel frattempo ha già deciso di applicare il tariffario del 2007. Alza la voce a favore delle strutture private il deputato regionale di Fratelli d'Italia e vice presidente della commissione Attività Produttive dell'Ars, Salvino Caputo, che ha presentato una mozione per impegnare il governo a revocare il decreto dell'assessore Borsellino pubblicato oggi in Gurs. "Un decreto  -  ha detto Caputo - con effetti devastanti per le strutture specialistiche perché potrebbero essere messe sull'orlo del fallimento. Non solo hanno subito i disastri della precedente amministrazione e dell'ex assessore alla sanità che ha portato alla chiusura e all'accorpamento delle strutture. Una situazione che porterà al licenziamento dei posti di lavoro e alla chiusura di molti laboratori con ulteriore conseguenze negative sull'economia e sull'occupazione".

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