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ARS, BILANCI PUBBLICI. ERA ORA, È UN ABUSO IL VETO?

normanni
A mezzogiorno di giovedì 3 gennaio 2013 l’Assemblea regionale siciliana ha ammainato la bandiera degli “arcana imperii” – i misteri del potere – ed è entrata a pieno titolo nel novero delle pubbliche amministrazioni di un Paese civile, rispettoso del diritto di ottenere ogni informazione utile e tempestiva sull’uso del denaro dei cittadini.
L’ammaina-bandiera non è una resa, né l’esito di una battaglia perduta, ma una scelta politica prima che giuridica: il Presidente dell’Assemblea regionale, Giovanni Ardizzone, ha disposto che i bilanci del Parlamento regionale e della Fondazione Federico II, fossero  pubblicati on-line e immediatamente fruibili da chiunque. Non solo, dunque, di essi oggi è possibile prendere visione ma di essi ogni cittadino può avere copia.

Nel rifiuto finora apposto, si è sostenuto che bisognava tutelare soggetti terzi, “presenti” neri bilanci, e impedire la conoscenza di dati sensibili. Un principio che ha impedito a la pubblicità di provvedimenti pubblici e, di fatto, ogni controllo esterno.
Una volta abbattuto il tabù, non si potrà tornare indietro e sostenere motivazioni contrarie – politiche, giuridiche, di principio, di opportunità –  perché qualunque altra ragione non varrà assolutamente nulla, a meno che non ci sia un pronunciamento di rango costituzionale che consideri una lesione del diritto di terzi e quindi un abuso la pubblicità degli atti contabili. Impossibile. Finora la Presidenza dell’Assemblea, confortata da autorevoli pareri, ha però sostenuto proprio l’impossibile.
Ad una richiesta di copia dei bilanci -consuntivo e preventivo – della Fondazione Federico II, è stato apposto il rifiuto perché “l’accesso spetta in presenza di un interesse diretto, concreto ed attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento del quale si è chiesto l’accesso”.  Sicché la richiesta è stata “sospesa”. Una specie di limbo giuridico, in attesa di novità.
Per un anno e mezzo SiciliaInformazioni e l’Associazione “Sportello del cittadino” hanno chiesto invano copia dei bilanci della Fondazione Federico II.  Del pari non è stato possibile avere copia del bilancio dell’Assemblea regionale prima che fosse discusso, esaminato e approvato in Aula. Nemmeno i deputati, in alcuni casi, hanno potuto effettuare un esame preventivo in tempi utili. Per decenni si è consumato impunemente nella sede del Parlamento regionale un episodio che avrebbe fatto arrossire i parlamentari di Hosni Mubarak: i deputati regionali  sono stati convocati mezz’ora prima o quasi, hanno finto di esaminare il bilancio interno e l’hanno approvato alla presenza di pochi testimoni – presenti quattro o cinque su 90 – profittando di una norma del regolamento che prevede la maggioranza presunta dell’Assemblea. Liturgia da carbonari, insulto alla democrazia, pratica da conventincola con la coscienza inquieta.
I bilanci preventivi dell’Assemblea e della Fondazione Federico II, approvati rispettivamente dal Consiglio di presidenza dell’Ars e dal comitato direttivo, non hanno ancora avuto il placet definitivo dall’Aula, ma sono già on-line e consultabili (li trovate in collegato a questo articolo in versione integrale). Ed è questo l’aspetto di maggiore rilevanza nella scelta di renderli pubblici. Teoricamente potrebbero subire modifiche.
Il rispetto della trasparenza ispira cautela e sobrietà, più di quanta ne suggeriscano l’etica e le scelte politiche.
Il 2013 nasce sotto buoni auspici, dunque. Ora, però, qualcuno dovrebbe spiegarci perché ci è stato impedito di avere copia dei documenti contabili – li abbiamo chiesti ripetutamente –  se sia stato commesso un abuso  rendendoli pubblici, come ha fatto oggi il Presidente dell’Assemblea, Ardizzone, o sia stato perpetrato per anni un abuso con il divieto.
Ci occuperemo abbondantemente di questa pagina opaca. Per ora godiamoci il momento di gloria, come semplici cittadini, essendoci spesi in moto tenace e determinato perché fosse considerato illegittimo il rifiuto della copia degli atti contabili.

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