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Comuni siciliani, al via i concorsi riservati ai precari (in barba alla Costituzione…)


LinksiciliaSei precario? Vieni che ti assumo. Magari con un bel concorso riservato. Quindi ti ‘stabilizzo. In barba alla Costituzione. Firmato: il Comune.Insomma, concorsi riservati. Per i precari. Pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana. A bandirli sono i Comuni di Caltanissetta, Piedimonte Etneo, Rodi Milici, Sant’Alessio Siculo, Terme Vigliatore.Tutto regolare? A giudicare da alcune sentenze della Corte Costituzionale, sembrerebbe di no. Tutti i bandi sembrerebbero illegittimi. Motivo: non prevedono la riserva di almeno il 50 per cento dei posti disponibili aperti a tutti.

Infatti, come costantemente chiarito dalla Giurisprudenza della Corte Costituzionale (sentenze numero 100 del 2010 e numero 293 del 2009) le disposizioni che prevedono procedure concorsuali che escludono la possibilità di accesso dall’esterno, nonché quelle che, senza essere giustificate da peculiari e straordinarie ragioni di interesse pubblico, prevedendo solo categorie di riservatari, contrastano con il principio del pubblico concorso aperto, sancito dall’articolo 97 della Costituzione italiana. E contrastano, anche, con i principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione.
Sembrerebbe che altri Comuni siciliani stiano preparando i concorsi riservati per i precari.
Può la Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana pubblicare concorsi che non rispettano la Costituzione del nostro Paese? L’Autonomia siciliana serve a questo? 
Ancora: che sia questa la via per risolvere i ‘problemi’ dei circa 22 mila precari che oggi operano presso gli Enti locali della Sicilia?
La cosa è strana perché a noi era sembrato che tanti Comuni siciliani, a fine anno, non avessero i soldi per pagare lo stipendio ai propri dipendenti. Forse i Comuni che, adesso, si avviano a ‘stabilizzare’ i precari sono diventati improvvisamente ricchi? Hanno risolto tutti i loro problemi con i ‘derivati’?
Qualche giorno fa l’Assemblea regionale siciliana ha varato una legge che ha prorogato i contratti di un esercito di precari. Tra questi ci sono anche i 22 mila precari degli Enti locali dell’Isola. Una proroga di quattro mesi, della durata dell’esercizio provvisorio.
Contemporaneamente, il Governo regionale ha varato un Piano per il salvataggio dei Comuni in difficoltà. Forse il Piano di ‘salvataggio’ per i Comuni siciliani – fatto con i soldi degli stessi contribuenti siciliani – prevede la ‘stabilizzazione’ dei 22 mila precari degli Enti locali? Su questo punto il Governo regionale dovrebbe essere chiaro. 
Anche questi precari – come i dirigenti a contratto della Regione ai quali è stato prorogato il contratto (di diritto privato) – hanno superato una ‘selezione pubblica’? O sono stati scelti dalla politica ad uno ad uno?
Ultima domanda rivolta al Governo della Regione: tra quanti decenni le giovani generazioni siciliane avranno il piacere il partecipare ad un concorso pubblico regolare, bandito dai Comuni, in accordo con quanto previsto dalla nostra Costituzione?

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