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Formazione, in dirittura d’arrivo la class action per il ripristino della legge 24


LinksiciliaCome cambierà la formazione professionale in Sicilia nel 2013? È una domanda che assilla i 10 mila operatori del settore, i responsabili degli Enti formativi, gli allievi e tutti i soggetti che, a vario titolo, interagiscono in questo settore. Per usare le parole dello slogan elettorale che ha visto Rosario Crocetta affermarsi come presidente della Regione siciliana, sarà caratterizzata da un “processo rivoluzionario di cambiamento”? Vedremo.Come ogni inizio d’anno, in tanti si aggrappano a proverbi, detti, credenze, usanze. L’auspicio di un’annata fortunata, infatti, sta a fondamento del detto, conosciuto e ricorrente: “Anno nuovo vita nuova”. Si tratta in fin dei conti di un augurio di buona sorte, una speranza che concretamente possa realizzarsi, il bisogno umano di credere con fiducia nel futuro. Ma quale futuro attende gli operatori della formazione professionale?

Per la verità, non si apre nel giusto segno il 2013: nuovi aumenti in bolletta, maggiore imposizione fiscale, incremento della disoccupazione, aumento del tasso di povertà, peggioramento della qualità della vita, precarizzazione di molte tipologie di contratti di lavoro. Quanto alla formazione professionale, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, tale settore registra oltre mille licenziati.
Con questo fardello siamo entrati nel nuovo anno. Un anno, il 2013, che eredita le scellerate scelte del precedente Governo, allorquando il famigerato trio delle meraviglie LAC (Raffaele Lombardo, presidente della Regione, Ludovico Albert, dirigente generale formazione professionale, Mario Centorrino, assessore al ramo) ha riformato “sui generis” il settore della formazione professionale.
Diversi sono gli scompensi e le irregolarità che emergono e che costituiscono la pesante eredità lasciata nelle mani di Crocetta e dell’assessore regionale per l’Istruzione e la Formazione professionale, Nelli Scilabra. Il Governo Crocetta dovrà compiere diversi “miracoli” per provare a recuperare una “barca alla deriva”. Dovrà intervenire, da subito, per rimettere in pista la spesa comunitaria evitandone il disimpegno, ovvero la perdita di ingenti risorse comunitarie. Ci riferiamo ad una serie di “Avvisi” pubblici di cui si sono perse inspiegabilmente le tracce. È il caso dell’Avviso 9 con una dotazione finanziaria di oltre 39 milioni di euro riguardante: “Interventi di formazione continua per la promozione di piani formativi aziendali, interaziendali, settoriali e territoriali”. O all’Avviso 10, volto alla realizzazione di progetti integrati, atti a garantire il successo formativo e scolastico nelle scuole operanti in contesti caratterizzati da disagio socio-economico e culturale.
Nel settore sanitario, per esempio, ci chiediamo che fine abbia fatto l’Avviso 18, tanto pubblicizzato dal già assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, indirizzato alla qualificazione della figura dell’operatore socio-sanitario e per il quale il Governo Lombardo aveva stanziato 40 milioni di euro.
Ma non sono solo questi gli “Avvisi” rimasti nel dimenticatoio. Ve ne sono altri due strategici per i settori di intervento interessati. Ci riferiamo all’Avviso “per la formazione e l’accompagnamento del personale degli Enti territoriali siciliani (Comuni, Province e Regione, ndr.) in materia di gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata” che presenta una disponibilità finanziaria di 3 milioni e settecentocinquanta mila euro. E, ancora, all’Avviso 7, con una dotazione di 18 milioni di euro destinati a risollevare, seppur in parte, le sorti del settore della pesca professionale ed indirizzato alla “realizzazione di attività formative a favore della gente di mare e dello sviluppo dei nuovi mestieri del mare e della pesca”..
Che fine hanno fatto tutte queste opportunità? perché le procedure si sono inceppate? Non è facile saperlo. Una cosa, però, è certa: la gestione dei fondi comunitari da parte del super tecnico pidiessino calato dal Piemonte, Ludovico Albert, è stata fallimentare. Altro che marcia in più!
Amcora: come non ricordare la totale e voluta disapplicazione della legge regionale n. 24 del 6 marzo 1976 e successive modifiche ed integrazioni? Un disegno politico-clientelare pare sia stato posto in essere a giustificazione della scelta di accantonare, con una giungla di atti amministrativi il corpus normativo regionale di settore. Quali le conseguenze? La più grave: i licenziamenti. Dalla dichiarazione di stato di insolvenza dell’Ente di formazione Cefop (organismo senza finalità di lucro) in poi, gli Enti sono magicamente divenuti società di capitali. E questo è stato possibile solo disattendendo nell’Avviso 20/2011 il richiamo alla legge regionale 24/76 ed all’art. 4 che, nello specifico, fa esclusivo riferimento a Enti strumentali della Regione senza finalità di lucro.
Volutamente disatteso anche il richiamo all’art. 2 della legge regionale n.25 del 1 settembre 1993. Legge, quest’ultima, che ha sancito in Sicilia il principio della continuità lavorativa del personale della formazione professionale assunto al 31 dicembre 2008 (secondo la delibera di giunta n.350 del 4 ottobre 2010) da Enti formativi previamente autorizzati ed accreditati. Altro che licenziamenti pre elettorali!
Pesante, dicevamo, l’eredità per la quale Crocetta e Scilabra dovranno affrontare anche diversi contenziosi. Alcuni riguardano la disapplicazione dell’articolo 14 della legge regionale 24/76 che istituisce l’Albo degli operatori della formazione professionale e delle circolari applicative. Così come è in dirittura d’arrivo la prima “Class action” amministrativa in Sicilia nel settore della formazione professionale. Proprio così, un’associazione di consumatori depositerà nelle prossime ore l’azione collettiva per il ripristino della legge regionale 24/76.
Altra eredità pesante è la situazione in provincia di Caltanissetta, dove gli Enti formativi cosiddetti “storici” sono stati esclusi in sede di presentazione dei progetti a valere sull’Avviso 20/2011. A seguito della recente decisione del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana (Cga), che ha accolto il ricorso dell’Ente di formazione Ecap di Caltanissetta riammettendolo a valutazione, Crocetta e Scilabra dovranno individuare apposite risorse finanziarie per garantire l’avvio delle attività didattiche in favore dell’Ecap e con ogni probabilità anche di Enaip, Irpaf e Geo Informativa. Si tratta di altri tre Enti formativi che hanno presentato al Cga ricorso uguale a quello dell’Ecap e che attendono nelle prossime settimane la decisione che li riguarda.
C’è, poi, la “ciliegina sulla torta”. Prima di togliere il disturbo, Albert, agli inizi di ottobre 2012, ha predisposto la relazione indirizzata all’assessore regionale all’Economia con la previsione del fabbisogno finanziario per il 2013 da integrare nel cosiddetto “bozzone di bilancio di previsione”. Ebbene, va sottolineato che sono state fatte da Albert due ammissioni. La prima si riferisce agli arretrati contrattuali 1998-2003 per i quali la Regione siciliana dovrà risarcire i lavoratori aventi diritto per un ammontare di oltre 2,5 milioni di euro. Questo perché uscita soccombente dal contenzioso. Crocetta ha pensato a questo? L’assessore Scilabra è stata informata di questo debito?
La seconda si riferisce proprio alla legge regionale 24/76. Albert si è ricordato dell’esistenza e ha precisato nella relazione che la legge regionale 24/76 andrebbe rifinanziata per dare seguito alla programmazione annuale della attività formative. Per la verità individua un percorso alternativo, quello dell’abrogazione. La legge regionale 24/76 è però ordinamentale, in quanto approvata a seguito del controllo di legittimità della Corte costituzionale e dando impulso all’articolo 14 dello Statuto siciliano, che ricordiamo essere allegato alla Carta Costituzionale. Attendiamo di conoscere, dal presidente Crocetta quale strategia intenda attuare per il settore della formazione professionale in Sicilia. Un settore che non può più attendere. Lavoratori precarizzati da contratti a tempo determinato nell’Avviso 20/2011 ed altri licenziati. Una questione sociale divenuta insostenibile. Sarà rivoluzione? Lo vedremo.

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